Nastri d’Argento 2016, trionfo per “La pazza gioia” e “Lo chiamavano Jeeg Robot”

Nastri d’Argento 2016, trionfo per “La pazza gioia” e “Lo chiamavano Jeeg Robot”

Domenico Colosi

Nastri d’Argento 2016, trionfo per “La pazza gioia” e “Lo chiamavano Jeeg Robot”

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domenica 03 Luglio 2016 - 07:56

Inizio a ridosso della mezzanotte per la 70esima edizione dei premi assegnati dal SNGCI – Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani: la delusione per l’eliminazione della Nazionale italiana prima del gala condotto dall’attrice Matilde Gioli

Pochi secondi per riflettere sul rigore di Hector che consegna alla Germania la semifinale degli Europei a spese di un’Italia coraggiosa e tenace. Peggior sviluppo possibile per gli organizzatori: supplementari, rigori e una sconfitta immeritata per un gala che prende corpo sul palco del Teatro Antico di Taormina solo a ridosso della mezzanotte in una versione forzatamente più rapida delle precedenti. Scherzi del calendario e dell’ordine delle priorità per la 70esima edizione dei Nastri d’Argento.

I premiati, annunciati già nel pomeriggio, si concedono le consuete brillanti boutade da palcoscenico in una ferrea continuità con il passato: solo a sprazzi l’effetto déjà vu nella serata condotta con qualche incertezza dall’attrice Matilde Gioli (spesso affiancata dalla più esperta Laura Delli Colli, presidente del Sindacato), il resto è una carrellata di giovani di belle speranze pronti al grande salto verso la notorietà. Pochissime le defezioni, segno di una ritrovata vitalità in occasione proprio del settantesimo compleanno: assenti unicamente Juliette Binoche e Antonio Albanese, con un minuscolo plotone di protagonisti (tra gli altri Kevin Costner, Valerio Mastandrea e Stefania Sandrelli) già premiati durante l’anteprima romana di qualche settimana fa. Trionfo per “La pazza gioia” di Paolo Virzì, rappresentato a Taormina dallo stesso regista e dalle due attrici protagoniste, Micaela Ramazzotti e Valeria Bruni Tedeschi: per il livornese premio anche per la migliore sceneggiatura (con Francesca Archibugi) nelle dieci candidature ricevute. Riconoscimenti di peso da parte del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani anche per il film rivelazione della stagione, quel “Lo chiamavano Jeeg Robot” pronto a riscrivere i canoni della produzione fantascientifica italiana: premi per Gabriele Mainetti (Miglior Regista esordiente) e Luca Marinelli (Miglior Attore non protagonista). Si conclude il lungo inseguimento di Paolo Genovesi al titolo di Miglior Commedia: “Perfetti sconosciuti” si aggiudica anche i riconoscimenti per il Miglior Cast (Anna Foglietta, Alba Rohrwacher, Kasia Smutniak, Giuseppe Battiston, Edoardo Leo, Marco Giallini, Valerio Mastandrea) e per la Miglior Canzone originale con Fiorella Mannoia. Premi vintage in omaggio alla prima edizione del 1946 per Giuseppe Fiorello e Massimo Popolizio, acclamati protagonisti di “Era d’estate”, suggestiva ricostruzione del soggiorno all’Asinara di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Premio come Miglior Attore per Stefano Accorsi, menzione per i temi d’impegno civile per Sabrina Ferilli con “Io e lei” di Maria Sole Tognazzi, premio alla memoria di Nino Manfredi per Carlo Verdone e Antonio Albanese.

Se il produttore Pietro Valsecchi si lancia in un elogio di Checco Zalone (“lo rivaluteranno le prossime generazioni di critici: duecento milioni di incassi non possono lasciare indifferente il cinema italiano”), la conclusione è riservata al siciliano Leo Gullotta, nato giusto settant’anni fa con i Nastri: Premio Speciale e breve dedica a tutti gli italiani che vivono sotto l’insegna dell’accoglienza ai più deboli.

Domenico Colosi

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