Andrea Inglese e Georgia Lee, due stili una sola passione

Andrea Inglese e Georgia Lee, due stili una sola passione

Gabriele Quattrocchi

Andrea Inglese e Georgia Lee, due stili una sola passione

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domenica 22 Giugno 2014 - 06:05

Uniti nella vita e nella passione per la musica, Andrea e Georgia, due artisti di origine messinese, “sfondano” a Roma, raggiungendo traguardi importanti. Il primo ricopre un ruolo di primo piano in uno dei più famosi musical al mondo, la seconda è una dj di successo e un’ammirata concorrente del talent show firmato SKY, Top Dj

Andrea Inglese e Georgia Colloridi sono una coppia molto particolare, proiettata verso l’arte e il successo. La musica è la passione che più li lega e li distingue. Lei, dj e produttrice eclettica, è una delle artiste più interessanti del panorama romano. Lui è un versatile e ricercato chitarrista che vanta collaborazioni prestigiose. Entrambi d’origine messinese, si trovano oggi sotto le luci della ribalta della città, fucina d’artisti per eccellenza, Roma. E la loro popolarità è destinata a crescere grazie anche agli ultimi progetti cui hanno preso parte.

Georgia partecipa come concorrente a Top Dj, il primo talent show sul mondo dei dj set in onda su Sky. Dieci artisti si sfidano per otto puntate a colpi di console davanti ad una giuria d’eccezione, formata da Albertino, Stefano Fontana e Lele Sacchi, che decreterà “il dj numero uno in Italia”. Andrea, invece, si è recentemente guadagnato il ruolo di prima chitarra nel musical “Jesus Christ Superstar”, sul palco del Teatro Sistina di Roma.

A Raccontarsi sono proprio loro, Georgia Lee e Andrea Inglese.

Ciao Georgia, parlaci di te, delle tue esperienze e del percorso artistico che hai seguito per arrivare a top dj?

“Il mio percorso artistico ha inizio molto tempo fa, dapprima come cantante di jazz classico, successivamente come lead vocal della band Elettronoir, con cui suono anche i sintetizzatori, per poi arrivare al mondo del djing, che è diventato col tempo un vero e proprio lavoro. Ed è stato durante una sessione di prove con la band, circa otto anni fa, che ho avuto l'"illuminazione" ed ho deciso di provare a proporre la nostra musica non solo durante il live, ma in un contesto diverso, affiancandola anche ad altri generi musicali e ad altri brani. Ho iniziato proponendo dei set principalmente d'ascolto e legati al post punk, alla new wave italiana e non, dai massimo volume ai joy division, dai polyrock ai primi litfiba, diaframma, ultravox, depeche mode, cure, grauzone, kraftwerk e via dicendo, in posti piccoli frequentati da un pubblico di nicchia. Ho sempre ascoltato moltissimi dischi sin da piccola e la voglia di sperimentare continuava a crescere; ero brava a selezionare musica, a mixarla e volevo progredire anche tecnicamente e confrontarmi con un dancefloor vero e proprio. Così ho deciso di orientarmi verso sonorità più deep, elettroniche, indie dance ecc…

Una città come Roma offre molte opportunità, ma inserirmi inizialmente non è stato facile anche perché si sa, c'è sempre un po' di diffidenza nei confronti delle donne in console. Io però avevo talento e voglia di fare, così ho creato un mio party, I Am Sexteen (che è diventato con il passar del tempo un party di culto nella scena romana), e l'ho proposto al Circolo degli Artisti che ha accolto con entusiasmo l'idea. Da lì, un successo dopo l'altro ed in pochissimo tempo mi sono ritrovata a suonare (anche se non è un termine molto amato dai musicisti quando si parla di "mettere i dischi", lo uso lo stesso!), nei club più importanti di Roma, ottenendo una residenza il venerdì al Circolo degli Artisti sino al 2013 e parallelamente con il progetto Amigdala, uno degli eventi artisticamente più importanti nel panorama underground romano, di cui sono tuttora resident dj, proponendo set prettamente deep house, techno e nudisco.

