Coronavirus: focolaio Irccs. Finora 14 positivi ricoverati al Policlinico

Coronavirus: focolaio Irccs. Finora 14 positivi ricoverati al Policlinico

Rosaria Brancato

Coronavirus: focolaio Irccs. Finora 14 positivi ricoverati al Policlinico

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venerdì 20 Marzo 2020 - 20:37

Ultimora- Sale a 14 il numero dei positivi al coronavirus all'Irccs. Anche gli ultimi 6 sono stati trasferiti nel tardo pomeriggio al Policlinico

La situazione dell’Irccs diventa di ora in ora sempre più allarmante. Il presidio è diventato un focolaio per il virus. Agli 8 positivi già ricoverati al Policlinico tra mercoledì e ieri (il palermitano ed i 7 di ieri) si sono aggiunte altre 6 persone (degenti dell’irccs) che da stasera sono nel Padiglione H destinato al Covid 19. Il totale stasera è di 14 contagi

L’ondata di contagi

Riassumendo: il primo è un 48enne palermitano ricoverato all’Irccs in contrada Casazza dal 20 febbraio, che solo nei giorni scorsi è risultato positivo al virus. Subito dopo il trasferimento è apparso chiaro che il personale ed i degenti del reparto erano stati esposti al rischio contagio. Ed infatti dopo i primi tamponi altre 7 persone sono state ricoverate al Policlinico. Dei 7 una è una paziente dell’ospedale Piemonte (peraltro si trovava lì dopo un’operazione effettuata al Policlinico). Evidentemente il contagio si è “mosso” tra i due presidi dal momento che c’è personale che si sposta in entrambi i plessi. Mentre è polemica tra direzione generale e sindacati (cisl e uil), il numero dei contagiati è aumentato con altri 6 positivi. In totale dall’Irccs sono ben 14, (al momento) i contagiati.

Tensione con i sindacati

Si sono registrate scintille con i sindacati (in particolare Cisl Funzione Pubblica e Uil Fp) in merito alla gestione del personale. Le organizzazioni sindacali chiedono tamponi per TUTTO IL PERSONALE ED I DEGENTI, nonché la QUARANTENA che di fatto comporterebbe la sospensione delle attività all’Irccs-Piemonte. Si sta cercando una soluzione intermedia che potrebbe passare attraverso la sanificazione a scaglioni delle singole unità operative.

Cisl e Uil: tamponi e quarantena

La Cisl in mattinata ha chiesto con una nota indirizzata al dg Vincendo Barone “La sospensione di tutte le attività riabilitative e la collocazione in ferie d’ufficio del personale non necessario a garantire i bisogni assistenziali ai pazienti. Temiamo probabili danni all’incolumità dei lavoratori, dei pazienti e della collettività. Essendo venuti a conoscenza di ben due casi di Coronavirus nei reparti della Robotica e della CGA 3, anziché ricorrere alle forme di tutela previste dalla normativa, si è teso a mascherare la diffusione pandemica da CoVid-19, mettendo in ferie forzate tutto il personale venutone a contatto”

Per la responsabile organizzativa della Cisl Funzione Pubblica di Messina Giovanna Bicchieri tale condotta sarebbe da stigmatizzare, soprattutto nei confronti degli operatori che potrebbero anche rischiare di contrarre la patologia e contagiare i loro familiari. La Cisl Fp, quindi, ha chiesto la sospensione immediata delle ferie d’ufficio e che vengano effettuati urgentemente i necessari tamponi a tutti i lavoratori e a tutti i pazienti che sono venuti con i soggetti risultati positivi al CoVid19.

Cisl: Quarantena obbligatoria

Argomenti affrontati nel corso di un incontro tra dirigenza e sindacati nel corso del quale, su richiesta esplicita della Cisl Fp, si è convenuto che tutti i lavoratori – compresi quelli del Piemonte – saranno sottoposti al tampone. Coloro i quali sono stati a contatto con possibili vettori del virus, inizialmente posti in ferie d’ufficio, saranno collocati in quarantena obbligatoria con retroattività, revocando dunque le ferie d’ufficio. Saranno inoltre messi a disposizione alcuni posti letto nella struttura sanitaria per ospitare i lavoratori che hanno difficoltà a viaggiare o problematiche che potrebbero derivare dal lavoro svolto presso Unità Operative particolarmente fragili, in un momento così drammatico.

