"Due giorni, una notte", dei fratelli Dardenne

“Due giorni, una notte”, dei fratelli Dardenne

Lavinia Consolato

“Due giorni, una notte”, dei fratelli Dardenne

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martedì 09 Dicembre 2014 - 23:54

Un film intenso e coinvolgente, che ha per tema molto attuale la lotta per il lavoro: ma è una lotta nobile, poiché non aggredisce il più debole. Marion Cotillard come protagonista è stata inaspettatamente una rivelazione.

In una fabbrica di pannelli solari, di venerdì, avviene una votazione: sedici impiegati otterranno un bonus di mille euro e la diciassettesima sarà licenziata. Sandra (Marion Cotillard) è la diciassettesima, ed ha due giorni ed una notte fino a lunedì per convincere gli altri a rinunciare al bonus pur di non farla licenziare.

Sandra è considerata dal superiore l’anello debole, dal momento che a lungo era stata malata di depressione e reintegrarla al lavoro sarebbe superfluo. Supportata dal marito (Fabrizio Rongione) e da una collega, incontra uno ad uno gli altri colleghi.

Nessuno di loro oggettivamente potrebbe rinunciare al bonus: molti hanno un doppio lavoro, altri hanno un unico stipendio e mantengono la famiglia.

Benché da un lato possa sembrare ripetitivo, dall’altro è interessante il fatto che i registi, nonché sceneggiatori Jean – Pierre e Luc Dardenne, abbiano voluto mostrare le differenti reazioni umane allo stesso discorso di Sandra: si passa dal nascondersi per non saperla affrontare, al pianto per la vergogna di aver inizialmente accettato il bonus in favore del licenziamento, fino alla rabbia e violenza fisica e potremmo dire anche la cattiveria, come pure l’onesto bisogno dei più poveri.

È importante che proprio il più povero, un ragazzo di colore impiegato a tempo determinato, sia disposto a rinunciare al bonus per spirito cristiano. Proprio lui sarà considerato un altro anello debole da eliminare, perché più indifeso.

Sandra tra un colloquio e un altro prende pillole di Xanax, la depressione è sempre in agguato. Per lei è importante lavorare, non per il semplice fatto di mandare avanti la famiglia, ma perché “Senza lavoro non sono niente”: questo è un tema ricorrente nei film dei Dardenne. il lavoro nobilita l’uomo, specialmente quello più umile, infatti viene ripreso ogni piccolo lavoro manuale che compiono gli attori, come preparare una torta o rifare i letti dei bambini.

Giunti alla votazione di lunedì lo spettatore è carico dell’ansia di Sandra: il finale è inaspettatamente positivo, dà un messaggio di solidarietà. Come detto sopra, si tratta di una lotta nobile.

Marion Cotillard ha dimostrato di essere capace di interpretare un ruolo molto più intenso rispetto alla classica femme fatale ai quali è abituata.

Si comprende che “Due giorni, una notte” è vero cinema poiché lo stile non è facile: i Dardenne amano le riprese con la macchina a spalla, la protagonista è costantemente seguita, al punto da impedire la ripresa del controcampo. Inoltre è totalmente assente la colonna sonora, altro elemento stilistico ricorrente.

Ha ricevuto sia al festival di Cannes che all’European Film Awards numerose nomination per miglior attrice, miglior sceneggiatura e premio del pubblico.

Voto: 8/10

Il film è proiettato al Multisala Apollo nei seguenti orari: 16:30, 18:15, 20:30.

Per leggere la scheda del film, consultate il sito: http://filmup.leonardo.it/sc_deuxjoursunenuit.htm

Lavinia Consolato

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