La rubrica -Vedere per credere- questa settimana torna in Italia, il film, parecchio applaudito alla mostra del cinema di Venezia nel 2008, si intitola -Non pensarci- del regista Gianni Zanasi, che in passato ha diretto il gradevole -A domani-.
Il chitarrista Stefano Nardini ha 36 anni e solo fino a poco tempo fa era un’icona della musica punk-rock romana. Lasciato dalla fidanzata e finito a suonare con un gruppo di ventenni invasati, decide di tornare in famiglia in Emilia, per darsi tempo e, forse, riscoprire il proprio passato. Ma il rientro a casa non potrebbe essere più movimentato; il padre dopo un infarto passa le sue giornate su un campo da golf mentre l’azienda di famiglia, gestita dal fratello, sta, a sua insaputa, per chiudere i battenti. La madre è diventata discepola di uno sciamano e la sorella ha abbandonato tutto per dedicarsi al lavoro con i delfini. Stefano dunque si sente in dovere di mettere una pezza qua e là, forse più per restituire solidità alla proprie basi che per altro.
-Non pensarci- è un bellissimo film giustamente acclamato dalla critica, il cast di attori è incredibilmente di livello e forniscono tutti una prova che fa di questa pellicola un piccolo e luccicante diamante confrontato alle bassezze da cinepanettone che immancabili come albero e presepe, occupano le nostre sale ogni dicembre. Zanasi costruisce una commedia allo stesso tempo amara e brillante, gestita con ironia e che non riesce a lasciarti indenne dopo la visione. Si, perchè a fine film vi riuscirà complicato non riflettere sulla propria vita, la propria famiglia e le proprie aspirazioni sulla scia di ciò che accade sullo schermo a Stefano Nardini, probabilmente uno dei migliori personaggi mai interpretati dal magnifico Valerio Mastandrea. Nota di merito anche a tutto il resto del cast, dai protagonisti ai ruoli minori, anche se il lavoro di Giuseppe Battiston e Anita Caprioli, due pezzi da novanta del nostro cinema, che interpretano rispettivamente fratello e sorella di Stefano, spicca per intensità e pura bravura attoriale. Non si può poi non fare menzione di un’altra grande protagonista del film: la musica, che dal rock della bellissima -February Lullaby- al preludio di Chopin fino ad -Agnese dolce Agnese- di Ivan Graziani, ci accompagna per tutti e 105 i piacevolissimi minuti di questa magnifica opera made in Italy.
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