La Duferdofin come l'Ilva. Il deputato Picciolo sull'acciaieria di Giammoro

La Duferdofin come l’Ilva. Il deputato Picciolo sull’acciaieria di Giammoro

La Duferdofin come l’Ilva. Il deputato Picciolo sull’acciaieria di Giammoro

giovedì 29 Novembre 2012 - 11:22

Dopo il vertice che si è svolto a Palazzo Zanca tra il commissario straordinario ed i deputati regionali messinesi, ora il deputato del Pds-Mpa accende i riflettori sull'acciaieria di Giammoro per cui chiede l'intervento di Crocetta al governo nazionale

“Durante l’incontro con il commissario Croce, condiviso con l’intera deputazione regionale messinese, è emerso che la nostra Città dovrà essere tutelata in ogni modo ed in ogni sede, così come è stato fatto in passato per Catania e per Palermo, in quanto il dissesto rappresenterebbe una enorme iattura, non solo per Messina ma anche per tantissimi Comuni della nostra Regione che navigano in situazioni finanziarie analoghe”.

Con queste parole il deputato regionale del Pds-Mpa, Beppe Picciolo, commenta il vertiche che lunedì scorso il commissario Croce ha tenuto con la deputazione regionale a palazzo Zanca. Picciolo ora accende i riflettori sull’acciaieria di Giammoro, la Duferdofin e la paragona al caso Ilva, che sta mandando a casa 5 mila lavoratori.

“La Duferdofin, acciaieria con sede a Giammoro mette in cassa integrazione straordinaria i suoi 162 dipendenti. Sono stati infatti consumati, nei giorni scorsi, tutti i passaggi di rito necessari per arrivare a questo provvedimento estremo che, formalmente, è il preludio al definitivo licenziamento dei lavoratori”.

“La cassa integrazione – si legge nel comunicato di Picciolo – è stata approvata dalle organizzazioni sindacali, dall’ufficio provinciale del lavoro e dal competente ministero. Al netto i lavoratori percepiranno 750 euro al mese e questo fino al prossimo 25 ottobre del 2013, il tutto aggravato dal fatto che l’Inps paga la disoccupazione con un ritardo di circa 3/4 mesi”.

“In pratica – ha ricordato Picciolo – questo significa che 162 famiglie del nostro territorio, che vivono una situazione di evidente crisi economica e occupazionale, perderanno il loro salario di sussistenza. L’Azienda ha fatto sapere che l’unica via d’uscita potrebbe essere un aumento delle commesse in dotazione che porti il regime produttivo dall’attuale 25% ad almeno il 40%. Questa soglia minima consentirebbe di far lavorare i dipendenti per almeno due settimane al mese – ha continuato il deputato del Pds – permettendogli di passare dalla C.I.S. al contratto di solidarietà. La cosa sconcertante e inaccettabile è come quanto detto stia avvenendo nel più assoluto disinteresse da parte della classe dirigente della nostra regione – concluso lo stesso Picciolo – per prima quella politica, che ancora una volta è colpevolmente distratta di fronte a quelle che sono le esigenze del nostro territorio e di chi lo abita. In altre zone, magari nel nord Italia, una situazione così grave, avrebbe trovato la classe politica tutta compatta e concorde nel fare fronte comune a difesa dei propri concittadini, magari richiamando una opportuna attenzione mediatica”.

Il neo rieletto deputato “intende assumersi le proprie responsabilità di rappresentante del territorio e, forte delle ragioni dei lavoratori, chiede alla classe politica tutta di incontrarsi per individuare una strategia comune per scongiurare la chiusura di una delle ultime realtà produttive ancora operanti sul nostro territorio”.

“Questo appello – ha precisato Picciolo – è rivolto in primis al nostro presidente, l’On. Crocetta che ha pubblicamente dichiarato di voler fare della difesa dei lavoratori una bandiera della sua azione di governo e che, sono certo, non farà mancare il suo sostegno e la sua azione propulsiva a difesa di questi lavoratori messinesi. Al Presidente Crocetta chiedo un suo autorevole intervento presso il governo nazionale finalizzato ad una contribuzione sulle spese di trasporto ferrato per i treni merce che giungono e partono dalla Sicilia, solo questo potrebbe in parte colmare il costo enorme che la nostra regione ha dovuto pagare a causa di una inadeguata infrastrutturazione. La mia richiesta non è solo di un deputato eletto dal territorio ma dell’intero gruppo parlamentare del Partito dei siciliani. Preannuncio che sulla questione della Duferdofin intendo fare una dettagliata interrogazione parlamentare, non appena sarà insediata la nuova assemblea regionale siciliana. Al contempo chiederò ai parlamentari nazionali del mio partito di richiamare l’attenzione del ministero dello sviluppo economico”.

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