Coronavirus. Il sit-in della Fsi-Usae: "Preveniamo" nuovi focolai

Coronavirus. Il sit-in della Fsi-Usae: “Preveniamo” nuovi focolai

Emanuela Giorgianni

Coronavirus. Il sit-in della Fsi-Usae: “Preveniamo” nuovi focolai

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mercoledì 26 Agosto 2020 - 07:00

“A Musumeci chiediamo tamponi rapidi per chi entra in Sicilia e due soli ospedali per malati Covid”.

Grande partecipazione al sit-in, organizzato dalla Federazione Sindacati Indipendenti,organizzazione costituente della confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei, tenutosi a Messina, al viale della Libertà presso la Marina del Nettuno. Obiettivo: reclamare e sensibilizzare sul rischio che il recente aumento dei contagi da Covid-19 possa trasformarsi in pericolosi focolai. Ha partecipato una delegazione della Fsi-Usae Sicilia composta da Segretari Territoriali provenienti dalle province siciliane, dirigenti sindacali e associati del sindacato e addetti del settore sanità, infermieri, tecnici, oss.

La replica all’ordinanza Musumeci

I segretari territoriali delle province della Fsi-Usae hanno replicato anche alle dichiarazioni e all’ordinanza di ieri del Presidente della Regione Nello Musumeci: “D’accordo sui controlli ai migranti, il governo centrale non può ammassarli come nei campi di concentramento o nei ghetti ma deve fornire strutture idonee. I siciliani sono stati storicamente sempre accoglienti e solidali ma questo non significa lasciare sola la Sicilia nel gestire continuamente l’arrivo dei migranti, situazione aggravata dall’emergenza Covid. I migranti, alcuni positivi al Covid, che vivono in condizioni disumane scappano dal Centro di Pian del Lago di Caltanissetta mettendo a rischio la vita dei cittadini siciliani, stessa cosa nelle tensostrutture allestite a Porto Empedocle e a Lampedusa, centri che stanno scoppiando. Sono persone umane e tali vanno trattate”, dichiara Calogero Coniglio, segretario regionale.

“Al Presidente ribadiamo che per la prevenzione durante questa emergenza Covid, i controlli sui migranti non sono sufficienti, non si possono fare i tamponi solo ai voli che provengono da 4 Stati individuati con alti contagi ma su tutti i voli che arrivano negli aeroporti siciliani da qualsiasi parte dell’Italia e dell’Europa, stessa cosa nello stretto di Messina. L’estate è finita, inizia il contro esodo. Il traffico auto sarà ordinario, molto inferiore, prettamente di lavoratori pendolari e autotrasportatori. Stessa cosa per le ferrovie, con i tagli del governo, i treni da e per il nord sono solo due al giorno. La situazione, quindi, è facile da monitorare negli aeroporti, nei porti e agli sbarchi sullo stretto di Messina predisponendo presidi sanitari fissi”, spiega Coniglio.

Test rapidi

La Sicilia si prepara ad affrontare l’autunno e la Fsi-Usae propone di farlo con uno strumento rapido per tenere sotto controllo la diffusione del Covid-19, mettendo in sicurezza tutti gli ingressi nella Regione, con i test rapidi, certificati dall’Ausl della Romagna in collaborazione con l’ Istituto ortopedico Rizzoli-Sant’Orsola di Bologna e l’Istituto nazionale malattie infettive “L. Spallanzani” di Roma. Si tratta di test che, hanno due vantaggi: la rapidità e il costo minore a carico del sistema sanitario. I test della ricerca dell’antigene vengono infatti eseguiti mediamente in 12-13 minuti, mentre per i tamponi classici occorre aspettare un tempo medio tra le 3 e le 6 ore. Inoltre, a fronte dei 15-20 euro di costo per il tampone classico, la spesa per un test rapido si aggira sugli 8-12 euro. In questo modo, negli aeroporti, porti e sullo stretto di Messina sarà possibile valutare, senza far perdere tempo ai passeggeri, subito le persone con Covid-19 e isolarle in attesa di un’eventuale conferma con test molecolare e permetterà una maggiore efficienza e sicurezza per i siciliani, consentendo di mantenere gli ospedali ‘puliti’ per garantire la sicurezza dei pazienti e degli operatori sanitari.

Due ospedali

“Per la difesa del servizio sanitario regionale la seconda proposta della Fsi-UsaeSicilia è di utilizzate solo due strutture dedicate per i malati Covid, una per la Sicilia occidentale e una per quella orientale, per decongestionare le attività delle 17 aziende, dove la presenza di positivi al Coronavirus può rendere inoperosi gli altri reparti. Si è verificato, infatti, che i pazienti acuti e cronici affetti da patologie non Covid, per la paura del contagio, hanno rinunciato a curarsi con gravi danni per la loro salute”.

Coinvolgeremo alle nostre iniziative tutte le parti in causa, istituzioni, cittadini e lavoratori ed è necessario che il governo regionale e centrale si attivino in questa direzione essendo responsabili della sanità pubblica”, conclude Coniglio.

I Segretari provinciali e componenti della Segreteria Regionale Fsi-Usae Salvatore Ballacchino, Salvatore Bracchitta, Salvatore Di Natale, Renzo Spada, Maurizio Cirignotta e Pier Paolo Di Marco La Fsi-Usae Sicilia chiedono, pertanto, di correre ai ripari prevedendo misure speciali per chi proviene da fuori regione, per contenere e arginare al meglio il rischio di nuovi focolai. “Chiediamo, pertanto, un’ordinanza che preveda l’obbligo di sottoporre a test rapido obbligatorio le persone che entrano in Sicilia, e attendiamo adesso di essere tempestivamente convocati dal Presidente della Regione”.

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