Niente aiuti per il Birrificio Messina, colpo di scena durante la discussione sul bilancio

Niente aiuti per il Birrificio Messina, colpo di scena durante la discussione sul bilancio

Francesca Stornante

Niente aiuti per il Birrificio Messina, colpo di scena durante la discussione sul bilancio

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martedì 01 Luglio 2014 - 16:46

"Io non so chi sia questo signor Cama" così la presidente Barrile ha risposto quando dalla Ragioneria generale è arrivato in aula un cd contenente il bilancio consuntivo 2013 che fino ad oggi formalmente non è stato ancora recapitato al Consiglio. Una seduta scoppiettante ma che ha visto il no dell'aula all'iniziativa Fenech per sostenere il Birrificio Messina.

Le premesse sembravano quelle dell’ennesima seduta tutta dibattito e poca carne al fuoco. Oggi a tenere banco in aula il bilancio consuntivo 2013 che per il Consiglio comunale è ancora una chimera, nonostante la giunta Accorinti lo abbia approvato lo scorso 21 giugno. Ad accendere gli animi, infatti, proprio la mancata consegna agli uffici della presidente Emilia Barrile del provvedimento esitato dall’amministrazione, un ritardo considerato ingiustificato e che ha impedito a consiglieri e commissione Bilancio di iniziare a esaminare l’importante documento finanziario. A concentrare tutta la discussione sull’argomento è stato l’intervento del capogruppo di Felice per Messina Giuseppe Santalco che ha voluto proprio puntualizzare questo aspetto, addebitando all’amministrazione ogni responsabilità di eventuali ritardi nell’approvazione del bilancio. “Ieri era l’ultimo giorno utile per incardinare la discussione in aula e invece ad oggi sappiamo che il provvedimento è stato pubblicato sul sito del Comune ma non è ufficialmente stato consegnato” ha ammonito Santalco che non ha perso l’occasione per definire gli esponenti della giunta “dilettanti allo sbaraglio”. Il consigliere ha ribadito anche l’incompletezza dell’atto varato dalla giunta, per l’assenza di documenti importanti (vedi articolo a parte) e ritiene che possano esserci vizi di illegittimità. A supportare la tesi dell’apripista Santalco anche i colleghi Nicola Cucinotta, Antonella Russo, Pippo De Leo, Pio Amadeo, Pippo Trischitta, a chiedere invece una spiegazione anche per rasserenare un po’ gli animi è stato l’accorintiano Gino Sturiniolo che ha chiamato in causa il segretario generale Antonio Le Donne. “Il problema non si pone, sarebbe stato diverso se la Giunta non avesse approvato il conto consuntivo, ma il bilancio è stato approvato e dunque il consiglio non ha nulla da temere”, questa la risposta di Le Donne che ha fatto infuriare ancor di più chi oggi chiedeva certezze e contezza su una situazione che effettivamente appare paradossale.

Perché è vero che sabato 21 giugno la giunta ha esitato lo schema di consuntivo 2013, anche se ancora mancano documenti che dovrebbero farne parte integrante, è vero che l’atto è stato pubblicato sull’albo pretorio del Comune lo scorso venerdì 27 giugno, è però anche vero che al Consiglio comunale non è stato recapitato niente.

Ad un certo punto della seduta però il colpo di scena. Mentre si discuteva dell’ipotesi di sospendere in attesa quantomeno di avere in aula il Sindaco e l’assessore Signorino, un cd giunto al tavolo della presidenza ha mandato in escandescenze la presidente Emilia Barrile. All’improvviso è infatti arrivato questo cd contenente proprio il documento del bilancio inviato dal Ragioniere generale Antonino Cama, una modalità alquanto bizzarra e sicuramente fuori da ogni protocollo ufficiale. Durissima la reazione: “Io non so chi sia questo signor Cama” ha detto a gran voce la Barrile restituendo questo cd al vigile urbano in quel momento in servizio durante i lavori di consiglio. Cd che, tornato nelle mani del dipendente che lo aveva appena recapitato per conto della Ragioneria generale, è stato letteralmente fatto a pezzi e gettato a terra. Si dice che “ambasciator non porta pena” ma evidentemente non era questo il caso. Un siparietto che ha stoppato il consiglio per qualche minuto, con una presidente furibonda e i consiglieri visibilmente increduli.