La mia "schizofrenia musicale" mi ha portato sempre a sperimentare il più' possibile diversi generi, facendo moltissima ricerca, senza mai perdere la mia personalità. Ho suonato davvero di tutto: rock, 80's, italodisco, trash, deep house, indie rock, techno, nudisco, 60's, perché ho sempre pensato che l'errore più grande fosse fossilizzarsi e chiudersi e che prima di tutto fosse importante divertirsi.

Credo sia stato proprio questo mio approccio "kamikaze" nei confronti della musica e della vita in generale a spingermi verso Top Dj! Ho pensato che potesse essere una buona occasione per mettermi in gioco ed esplorare un contesto completamente diverso dal solito. Così ho partecipato alle selezioni, la mia versatilità è stata apprezzata ed eccomi qui, ancora in gara!”

Perché essere o fare il dj? E cosa vuol dire essere un dj donna?

“Ci sono diverse motivazioni che spingono una persona a intraprendere questo percorso artistico. Alcuni lo fanno perché amanti della nightlife, altri per l'energia del dancefloor. Nel mio caso il motivo è stato proprio la voglia di esternare quello che avevo dentro. Sono una persona timida e non troppo estroversa e suonare, come cantare del resto, è il mio modo di esprimermi e di aprirmi al mondo. Non suono per fare contenti gli altri, ma prevalentemente per comunicare e concedere una parte (molto importante) di me al pubblico.

Essere un dj donna ha i suoi lati positivi e negativi. Come pro, sicuramente se sei brava, in un contesto prevalentemente maschile, sei notata con più' facilità e c'è da dire che al momento la presenza femminile in console è molto richiesta. Per quanto riguarda i contro, il discorso è molto ampio. Se hai una bella presenza, a volte ti chiamano solo per l'immagine senza nemmeno documentarsi sulla tua musica e sul tuo background, pretendendo che tu faccia la statuina sorridente (per fortuna lavorando quasi esclusivamente in contesti di livello non è accaduto spesso). Questo succede anche per colpa di alcuni fenomeni che da qualche anno si stanno diffondendo, come le dj modelle incapaci o addirittura le topless dj, che degradano il nostro lavoro, ridicolizzandolo e mettendo chi invece lo fa con passione e non per esibizionismo o solo per soldi, in una posizione scomoda, creando quindi diffidenza da parte degli organizzatori e del pubblico sulla qualità dell'offerta musicale femminile. Troviamo queste figure prevalentemente in contesti commerciali, ma non solo, perché fanno scena e attirano l'attenzione. E' un male che bisogna combattere facendo capire agli organizzatori e ai proprietari dei locali che un dj è un artista, non un complemento d'arredo!

Avendo organizzato molti party, ciò che posso dire è che la differenza la fa la bravura di un dj, la sensibilità artistica, la capacità di lettura della pista, non l'essere donna o uomo. “

Che cosa rappresenta Messina per te e come ha contribuito alla tua formazione artistica?

“Sono nata a Roma ma tutta la mia famiglia è di Messina, incluso il mio fidanzato Andrea Inglese, per cui direi che il legame è molto forte! Messina è come una seconda casa per me. Artisticamente mi ha dato e continua a darmi molto, sia per i posti in cui ho suonato, come il centro multiculturale Officina, in cui ho avuto la possibilità di portare diverse volte anche il mio evento, I Am Sexteen, sia per gli artisti di livello che ho avuto modo di conoscere negli anni, con cui c'è sempre un continuo scambio”.

Quali sono i tuoi progetti?

“Proseguire su diversi fronti; ho un disco in uscita a breve con gli -ELETTRONOIR-, sto lavorando sulla produzione di miei brani più legati al clubbing e parallelamente porto avanti la mia attività di dj, che grazie anche al programma sta avendo un'impennata più che positiva. Il mio sogno, visto anche il mio background, sarebbe quello di poter gestire uno spazio radiofonico, perché sento l'esigenza di comunicare e diffondere cultura e buona musica. Spero che Top Dj mi aiuterà a raggiungere anche quest’obiettivo!”

