Le partecipate restano una zavorra. A Palazzo Zanca ancora troppi dubbi e nodi da sciogliere

Le partecipate restano una zavorra. A Palazzo Zanca ancora troppi dubbi e nodi da sciogliere

Francesca Stornante

Le partecipate restano una zavorra. A Palazzo Zanca ancora troppi dubbi e nodi da sciogliere

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mercoledì 27 Agosto 2014 - 23:38

Il parere negativo dei Revisori dei Conti ha inchiodato in aula i membri della I Commissione Bilancio che hanno provato a chiarire i tanti dubbi attraverso il confronto con revisori e amministrazione. Poche però le certezze. Impietosa la situazione delle partecipate.

Il Bilancio consuntivo 2013 e il Piano di riequilibrio pluriennale stanno rendendo ancor più infuocati questi ultimi giorni di estate a Palazzo Zanca. Ieri il parere negativo dei Revisori dei Conti al documento finanziario esitato lo scorso mese di giugno dall’amministrazione Accorinti ha tenuto i consiglieri in fibrillazione per diverse ore, poi una lunga seduta della I Commissione Bilancio presieduta dal consigliere Nicola Cucinotta affiancato dal collega Pippo Trischitta, al centro del dibattito la relazione che ha bocciato il bilancio. A rispondere ai tanti interrogativi dei consiglieri ovviamente il presidente del collegio dei Revisori Dario Zaccone, ma anche il Ragioniere Antonino Cama e il vicesindaco e assessore al Bilancio Guido Signorino. I consiglieri hanno cercato di capire soprattutto cosa intenderà fare adesso l’amministrazione, alla luce di un parere negativo che pesa come un macigno e che porterebbe l’aula ad una bocciatura del consuntivo 2013. L’assessore Signorino ha risposto spiegando che adesso l’amministrazione andrà a fondo della relazione presentata dai Revisori (vedi articolo a parte) prima di esprimersi sul da farsi. “Siamo consapevoli che ogni valutazione dovrà essere fatta con urgenza perché i tempi sono strettissimi. Se le osservazioni necessiteranno di un ritiro del provvedimento l’amministrazione è pronta ad agire in questa direzione, ma non è da escludere l’ipotesi di apportare delle modifiche attraverso degli emendamenti. Se invece dall’analisi ci renderemo conto di non essere d’accordo con il responso dei Revisori produrremo le nostre controdeduzioni”.

Signorino dunque lascia aperta ogni porta, ma ha già illustrato all’aula uno dei punti che vede l’amministrazione in netta divergenza di opinione rispetto all’organo di revisione contabile: si tratta del parametro 6 di deficitarietà strutturale, quello cioè legato alla spesa per il personale. “I revisori applicano l’inclusione tout court del personale, compreso quello delle partecipate, ma la legge non è chiarissima al riguardo poiché parla di costo complessivo del lavoro a vario titolo, non esplicitando espressamente il riferimento alle aziende partecipate, come invece contestano i revisori. Su questo punto l’amministrazione ha cercato di valutare l’esperienza di altri Comuni, abbiamo contattato i segretari generali di Catania, Ancona, finora tutti hanno concordato con la nostra interpretazione. Tra l’altro sono gli Enti Pubblici a dover indicare le somme impegnate per la spesa del personale, non le partecipate. Per noi “a vario titolo” è da intendersi in riferimento alla tipologia contrattuale ma solo legata al personale diretto del Comune. Se poi ci dovessimo rendere conto che la nostra interpretazione è errata siamo pronti a cambiare il consuntivo, ma dobbiamo valutare tutto con attenzione”.

A proposito di partecipate, nella nutrita relazione dei revisori non poteva mancare un’ampia parte dedicata alle aziende figlie di Palazzo Zanca. Nel documento si legge che il rapporto con le società partecipate continua ad essere “la causa di gravi e perniciose criticità, con pesanti ripercussioni sugli equilibri economico-finanziari dell’Ente. Permangono ad oggi le criticità connesse alla mancanza di contratti per l’affidamento dei servizi rispetto alla definizione dei quali il Collegio evidenzia le gravi responsabilità dell’ente e degli amministratori delle stesse società partecipate”.

Andando a vedere nel dettaglio le varie problematiche emerge che con l’Atm non è stato sottoscritto il contratto di servizio che disciplina i reciproci rapporti giuridico-economici. “Tale criticità, continua a creare un non definito rapporto economico, con evidenti ripercussioni sull’efficienza e sulla programmazione delle attività dell’azienda speciale. La circostanza risulta poi aggravata dal fatto che l’ultimo bilancio consuntivo approvato della azienda speciale Atm è quello relativo all’esercizio 2001”. I revisori invitano il Comune a definire nel più breve tempo possibile le procedure di approvazione del contratto di sevizio e del relativo piano industriale che tuttavia risulta redatto in bozza e sottoposto all’amministrazione lo scorso 8 agosto in occasione della definizione del piano di riequilibrio pluriennale (vedi articolo correlato). Il piano industriale però non basta perché i revisori evidenziano che “la sottoscrizione dei contratti di servizio è condizione necessaria per una positiva valutazione del piano di riequilibrio pluriennale”.

Per quanto riguarda Messinambiente si evidenzia invece “l’impossibilità di verificare l’entità delle posizioni creditorie/debitorie effettive a causa della mancata presentazione del bilancio 2013 della società partecipata. Si rileva che ciò rappresenta una grave criticità che non consente all’Ente, per quanto indirettamente, di valutare una corretta programmazione delle risorse necessarie per la gestione del ciclo rifiuti. Ancora controverso è poi il rapporto che la società Messinambiente Spa ha con Ato3 con la quale è stato attivato negli anni un contenzioso di rilevante entità, i cui riflessi, come più volte ribadito, si ripercuoteranno certamente sul bilancio comunale, in quanto l’Ente Comune di Messina, essendo socio controllore di entrambi gli organismi sarà chiamato a ripianare gli eventuali squilibri patrimoniali derivanti dalla definizione del giudizio”.

