L'uomo si discolpa dall'accusa di aver provocato la morte di Sergio Romeo
MESSINA – E’ durato circa un’ora il faccia a faccia tra Paolo Carbone e il giudice Claudia Misale, che ha firmato l’arresto dell’uomo con l’accusa di omicidio volontario. Romeo, difeso dall’avvocato Alessandro Trovato, ha fornito la sua versione dei fatti contestati, respingendo l’accusa di aver voluto uccidere Sergio Romeo, morto l’8 giugno scorso all’ospedale di Milazzo dove era arrivato gravemente ferito, denunciando di essere caduto con la bici. Una versione a cui i carabinieri non avevano mai creduto, ricostruendo poi una verità diversa: Carbone e l’uomo avevano avuto scontri per futili motivi. L’ultimo era stato fatale per Romeo, colpito a colpi di mazza da baseball dal 57enne di Venetico, ora in carcere. Un episodio risalente a due giorni prima della morte di Romeo.
I due si erano conosciuti in carcere: Carbone, che ha diversi precedenti, nel 2014 era stato arrestato per un altro episodio di violenza. Il violento pestaggio, scrivono gli inquirenti, ha provocato alla vittima lesioni agli organi interni talmente gravi da essergli fatali: quando è arrivato in ospedale per lui era troppo tardi. Una verità che la stessa vittima aveva cercato di nascondere, raccontando della caduta in bicicletta. Ma che non è rimasta celata a lungo. Carbone è stato rintracciato ed arrestato all’Aquila.