Alla fine i consiglieri di centro-destra hanno deciso le sorti della seduta, scegliendo di abbandonare l’aula tatticamente, come ha spiegato il consigliere Pippo Trischitta, in modo da far cadere il numero legale e ricominciare tutto da capo nei prossimi giorni con la possibilità di inserire questo benedetto bilancio tra i punti all’ordine del giorno.

E così si è chiusa la seconda seduta in due giorni che ha visto cadere il numero legale. Oggi però in realtà una votazione c’è stata: il no all’ordine del giorno di Lucy Fenech per offrire un sostegno al Birrificio Messina. Ieri proprio su questo tema era caduto il numero legale e si erano registrate diverse spaccature in aula (vedi articolo correlato), oggi in 11 hanno votato a favore, mentre altri 11 hanno votato contro. Il consiglio comunale non devolverà alcun gettone di presenza per sostenere la causa degli ex Triscele. Come ha sottolineato il consigliere dei Dr Nino Carreri, fin dall’inizio contrario all’iniziativa, c’è un conto corrente aperto in cui ognuno può esercitare in silenzio e senza populismo la sua solidarietà al Birrificio. Intanto però il Consiglio, in quanto Istituzione, ha scelto di non stare al fianco dell’avventura dei 16 nuovi imprenditori del Birrificio Messina.

Francesca Stornante

4 commenti

  1. premesso che giunta e consiglio mi sembrano parimenti poco utili alla città.

    trovo GIUSTISSIMO non devolvere gettoni di presenza ad una iniziativa privata come lo sono innumerevoli altre.

    credo anzi che proporre tali punti all’ordine del giorno sia OFFENSIVO per tutti coloro che privatamente giorno dopo giorno aprono e chiudono attività più o meno grandi nel silenzio e nella disattenzione dell’amministrazione e del consiglio.

    più che di populismo parlerei in questo caso di colpevole ignoranza e di disattenzione ai più per privilegiare i pochi “considerati arbitrariamente degni di attenzione”.

    sono inorridito dal modo di ragionare di alcuni. invece di devolvere “un gettone a una specifica società privata” che mettessero “tutti i gettoni e tutte le indennità” in un fondo per il lavoro con regole e procedure accessibili a tutti.

    altro che dilettanti… altro che populismo…

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  2. premesso che giunta e consiglio mi sembrano parimenti poco utili alla città.

    trovo GIUSTISSIMO non devolvere gettoni di presenza ad una iniziativa privata come lo sono innumerevoli altre.

    credo anzi che proporre tali punti all’ordine del giorno sia OFFENSIVO per tutti coloro che privatamente giorno dopo giorno aprono e chiudono attività più o meno grandi nel silenzio e nella disattenzione dell’amministrazione e del consiglio.

    più che di populismo parlerei in questo caso di colpevole ignoranza e di disattenzione ai più per privilegiare i pochi “considerati arbitrariamente degni di attenzione”.

    sono inorridito dal modo di ragionare di alcuni. invece di devolvere “un gettone a una specifica società privata” che mettessero “tutti i gettoni e tutte le indennità” in un fondo per il lavoro con regole e procedure accessibili a tutti.

    altro che dilettanti… altro che populismo…

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  3. Tanto per fare un po’ d’ordine: i gettoni di presenza dei consiglieri sono spesa pubblica, finanziata pertanto con le tasse pagate da quelle (poche, pochissime) imprese rimaste in piedi.

    Il solo pensare che questa sorta di partita di giro di dubbio gusto potesse ascriversi alla benevolenza di una istituzione (?), mi fa tanta pena.

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  4. Tanto per fare un po’ d’ordine: i gettoni di presenza dei consiglieri sono spesa pubblica, finanziata pertanto con le tasse pagate da quelle (poche, pochissime) imprese rimaste in piedi.

    Il solo pensare che questa sorta di partita di giro di dubbio gusto potesse ascriversi alla benevolenza di una istituzione (?), mi fa tanta pena.

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