Toni durissimi da parte della Uil Fp, che già nei giorni scorsi aveva lanciato l’allarme sull’emergenza sanitaria nei due presidi. “La situazione d’emergenza sta causando fortissima preoccupazione ed evidenti disagi a tutti gli Operatori venuti in contatto direttamente o indirettamente con i pazienti infettati dal virus” scrivono Pippo Calapai, Mario Macrì, Maurizio Celona e Nino Nunnari, rispettivamente segretario generale, responsabile area medica e rappresentanti aziendali Piemonte e Irccs della Uil-Fpl Messina.

La Uil: non siamo carne da macello

Al fine di tutelare i lavoratori e le loro famiglie e rasserenare gli animi, la Uil-Fpl reitera con estrema urgenza la richiesta di sottoporre i lavoratori del Piemonte e dello Stabilimento Casazza all’esecuzione del tampone, iniziando prioritariamente dai lavoratori di quelle unità ospedaliere che sono entrate a “stretto contatto” con casi positivi. Inoltre, si chiede di avviare con urgenza le dimissioni di tutti i pazienti del ‘Presidio Casazza’ negativi al test, onde procedere alla indispensabile sanificazione degli ambienti di lavoro. Si rappresenta inoltre, il grave stato di emotività accumulato dai lavoratori, anche a causa di comportamenti non conformi alle linee guida da parte di chi ha responsabilità diretta delle funzioni igienico-organizzative previste per Legge. Nelle sedi opportune chiariremo questo aspetto, con prove testimoniali, che hanno demotivato in maniera forte i lavoratori, considerati quasi ‘carne da macello”

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Un commento

  1. Considerazioni di un libero cittadino, che vorrebbe la legge uguale per tutti e il rispetto della stessa da parte di tutti, per il bene unico e supremo della salute pubblica. Quindi, vorrei fare notare:
    A – Il paziente palermitano è stato ricoverato giorno 20 febbraio, quando la crisi era appena agli inizi ed interessava solo alcune aree del nord Italia. Il paziente proveniva dal Nord Italia e da aree a rischio?
    B – Il virus ha un periodo di incubazione di 5.7 giorni (OMS) e fino ad un massimo di 15 giorni (molto raramente osservato un periodo di latenza fino a 21 giorni. Eccezione fanno, ovviamente, gli asintomatici).
    C – Il paziente palermitano manifesta i suoi sintomi ben oltre i 15 giorni, infatti le informazioni di stampa parlano di una data tra il 14 e il 16 marzo (incerto, scelgo la prima), quindi ben 22/24 giorni dopo il ricovero. E’ quasi impossibile sia stato ricoverato già in condizioni di contagio e che abbia potuto contagiare lui per primo altri pazienti e personale medico/paramedico.
    D – Vi è personale medico/paramedico di IRCCS/Piemonte coinvolto, direttamente o indirettamente, nella “sciata di gruppo” in Trentino o altrove, comunque proveniente dal Nord Italia da aree a rischio? Se si, vi è personale che è rientrato in servizio in una delle 2 strutture sanitarie nei 7 giorni precedenti al manifestarsi del contagio del paziente palermitano, e senza preventiva quarantena domiciliare?
    E – Il paziente transitato dal Policlinico Universitario di Messina e poi verso l’Ospedale Piemonte e l’IRCCS ha avuto contatto involontario con personale medico o parti delle strutture sanitarie già coinvolti nei casi di contagio di rientro dal Trentino?
    E’ ovvio che con la presente considerazione non intendo colpevolizzare ne’ condannare nessuno, quindi nessun si senta “punto” o parli “di senza peccato”, perché sarebbe solo banale perdita di tempo e distrazione dagli avvenimenti, anche perché di presunte vittime in questo momento non ne vogliamo: la vittima è la Città di Messina e chi è stato, suo malgrado, colpito dagli eventi. Si vuole solo porre in giusto risalto la sequenza temporale degli avvenimenti per isolare quanto prima possibile le cause e le persone coinvolte nella diffusione del virus, per il bene primario dei diretti interessati, pazienti, medici e personale paramedico, così come per il bene unico e supremo della Città di Messina.

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