Corsa alla segreteria dèm, Paola De Micheli a Reggio: «No all'autonomia differenziata» FOTO

Corsa alla segreteria dèm, Paola De Micheli a Reggio: «No all’autonomia differenziata» FOTO

mario meliado

Corsa alla segreteria dèm, Paola De Micheli a Reggio: «No all’autonomia differenziata» FOTO

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venerdì 03 Febbraio 2023 - 16:35

Presentata oggi la piattaforma programmatica dell'ex ministro. Che biasima il "finto unanimismo" e sogna un partito in cui iscritti (e donne) contino di più

REGGIO CALABRIA – Consiglieri e assessori comunali, ma anche i top supporter Nicola Adamo ed Enzo Bruno Bossio, a ranghi serrati il segretario cittadino Valeria Bonforte, il metropolitano Antonio Morabito e il regionale e neosenatore Nicola Irto, diversi politici d’esperienza e “strutturati” di partito hanno accolto a Reggio Calabria l’ex ministro a Infrastrutture & Trasporti Paola De Micheli.

Un secco “no” al disegno autonomistico

Paola De Micheli durante l'incontro alla Federazione del Pd

Ha avuto luogo oggi la tappa reggina della corsa alla segreteria nazionale del Partito democratico da parte della deputata piacentina (giunta con ottimo anticipo; al punto che i locali della Federazione non erano neanche aperti).

La De Micheli ha sfoggiato idee molto nette, almeno apparentemente alquanto diverse da quelle di un altro importantissimo aspirante alla segreteria come Stefano Bonaccini: il Governatore emiliano l’autonomia differenziata (anche se non “questa”, appena passata sotto il segno della Lega e di Roberto Calderoli) la propose, salvi riposizionamenti legati a una sorta di “corsa a Sinistra” all’interno del partito per gli aspiranti leader («Ma in realtà io credo ci si debba riposizionare sulle persone: in questo Congresso dovrebbero venir fuori le idee per rendere migliore la vita delle persone e cambiare in meglio la società: questo è il vero riposizionamento di cui ha bisogno il Pd…»).

Paola De Micheli

Lei invece dice in molto molto netto che al “tavolo” al quale si discuterà del provvedimento e di come meglio modificarlo non vuole neanche sedersi: « Ma poi sapete quanti vantaggi avranno in concreto piccole e medie imprese, “nel cui nome” si vuol vararare l’autonomia differenziata? Zero! Anche per questo motivo e per spazzare via tutte le sciocchezze che sono state dette fin qui, occorre opporsi con tutte le forze a un disegno scellerato che, qualsiasi forma o correttivo possa assumere, sicuramente peggiorerà le cose e amplierà il divario tra la parte ricca e quella povera del Paese».

«Pronta a riformare il partito in profondità»

Qual è la “concretezza” (per citare il tema-chiave della sua mozione) che Paola De Micheli pensa di mettere in campo per rivoluzionare in meglio il Partito democratico? «Diciamo che penso d’averla già dimostrata; anche qui in Calabria, cimentandomi con un po’ di problemi infrastrutturali, dal porto di Gioia Tauro all’Alta velocità, dalle risorse per le strade provinciali a un progetto effettivamente realizzabile per il Ponte sullo Stretto…».

Ma l’aspetto più “concreto” col quale la candidata alla leadership dèm vuol misurarsi è una profonda riforma del Pd, a suo avviso assolutamente necessaria: «Siamo passati da 12 milioni di voti a 5 milioni 400mila… Io credo che il partito vada cambiato facendo contare molto di più gli iscritti. Inutile che si dica che le cose cambieranno, che non ci saranno più le correnti… noi i dirigenti li abbiamo già cambiati, li cambiamo ogni due anni!, ma non è cambiato niente. La verità – aggiunge la De Micheli – è che le piattaforme programmatiche di Bonaccini, Schlein e Cuperlo non sono affatto sovrapponibili alla mia: sono l’unica a tratteggiare la proposta di una riforma del partito».

«Le donne contino, basta maschilismo nel Pd»

Paola De Micheli

Non mancano anche altre peculiarità. Per esempio, lo sbandierato meridionalismo – per quanto fra i quattro candidati alla segreteria tre siano espressione dell’Emilia Romagna, più il triestino Gianni Cuperlo – e la singolare battaglia che l’ex ministro vuol ingaggiare contro il ritenuto maschilismo predominante nel Pd: «C’è una certa ostilità verso le militanti. Noi del partito, finora, se c’era da scegliere donne per candidature o posizioni importanti abbiamo guardato quasi esclusivamente alla società civile: le militanti andavano bene solo se c’era da lavorare, fare volantinaggio o allestire gazebo… Così non può andare bene».

Ma l’aspetto forse più rilevante dell’analisi di Paola De Micheli rispetto al passato anche recente, e quanto a ritenuti “strafalcioni politici” che durante un ipotetico suo mandato da segretario nazionale cercherebbe in tutti i modi da impedire, riguarda il cambiamento – in meglio – che c’è stato da certe leadership fintounitarie del passato; non necessariamente solo su scala nazionale, ammonisce lei.

«Credo che la contendibilità e il confronto siano il sale della democrazia: non sopporto più l’unanimismo “di facciata”. Abbiamo visto dimettersi anche troppi segretari che fino al giorno prima avevano preso deliberazioni “unanimi”… io non mi son mai sottratta dal dire quello che penso e votare di conseguenza.

Questo spirito critico, peraltro, è un vero punto di forza del Partito democratico: silenziarlo, trasformando la giusta e doverosa unità in pseudounanimismo è stato un grave errore e ci ha impedito d’evolvere. Io se, come spero, sarò segretaria non vorrò essere circondata da yesmen che mi danno sempre ragione: al contrario, vorrei tanto avere attorno persone che mi dicano quando sbaglio, senza lasciarmi acriticamente nella mia comfort zone».

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