La cerimonia di inaugurazione, aperta dal Coro d’Ateneo che ha intonato il Gaudeamus Igitur, è stata soprattutto incentrata sull'impegno dell'Ateneo peloritano per la crescita e la valorizzazione del territorio. Pensiero rivolto anche alle nuove generazioni, che rappresentano una risorsa per l'intero paese
Erano da poco passate le 13.30 quando il rettore Pietro Navarra ha dichiarato ufficialmente aperto l’ accademico 2016-2017. Quest’anno, ospite d’onore della tradizionale cerimonia di inaugurazione è stato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, che nella sua relazione ha dapprima elogiato l’attività accademica dell’istituzione oggi guidata da Navarra ed ha poi voluto sottolineare l’importante ruolo di raccordo svolto dall’Ateneo peloritano sulle questioni che riguardano il territorio, e in particolare la zona della Falce: «L’Università di Messina rappresenta ormai uno degli Atenei di eccellenza nel nostro Paese». Abbiamo colto il segnale dell’Università di Messina nel ruolo di recupero della Falce. L’esempio di Unime è importante, perché ci dice come può essere vivo il rapporto tra istituzioni, territorio e competenze scientifiche e della ricerca. In questo il capitale umano è il fattore decisivo della crescita».
Anche Navarra nell’incipit del suo intervento si è concentrato sull’impegno profuso in sinergia con le altre istituzioni per favorire la crescita e lo sviluppo del territorio, in particolare della zona Falcata: «L’Università di Messina ha intrapreso una continua e fruttuosa collaborazione con le istituzioni locali. Il patto per la riqualificazione della Zona Falcata, per esempio, ha l’obiettivo di recuperare un’area tra le più preziose della nostra città abbandonata da decenni. Un’area che definisce i caratteri originari dell’identità cittadina. Di una città cioè che è sorta e si è sviluppata lungo il mare e di una comunità la cui storia e le cui origini sono indissolubilmente legate a quelle del suo porto naturale. Il suo recupero e la sua valorizzazione assumono quindi un alto valore simbolico di riscatto e recupero della nostra memoria storica».
Il Magnifico è quindi passato ad illustrare i traguardi raggiunti dall’Università di Messina negli ultimi tre anni, che coincidono con l’inizio del suo mandato: «Tra le molteplici azioni svolte, ritengo doveroso menzionare la ristrutturazione profonda dell’offerta didattica, la riorganizzazione dell’intera struttura amministrativa dell’Ateneo, la riforma del sistema di contabilità, la formulazione di nuovi criteri per la distribuzione delle risorse ai dipartimenti, la modifica del meccanismo di contribuzione degli studenti e, infine, la sottoscrizione dei nuovi protocolli d’intesa con la Regione per regolare i rapporti tra Università e Sistema Sanitario Regionale».
Per i prossimi tre anni, il Magnifico promette più investimenti: « Se le riforme eseguite nei primi tre anni di mandato sono servite a dare all’università un nuovo assetto organizzativo e regolamentare, nel secondo triennio, che proprio in questi mesi ha avuto inizio, l’azione di governo proseguirà con una decisa politica d’investimenti in risorse umane, tecnologiche e infrastrutturali. Il nostro intendimento è onsegnare alla comunità accademica, alla scadenza del sessennio, un’università più moderna, tecnologicamente avanzata e più sicura. Un’università a misura dello studente e pronta a rispondere con efficacia alle esigenze del personale tecnico amministrativo e dei docenti».
A 499 anni dalla fondazione dell'Università degi Studi di Messina, Navarra inaugurando l’anno accademico ha voluto rivolgere un pensiero ai giovani: « Ogni giorno nelle nostre aule siamo impegnati nel promuovere il più importante investimento per il futuro del nostro Paese: formare i giovani. Lo facciamo sollecitandoli a guardare con fiducia al futuro, anche in momenti difficili come quello che stiamo vivendo».
Dopo Navarra, ha preso la parola il direttore generale Francesco De Domenico: «Il filo conduttore che ha accomunato le attività amministrative svolte in questo ultimo anno è stato il miglioramento dell’efficacia dei processi e della qualità dei servizi, nonché la loro valutazione, al fine di poter essere competitivi con le migliori realtà nazionali. Nel contesto di crescente integrazione dei mercati e di interdipendenza dei sistemi economici, l’efficienza del settore pubblico costituisce un fattore determinante del grado di competitività e delle opportunità di sviluppo delle singole economie nazionali. Non è casuale che ad un Paese competitivo corrisponda una pubblica amministrazione efficiente, in grado di conoscere i fabbisogni dei cittadini e di dare continuità alle azioni di governance per lo sviluppo del Paese».
La cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico è stata scandita anche dagli interventi del rappresentante del personale tecnico- amministrativo Giuseppe Mannino e del rappresentante degli studenti Pierluigi Russo.
La prolusione ai corsi quest’anno è toccata al professore Nicola Aricò, ordinario di Storia dell’Architettura. Anche lui ha rivolto lo sguardo alla zona falcata, trattando il tema “L’origine è la méta: ripensare la penisola di San Raineri per riprogettare Messina”.
DLT
GALLERY DI GIOVANNI ISOLINO

Cioè,….il nulla.
Cioè,….il nulla.