Riforma delle Province: il nuovo testo approda all'esame dell'Ars

Riforma delle Province: il nuovo testo approda all’esame dell’Ars

Rosaria Brancato

Riforma delle Province: il nuovo testo approda all’esame dell’Ars

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martedì 10 Febbraio 2015 - 23:37

Il nuovo testo della riforma delle Province è approdato all'Ars. Il ddl è all'attenzione della Commissione affari istituzionali e prevede l'istituzione di tre Città Metropolitane (Messina,Catania e Palermo) e di 6 Liberi Consorzi. Fino a lunedì c'è tempo per presentare gli emendamenti.

Il governatore si dice certo di poter varare le riforma entro fine marzo, con quasi due anni di ritardo rispetto alla tabella di marcia. Nel frattempo il nuovo testo della riforma dei Liberi Consorzi e delle Città metropolitane è approdato in Commissione Affari istituzionali che ha già stilato il calendario delle audizioni per i prossimi giorni, con l’obiettivo dichiarato del presidente Cracolici di “garantire tempi brevi”.

Il nuovo testo del Ddl predisposto dall’assessore alle autonomie locali Ettore Leotta (composto da 55 articoli) recepisce un orientamento che si era fatto strada di recente e vede coincidere le tre Città Metropolitane con l’area vasta delle ex province di Palermo, Catania e Messina. Nel contempo i Liberi Consorzi tra Comuni sono diminuiti dai 9 delle prime proposte ai 6 (proprio in seguito alla nascita delle tre città metropolitane).

La riduzione dei Liberi Consorzi a 6 rimette in discussione la posizione di quei comuni che nei mesi scorsi, così come previsto finora,avevano chiamato i residenti ad esprimersi con referendum per la possibilità di optare per un Consorzio piuttosto che per un altro. Gela, Niscemi e Piazza Armerina, che avevano aderito al libero Consorzio di Catania (che però in base al nuovo testo non nascerà dal momento che esisterà solo la Città metropolitana di Catania, con territorio coincidente con quello dell’ex provincia) dovranno “accasarsi altrove”, oppure esprimere la volontà di rientrare presso l'ente di area vasta di provenienza, con deliberazione del consiglio comunale, a maggioranza di due terzi dei componenti, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della riforma, sempre che il testo non venga ulteriormente modificato.

Per quanto riguarda le funzioni, i Liberi consorzi avranno il coordinamento, la pianificazione, la programmazione e il controllo in materia territoriale, ambientale, di trasporti e di sviluppo economico. Le città metropolitane, oltre alle stesse funzioni dei Liberi consorzi, si occuperanno anche della digitalizzazione, mentre come funzioni proprie sono previste la pianificazione territoriale generale ed urbanistica, delle reti infrastrutturali; strutturazione di sistemi coordinati di gestione dei servizi pubblici locali, organizzazione dei servizi pubblici locali di interesse generale; mobilità e viabilità del territorio metropolitano; promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale nell'area metropolitana, anche assicurando sostegno e supporto alle attività economiche e di ricerca innovative e coerenti con la vocazione dell'area; promozione e coordinamento dei sistemi di informatizzazione e di digitalizzazione; pianificazione, organizzazione, gestione e supporto in materia di formazione; motorizzazione civile. Liberi Consorzi comunali e città metropolitane si occuperanno anche di organizzazione e gestione del sistema di raccolta e smaltimento rifiuti, eventualmente assumendo le funzioni e le competenze delle Società per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti (Srr); del sistema di approvvigionamento e distribuzione delle risorse idriche, eventualmente assumendo le funzioni e le competenze delle Ato; in questo caso entro due anni dalla riforma il governo regionale dovrà presentare all'Ars un disegno di legge per la modifica della legge regionale 8 aprile 2010, n.9 e un disegno di legge per la disciplina del servizio idrico integrato.

Presidenti dei Liberi consorzi e sindaci metropolitani saranno espressone di elezioni di secondo livello, cui parteciperanno sindaci e consiglieri comunali. Candidabili a presidente del Libero consorzio e a sindaco metropolitano sono i sindaci in carica dei comuni che fanno parte delle aree, tranne i condannati; l'elezione è a maggioranza assoluta, previsto il ballottaggio. L'Assemblea nel caso dei consorzi e la Conferenza nel caso delle città metropolitane, composta dai sindaci dei comuni, eleggerà la giunta, di cui non potranno fare parte coniugi, parenti e affini entro il secondo grado di presidente e sindaco; il numero dei componenti delle giunte varia a secondo della popolazione residente dei comuni consorziati. Gli organismi dei nove enti dureranno in carica 5 anni, i componenti non percepiranno alcun emolumento. Le spese relative alle trasferte sono a carico dell'ente di area vasta di appartenenza Aboliti i difensori civici, ogni area vasta avrà un 'nucleo di valutazione territoriale'.

Fino a venerdì la commissione ha messo in calendario una serie di audizioni. Si comincia con l'Anci e le altre associazioni dei comuni, l'Unione delle Province (Urps) e i rettori delle Università siciliane; poi sarà la volta dei di Palermo, Catania e Messina e dei commissari straordinari delle Province; infine i sindacati.

“E’ unna vergognosa marcia indietro del governo in omaggio alla lobby dei sindaci- tuonano i 5Stelle Salvatore Siragusa e Francesco Cappello – E’ un regalo a Bianco e Orlando, che apre la strada a grandissimi problemi pratici e di fatto regala una enorme doccia fredda ai comuni che avevano scelto di cambiare consorzio, come ad esempio Gela, che progettava di far parte del libero consorzio con Caltagirone e si ritrova ora nella città metropolitana di Catania. Inoltre si verificheranno enormi problemi gestionali. Vogliamo capire, ad esempio, come si farà a gestire acqua e rifiuti in ambiti così vasti". Il Movimento comunque non alza bandiera bianca ed annuncia emendamenti per migliorare il testo. Da salvare per il M5S restano la gratuità delle cariche e l'elezione di secondo livello. "Anche se – dicono i deputati – alcuni cercheranno di far passare l'emendamento che prevede l'elezione diretta del sindaco metropolitano e del presidente del libero consorzio. Noi, ovviamente, ci opporremo".

Rosaria Brancato

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