E tu Andrea, raccontaci un po’ della tua carriera.
“Io sono figlio d’arte. Mio padre è diplomato in chitarra classica al conservatorio di Messina. È stato lui a trasmettermi la passione per la musica. Chiaramente, ho iniziato gli studi con papà, poi ho vinto una borsa di studio alla CPM di Franco Mussida e da subito ho iniziato a fare esperienza in tutta Italia seguendo seminari con svariati artisti, arricchendo il mio background musicale anche attraverso l’ascolto dei dischi, facendo una ricerca sulle sonorità e lo stile dei più importanti chitarristi che hanno scritto la storia delle sei corde. Nel ’98, appena maggiorenne, ho cominciato a suonare dal vivo, con diverse formazioni e con amici che ancora oggi fanno parte del mio universo artistico come Massimo Pino, David Cuppari e Antonio Stella, membri degli ex "DoctorCom" band di riferimento per il rock a Messina. Nella mia carriera ho avuto la possibilità di collaborare con molti artisti, alcuni di fama internazionale come Andy Timmons, uno dei chitarristi rock più quotati al mondo, con cui ho condiviso il palco e scritto dei brani. Uno di questi, My brother, fa parte del mio ultimo EP "Handra", pubblicato a Marzo e recensito da diverse riviste specializzate tra cui "Chitarre". Fondamentale per la mia carriera artistica, la presenza di Tony Canto, noto e apprezzato artista messinese. In particolare, con l’uscita del suo album Italiano federale, Tony Canto mi ha coinvolto nel tour siciliano e nelle varie date in giro per l'Italia. Per me è un grande onore lavorare accanto a un professionista come lui. Il maestro Canto ti dà sempre degli input per imparare cose nuove. Oggi vivo stabilmente a Roma, dopo due anni di spola Messina – Capitale, dove collaboro con la "Leave" etichetta discografica di Alessandro Mannarino e la band Elettronoir”.

Parlaci della tua ultima elettrizzante esperienza.

“Ho colto da pochissimo quest’opportunità meravigliosa, il musical Jesus Christ Superstar, firmato Massimo Romeo Piparo, in replica al Teatro Sistina di Roma. Negli ultimi mesi al Sistina hanno suonato i Negrita con Pau (il frontman) nel ruolo di Pilato. Concluso il loro impegno, è stata convocata un’altra band per le ultime repliche di giugno e dato il via ai provini per i chitarristi. Io sono riuscito, su dieci musicisti, a guadagnarmi il ruolo di prima chitarra del musical. Felicità immensa, per me, chitarrista di Messina, sfidare bravissimi e già affermati chitarristi romani. Questo è stato già un grande traguardo. Indescrivibile, poi, l’emozione di suonare affiancando sul palco il grande Ted Neeley e aprire lo spettacolo, che inizia con il mio assolo. Grande responsabilità e soddisfazione. Da ottobre è previsto un tour tutto italiano che partirà dall'arena di Verona, quindi le emozioni non finiscono".

Per te, cosa rappresentano Messina e la Sicilia?

“Tutti i musicisti siciliani hanno cuore e anima, cose che riscontro poche volte fuori. Puoi sentire musicisti molto tecnici ma l’anima degli artisti siciliani è una cosa davvero rara. Messina mi ha regalato tanto e mi ha insegnato a vivere la musica dal punto di vista passionale e sentimentale, un approccio più istintivo e viscerale. Per di più, nella mia città ho conosciuto Georgia, la mia compagna, con cui condivido veramente tutto, anche diversi progetti artistici, nati da pochissimo fra le mura della nostra casetta romana".

Due curricula invidiabili, due modi di fare, una sola passione, la musica. Questo il mix che compone il profilo di una coppia d’arte che punta al successo.

Gabriele Quattrocchi

4 commenti

  1. Bravo Andrea complimenti!!!

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  2. Bravo Andrea complimenti!!!

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  3. Nicolò D'Agostino 23 Giugno 2014 08:04

    Bravo Andrea, il futuro è tutto Tuo.

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  4. Nicolò D'Agostino 23 Giugno 2014 08:04

    Bravo Andrea, il futuro è tutto Tuo.

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