Il sindaco del 1899: "Un disastro finanziario, o inganniamo i cittadini o aumentiamo i balzelli"

Il sindaco del 1899: “Un disastro finanziario, o inganniamo i cittadini o aumentiamo i balzelli”

Rosaria Brancato

Il sindaco del 1899: “Un disastro finanziario, o inganniamo i cittadini o aumentiamo i balzelli”

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martedì 13 Novembre 2012 - 17:55

Le cronache di un secolo fa, riportate nel libro di Attilio Borda Bossana, ci raccontano di un Comune di Messina sull'orlo del dissesto, con il sindaco di allora che scriveva le stesse cose che leggiamo oggi: "E' un disastro finanziario che c'impone una scelta: o continuiamo ad ingannare il Paese o proponiamo nuovi balzelli agli esausti contribuenti". Ecco come finì...

Si chiamano corsi e ricorsi storici e fa amaramente sorridere quel brano di storia tutta messinese che il capo ufficio stampa del Comune di Messina, Attilio Borda Bossana, ci ha voluto ricordare attingendo alle cronache di un secolo fa quando, ad essere nei panni del commissario Croce erano altri protagonisti. Per fortuna allora ci fu il lieto fine e ci auguriamo che accada lo stesso.

“Tra corsi e ricorsi della storia cittadina, una criticità finanziaria come quella attuale, evidenziata ieri dal commissario straordinario Luigi Croce, può ritrovarsi 113 anni fa. Sempre a novembre, quando, dopo l’elezione della Giunta municipale, il 7 novembre 1899, l'allora sindaco eletto Antonio Martino, nell'insediarsi, enumerando i problemi che affliggevano la Città di quel tempo, indicò primo fra tutti, il “dissesto economico in cui versavano le casse comunali”.

Come racconta Borda Bossana nel suo libro “I protagonisti del palazzo di Città Messina 1861-2012” un mese dopo l’insediamento della giunta il 22 dicembre 1899 il sindaco Martino, dimissionario con i tre assessori Giuseppe Chirico Cardillo, Giovanni Patti ed Angelo Marchese, attraverso un manifesto pubblico si rivolsero alla cittadinanza con termini e contenuti che sembrano quasi scritti ieri dal commissario Croce, tanta è la somiglianza: “Venuti, pochi mesi or sono, all’Amministrazione attiva del Comune, ne trovammo in tale disastro le finanze che nessun bilancio era possibile, il quale non fosse una completa mistificazione, un inganno. Ci s’imponeva perciò una scelta: o continuare ad ingannare il Paese, o proporre nuovi balzelli agli esausti contribuenti, o aprire al Comune nuove sorgenti di introiti, municipalizzando grado a grado quei pubblici servizi, che ne sono stati riconosciuti più suscettibili, e principalmente l’acqua potabile, la luce, il dazio di consumo, sfruttati finora a danno vostro e a tutto profitto di speculatori e affaristi…

Il linguaggio è quello di oltre un secolo fa, ma i contenuti sono gli stessi: c’è il “disastro delle finanze tale per cui nessun bilancio è possibile” se non, una completa mistificazione, un inganno, che tradotto nel linguaggio del duemila è quell’ormai noto “rischio di falso in bilancio” non più reato dopo gli anni berlusconiani. E c’è, ancora simile, la terribile scelta che s’impone agli amministratori di oggi come a quelli di allora: o continuare a ingannare Messina o proporre nuovi balzelli agli esausti contribuenti.

Leggere queste cronache fa quasi paura per la somiglianza. C’è poi la postilla sui servizi non ancora resi pubblici, come l’acqua o la luce, fino a quel momento fonte di ricchezza per “speculatori e affaristi”. Uno spaccato che fa riflettere, perché è casa nostra esattamente nel 1899.

Il 5 febbraio del 1900, come racconta ancora Attilio Borda Bossana fu promulgato il decreto reale di scioglimento del Consiglio ed il 12 febbraio la nomina del Regio commissario Giulio Cacciò, che resto in carica sino alle elezioni del 29 luglio 1900. Nella relazione che portò allo scioglimento del Consiglio, redatta dal comm. Carlo Chiaro, dell'Ispettorato del Ministero dell'Interno, tra l'altro si evidenziava “una profonda disorganizzazione dei più importanti servizi pubblici e la disdetta di gravi difficoltà finanziarie”.

Non c’erano ancora l’Atm, Messinambiente e l’Ato3, ma già il caos era imperante così come le ristrettezze del bilancio. Dopo lo scioglimento del Consiglio la nuova amministrazione fu guidata sempre da Antonio Martino (il nonno dell’esponente politico del Pdl) che avviò una serie di provvedimenti di risanamento e di rilancio economico della città.

Pare che leggendo il dibattito sul bilancio di quegli anni emergano non solo le stesse frasi, ma persino gli stessi problemi attuali.

Magari chissà, se leggessimo quelle pagine di storia potremmo persino trovare idee e soluzioni per il 2012…La storia serve anche a questo, ad imparare le lezioni.

Rosaria Brancato

9 commenti

  1. la storia non è cambiata e anche prima del terremoto il buddace era sempre lo stesso.Colpa di Garibaldi!!