Giudizio più mite su Ato3 per la quale l’organo contabile scrive che “i rapporti con la stessa negli anni sono stati oggetto, anche in questo caso, di annosi contenziosi. Si dà atto, che l’amministrazione sta ponendo in essere concreti comportamenti volti alla risoluzione delle controversie attualmente in essere.

Non va meglio in casa Amam che non ha ancora approvato in assemblea il bilancio consuntivo 2012. “Si evidenzia anche in questo caso un inspiegabile rilevante disallineamento nei rapporti creditori/debitori esposti nei rispettivi bilanci, circostanza questa che evidenzia, ancora una volta, la carente azione di controllo esercitata negli anni da parte dell’amministrazione comunale”.

Adesso ci vorranno alcuni giorni per sapere quale strada deciderà di percorrere l’amministrazione Accorinti, in ballo però nel frattempo c’è anche il Piano decennale di riequilibrio che dovrà essere approvato entro il 3 settembre per evitare la dichiarazione di dissesto e provare così a beneficiare delle risorse finanziarie nazionali del Fondo di rotazione. I consiglieri hanno cercato di capire se il voto ai due documenti sia legato in qualche modo e se c’è l’obbligo di votare prima il consuntivo e poi il riequilibrio o se le due cose viaggiano su binari separati. Su questo punto però le risposte sono state discordanti. Per il presidente Zaccone è necessario approvare prima il consuntivo e poi il piano decennale per una questione di tempistica: “Il termine del 30 giugno, entro cui doveva essere votato il riequilibrio è ormai scaduto, se fosse stata rispettata quella data non ci sarebbero stati problemi perché in quel caso il riferimento sarebbe stato il consuntivo 2012, ormai però è tardi”. Se per il ragioniere Cama invece non ci sarebbe alcun conflitto tra i due documenti, Signorino ha spiegato che “il riequilibrio si può approvare anche senza consuntivo 2013 poiché riferendosi al periodo 2013/2022 fonda le sue basi sul consuntivo 2012”. Anche questo aspetto dovrà dunque essere chiarito con certezza.

Durante la seduta della Commissione in diversi momenti si sono intrecciate le criticità e le perplessità sui due documenti finanziari, si è parlato in particolare di debiti fuori bilancio, soprattutto di quello rilevato dai Revisori e non inserito nel consuntivo per i maggiori costi della discarica di Motta Sant’Anastasia. Anche su questo punto Signorino ha cercato di rassicurare l’aula spiegando che aspetti come questo non inficiano il piano di riequilibrio e saranno affrontati in futuro attraverso gli strumenti ordinari, quindi nel caso specifico con il previsionale 2014. I consiglieri però pretendono garanzie. Adesso più che mai, alla luce del parere negativo dei Revisori dei Conti. Il tempo a disposizione però è davvero poco.

Francesca Stornante

6 commenti

  1. si sono mangiati tutto bravi!

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  2. si sono mangiati tutto bravi!

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  3. Renzi ha parlato recentemente di spending review per le partecipate dei comuni. Anche lui ha capito che queste zavorre sono solo stipendifici quasi sempre in rosso con i bilanci e ha espresso l’idea di ridurre le 8.000 partecipate attuali a circa 1.000. Quindi per qualche partecipata del comune di Messina si potrebbe profilare l’eliminazione: perchè aspettare oltre?
    Naturalmente le persone facenti parte dovrebbero essere ricollocate, ma questa volta in modo intelligente e produttivo.

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  4. Renzi ha parlato recentemente di spending review per le partecipate dei comuni. Anche lui ha capito che queste zavorre sono solo stipendifici quasi sempre in rosso con i bilanci e ha espresso l’idea di ridurre le 8.000 partecipate attuali a circa 1.000. Quindi per qualche partecipata del comune di Messina si potrebbe profilare l’eliminazione: perchè aspettare oltre?
    Naturalmente le persone facenti parte dovrebbero essere ricollocate, ma questa volta in modo intelligente e produttivo.

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  5. Dopo oltre un anno dall’insediamento di questa amministrazione, non è cambiato assolutamente nulla. Il bilancio consuntivo è del 2013, e siamo già a fine 2014, e non è approvato. Il piano di riequilibrio è solo uno spot, una chimera. L’ATM non funziona, l’ATO non pervenuta, la spazzatura è lasciata a bordo dei cassonetti, la TARES al massimo. Il verde è cadente o infestante. Niente opere pubbliche. I TIR o passano di giorno o passano di notte per la città, non si capisce cosa cambia. Ma qualcuno sta cambiando, si aspetta che le opere fatte dalle altre amministrazioni siano ultimate, con calma e pazienza. Viva il cambiamento dal basso.

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  6. Dopo oltre un anno dall’insediamento di questa amministrazione, non è cambiato assolutamente nulla. Il bilancio consuntivo è del 2013, e siamo già a fine 2014, e non è approvato. Il piano di riequilibrio è solo uno spot, una chimera. L’ATM non funziona, l’ATO non pervenuta, la spazzatura è lasciata a bordo dei cassonetti, la TARES al massimo. Il verde è cadente o infestante. Niente opere pubbliche. I TIR o passano di giorno o passano di notte per la città, non si capisce cosa cambia. Ma qualcuno sta cambiando, si aspetta che le opere fatte dalle altre amministrazioni siano ultimate, con calma e pazienza. Viva il cambiamento dal basso.

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