Coronavirus, da ieri stop agli spostamenti per vietare le fughe dal Nord. Ma nello Stretto il caos

Coronavirus, da ieri stop agli spostamenti per vietare le fughe dal Nord. Ma nello Stretto il caos

Francesca Stornante

Coronavirus, da ieri stop agli spostamenti per vietare le fughe dal Nord. Ma nello Stretto il caos

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lunedì 23 Marzo 2020 - 12:53

Un'ordinanza dei Ministri dell'Interno e della Salute vietava già da ieri gli spostamenti anche per rientrare a casa per domicilio. Ma a Messina non è andata così. Reazioni dal mondo sindacale e politico

«Divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un comune diverso rispetto a quello in cui attualmente si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute». Quindi stop ai trasferimenti da una città all’altra, da una regione all’altra, non ci si può spostare né tantomeno tornare a casa neanche presso il proprio domicilio o residenza. Un’altra misura per frenare il contagio da Coronavirus. Lo ha stabilito l’ultimo decreto del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che entra in vigore oggi. In verità però il divieto è in vigore già da ieri perché al centro di un’ordinanza emessa dai ministri dell’Interno Luciana Lamorgese e della Salute Roberto Speranza.

L’obiettivo dell’ordinanza era quello di impedire alle persone di trasferirsi dal Nord al Sud, soprattutto dopo la chiusura di numerose fabbriche. Insomma si voleva evitare il ripetersi di quanto accaduto dopo la decisione di chiudere le scuole e poi di trasformare la Lombardia in una «zona rossa». Purtroppo le immagini dello Stretto di Messina di domenica sera raccontano tutt’altro. L’ordinanza è stata chiaramente disattesa. In tantissimi sono rientrati in Sicilia nonostante da ieri non si potesse tornare neanche se domiciliati o residenti oltre lo Stretto di Messina.

Chi non rispetta il divieto sarà denunciato per l’articolo 650 del codice penale che prevede l’arresto fino a tre mesi e l’ammenda fino a 206 euro. La disposizione avrà effetto fino al 3 aprile. Eppure Messina si è trovata di fronte ad un altro esodo dal nord Italia.

Chiudere lo Stretto

La Uiltrasporti di Messina chiede di chiudere subito lo Stretto. «Le ormai solite scene viste questa notte con un esodo quasi estivo per volume di autovetture imbarcate a Villa San Giovanni verso la Sicilia sulla nave di Caronte e Tourist fanno il paio con gli inusuali volumi di traffico passeggeri che riscontriamo ancora giornalmente sull’unico treno Inter City rimasto tra le sponde dello Stretto e che continua a sfornare una media di oltre 100 passeggeri al giorno verso la Sicilia. Lo stesso traffico di mezzi sulle navi si è registrato anche nelle serate di venerdì e sabato, dunque per l’intero fine settimana. Non abbiamo dubbi del massimo sforzo intrapreso per i dovuti controlli da parte di protezione civile e forze dell’ordine – dichiara Michele Barresi segretario generale della UIltrasporti Messina – ma quella nave e quel treno sono e restano “potenziali bombe sanitarie” per i tanti lavoratori impegnati e per tutti i cittadini siciliani chiamati a fare sforzi e sacrifici enormi per contenere il contagio”.

I Prefetti di Reggio Calabria e Messina chiedano al Ministero urgentemente l’applicazione in maniera stringente dell’articolo 1 del Decreto 22 marzo di Ministero della Salute e dell’Interno dove si vietano gli spostamenti da un comune all’altro. Ieri sulla nave da Villa ci risultano autovetture cariche di bagagli e persino un camper – conclude la Uiltrasporti – spostamenti apparente non certo legati a motivi di lavoro o sanitari. Si valuti quindi di sospendere, tranne che per sanitari e forze dell’ordine, ogni forma di traghettamento di passeggeri su gomma consentendo il transito merci e di interrompere per almeno sette giorni il trasporto ferroviario in entrata per la Sicilia.

Forza Italia

Tante le reazioni del mondo politico. La deputata messinese di Forza Italia attacca il Presidente Conte: «Continua a gestire l’emergenza Coronavirus tramite irresponsabili e caotici annunci show a mezzanotte. I ministri Speranza e Lamorgese solo con due settimane di ritardo firmano un’ordinanza per vietare gli spostamenti ingiustificati da un Comune all’altro. Risultato: continua il pericolosissimo esodo dalle regioni del Nord a quelle del Sud. Il Mezzogiorno e la Sicilia rischiano di pagare un prezzo altissimo a causa dell’incompetenza di chi siede a Palazzo Chigi. Il premier Conte invoca la collaborazione di tutti, ma con questi continui scivoloni crea solo immensi danni a tutto il Paese: sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico”.

Pd

I deputati Pd Pietro Navarra e Franco De Domenico, senza volere minimizzare la forza delle immagini bisogna, chiedono comunque di tenere conto che il numero delle corse è ridottissimo, che di notte le navi non viaggiano, e che ci sono tanti lavoratori pendolari che per motivi di precauzione stanno attraversandolo Stretto in auto. «Qualora ci siano soggetti diversi dai pendolari, regolarmente autorizzati ci si dovrà porre il problema di come evitare, una volta rientrati nel territorio siciliano, che possano ulteriormente aggravare la situazione di contagio. Riteniamo che l’unico modo sia quello di utilizzare gli alberghi, in questo momento chiusi, gli istituti religiosi con posti letto non utilizzati, e quant’altro di utile e metterli in quarantena. Una volta accertato che non sono stati contagiati dal virus, si permetterebbe loro di raggiungere le loro famiglie. Ci rivolgiamo in particolare, al Ministro degli Interni, Prefetto, Questore ed a tutte le forze dell’ordine, affinchè non lesinino risorse per affrontare con la massima determinazione, questo ulteriore e sensibile fronte di crisi».

Fratelli d’Italia

La deputata regionale di Fratelli d’Italia Ella Bucalo parla di “governo debole che agisce con approssimazione. «È la terza precipitosa ed incontrollata partenza di massa dal Nord, nonostante gli appelli, i divieti e nel bel mezzo di una emergenza sanitaria mondiale. Esistono decreti e limitazioni, questi ultimi a firma del ministro delle Infrastrutture e del ministro della Salute, ma nessuno li fa rispettare. La Sicilia rischia di pagare il prezzo più alto di questa pandemia, il tutto per superficialità e menefreghismo. Incredibile, come si sia potuto permettere in un’Italia “blindata”, ma con una semplice autocertificazione in mano, percorrere indisturbati migliaia di chilometri. Questa volta qualcuno dovrà pagare».

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Un commento

  1. Scusate, ma non era prevedibile? Tutti noi lo abbiamo pensato che sarebbe successo, perché non siete intervenuti prima per bloccarli. Ormai tutti sono giá dentro.

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