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  2. Fai bene ,cara Rosaria BRANCATO, a ricordare il risanamento finanziario, portato a termine dal nostro sindaco Antonio MARTINO all’inizio del secolo scorso. Quanta differenza con il nostro sindaco di ieri, Peppino BUZZANCA, scappato a gambe levate e poi trombato alle elezioni regionali. Do una notizia in anteprima mondiale, GIOVEDI’ 15 NOVEMBRE, Peppino BUZZANCA rassegnerà le dimissioni da coordinatore provinciale del POPOLO DELLA LIBERTA’. Sono state richieste da Angelino ALFANO, per la sonora sconfitta nella Provincia di Messina, con l’assenso del senatore NANIA e di Rocco CRIMI. Si chiude così una carriera politica senza infamia e senza lode, non sarà ricordato nemmeno per gli svincoli, peccato, perchè è una delle cause dei conti in profondo rosso. S C H E R Z A V O, caro PEPPINO, lo so bene che i politici di mestiere non lasciano nemmeno se li prendi a cannonate.

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  3. Sì, molto interessante.
    Tuttavia, c’è un aspetto, a mio sommesso avviso, inquietante: la postilla, proprio quella.
    No, perchè se il messaggio è quello di diventare un comune o uno Stato socialista (più di quanto non lo siamo già), non so proprio cosa ci sia da rendere “pubblico”.

    “[…] municipalizzando grado a grado quei pubblici servizi, che ne sono stati riconosciuti più suscettibili, e principalmente l’acqua potabile, la luce, il dazio di consumo, sfruttati finora a danno vostro e a tutto profitto di speculatori e affaristi…”

    Quindi, ricapitoliamo: cosa c’è oggi di privato in tutto ciò? La luce? L’ENI è privata? L’autorità per l’energia e il gas è privata? Chi decide i (sistematici) rincari?
    L’acqua è privata? Il servizio di nettezza urbana lo è? Il servizio di trasporto pubblico? Abbiamo introdotto persino la tassa per il soggiorno dei quei malcapitati turisti! E quindi?

    Diciamoci le cose come stanno: il fallimento della gestione dei servizi pubblici, a Messina, è sotto gli occhi di tutti! Nel corso di 113 anni quelle cose sono state “municipalizzate” e i risultati non sono, oserei dire, esaltanti. Concorsi per l’assunzione? Meritocrazia? Responsabilità?
    Almeno nelle aziende private – quelle vere – se sei incapace e scansafatiche, vai via. Qui ci tocca tenerli tutti. E non solo, dobbiamo (con le nostre strabenedette tasse) pagarli per vederli rigirarsi i pollici. Eh, sai, ma loro hanno i diritti e la dignità… finchè continueremo a farci estorcere denaro per avere 20 autobus, strade dissestate, acqua a singhiozzo, immondizia dappertutto, ecc.!
    Poi, magari, quello cieco sono io. Tutto è possibile.

    Pubblico è bello! Basta che paghino gli altri.

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  4. A proposito del dissesto, segnalo al dott. croce il danno subito da questo Comune da quei consiglieri comunali che hanno dichiarato un lavoro falso per ottenere, oltre la diaria e lo stipendio da consigliere, un indebito rimborso. Si tratta a mio avviso di una truffa bella e buona che la comunitá ha dovuto subire e che pertanto deve essere perseguita. A costoro non bastava abbeverarsi senza alcun curriculum alla greppia della politica percependo uno stipendio da consigliere, hanno cercato di mungere ancora la collettivitá chiedendo un rimborso per un llavori che in realtá non esisteva. Da ex procuratore il dott. Croce conosce bene il reato e mi auguro possa perseguirlo correttamente.

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  5. Cara Rosaria, se me lo permetti, vorrei manifestare la mia soddisfazione per Elena DE PASQUALE, oggi giornalista della Gazzatta del Sud, ieri la DINA di TempoStretto. L’articolo sul tema di grande attualità, ” ECCO COME FUNZIONA IL DECRETO SALVA ENTI “, è puntuale e scorrevole, così come lo erano i suoi apprezzati articoli sul nostro giornale on line.
    C O M P L I M E N T I Elena, in bocca al lupo, crepi il lupo.

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  6. Mariella De Francesco 13 Novembre 2012 22:26

    che belle notizie!! Siete sicuri?

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  7. francotomasello 14 Novembre 2012 07:29

    anche nel 1900 c’era un capo ufficio stampa ????????????????????????????
    che ha denunciato per tempo il disastro ???????????????????????????????????

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  8. precario affamato 14 Novembre 2012 07:59

    BENE BENE BENE ORA CHE SAPPIAMO CHE TANTISSIMI ANNI E GIA SUCCESSO IL FALLIMENTO DEL COMUNE SIAMO TUTTI PIU CONTENTI SOLO CHE ALLORA NON ERAVAMO REPUBBLICA CIOE DEMOCRAZIA A DIMENTICAVO LO SAPETE QUANTO PERCEPISCE ADDETTO STAMPA DEL COMUNE MOLTO MOLTO MOLTO SI DICE SOPRA I CENTOMILA EURO E PIU OGNI ANNO PIU IL PERSONALE DELL.APPARATO SOLO PER LA RASSEGNA STAMPA CHE NE DICE ILL.DOTT. CROCE CHE DICE LO FACCIAMO UN UN PO DI RISPARMIO ANCHE IN QUESTO SETTORE.DAI IL RISPARMIO DEVE ESSERE X TUTTI

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  9. chi è, quello che fà i libri nostre spese??

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