“Il caso Spotlight”: un’inchiesta audace

“Il caso Spotlight”: un’inchiesta audace

Lavinia Consolato

“Il caso Spotlight”: un’inchiesta audace

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sabato 20 Febbraio 2016 - 23:02

Tratto dalla storia vera dell’audace inchiesta della sezione Spotlight della testata giornalistica “Boston Globe”, che le valse il premio Pulitzer. Il regista Thomas McCarthy dirige un grande cast per un film non altrettanto grande

Nel 2001 il quotidiano “Boston Globe” ha un nuovo direttore, non bostoniano, che non conquista le simpatie dei giornalisti, Marty Baron (Liev Schreiber). In particolare tra i colleghi della sezione Spotlight, che si occupa di reportage d’inchiesta, e che è composta da cinque membri: Walter Robinson (Michael Keaton), Michael Rezendes (Mark Ruffalo), Sacha Pfeiffer (Rachel McAdams), Ben Brandlee (John Slattery) e Matt Carroll (Brian d’Arcy James).

La sezione Spotlight aprirà un’indagine difficile e ardita: far emergere la verità sui casi di abusi di minori compiuti da sacerdoti della comunità cattolica di Boston. Appena cominciate le ricerche, i giornalisti si rendono conto della gravità della situazione: per anni e anni tutto è stato insabbiato, nascosto e occultato, in particolare da un cardinale, Bernard Francis Law (Len Cariou). Ovviamente la situazione si complica: è difficile trovare le prove, si mettono di mezzo gli avvocati, tra cui Mitchell Garabedian (Stanley Tucci), mentre le vittime ormai divenute adulte hanno timore a rivelare i loro segreti. E anche tra i giornalisti stessi ci sono dubbi e timori, in particolare da parte di Sasha, che frequenta regolarmente la chiesa. A sdrammatizzare la situazione, se così si può dire, è la figura di Matt, che entra in paranoia, preoccupato per i figli. Rischiano molto, ma non si arrendono. “Vuoi fare causa alla Chiesa? Forte!”, dice Michael. Questa inchiesta prende molto tempo, ma alla fine, il desiderio di giustizia soppianta la paura e il nuovo direttore conquista finalmente la stima della redazione.

Il regista Thomas McCarthy è al suo quarto film, un lavoro che certamente dà allo spettatore il desiderio di parlarne, di discuterne, dal momento che la storia degli abusi da parte del clero è un argomento delicato di grande attualità, tuttavia il film in sé è un po’ freddo: un grande cast spesso non basta a far riuscire un film. Mettendolo a confronto con il film “Zodiac” (2007) di David Fincher, che pure parla di una inchiesta da parte di un giornale, lascia poco al pubblico dal punto di vista filmico. Il regista ha commentato così la scelta del tema: “Spotlight è un’ode al reportage d’inchiesta di alto profilo di cui c’è grande scarsità oggi, soprattutto a livello locale negli Stati Uniti. Le ricerche svolte nel 2001-2002 dal team ‘Spotlight’ sul ciclo di abusi di minori avvenuti all’interno della Chiesa cattolica e la loro sistematica copertura che ne ha permesso la continuazione e diffusione, sono state effettuate in modo così meticoloso che hanno avuto un’eco immediata non solo a Boston, ma nel mondo intero. Sono cresciuto con un’educazione cattolica, sono andato a scuola a Boston. Ho amici che sono stati abusati dai preti, alcuni dei quali sono citati nel film. Allo stesso tempo continuo a vedere quante cose buone faccia la Chiesa cattolica, e quante persone buone, chierici o laici, facciano parte della chiesa. Sono legato a questa storia in modo molto personale e la mia speranza principale è quella di qualunque buon giornalista: raccontare una storia e raccontarla bene”.

“Il caso Spotlight” è in programmazione al Cinema Lux alle ore 18:00 e 20:30; all’Uci Cinemas Multisala alle ore 17:00, 19:45, e 22:30.

Voto: 7/10

Lavinia Consolato

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