Manfredi: “Già venduti 1.800 biglietti per la partita contro il Catania. Puntiamo a 20mila”

Sono lontani i tempi in cui l’ex patron Pietro Lo Monaco sbraitava per l’organizzazione dei concerti di Vasco Rossi e Jovanotti allo stadio San Filippo. Quei concerti, oltre a migliaia di fan, hanno comportato una piccola ristrutturazione dello stadio, “abbandonato” in coincidenza con le sfortune del calcio messinese a partire dal 2008. Dopo anni in cui il San Filippo è rimasto agibile per appena 7mila spettatori, una quota insufficiente in una sola occasione, il Messina-Cosenza della stagione 2012-13 che valse il primo posto in serie D, in questa stagione lo stadio può essere agibile per tutti i suoi 40mila posti.

Già contro la Lupa Castelli Romani la capienza è stata aumentata fino a quasi 10mila spettatori, cifra che sarà raddoppiata per la prossima partita interna, quella contro il Catania, che si disputerà domenica 15 novembre, quando verrà riaperta la Tribuna B, chiusa appunto dal 2008.

La disponibilità di 20mila biglietti non è casuale né sovrabbondante. Lo ha detto in sala stampa, al termine della partita contro la Lupa Castelli Romani, il direttore generale Lello Manfredi: “Se abbiamo chiesto l’agibilità per 20mila posti è perché l’obiettivo è quello di portare 20mila persone allo stadio. So che può sembrare un numero spropositato rispetto alla categoria, ma se oggi eravamo seimila lavoreremo per raggiungere i 20mila contro il Catania. In settimana faremo una conferenza stampa di presentazione dell’evento, che va oltre la partita. I messinesi dovranno essere protagonisti per raggiungere quest’obiettivo. In pochi giorni abbiamo già staccato 1.800 biglietti e siamo certi che i numeri saliranno in fretta. Anzi faremo un conteggio che aggiorneremo costantemente, per vedere quanta gente riusciamo a portare allo stadio. Già aver fatto seimila spettatori oggi è una grande soddisfazione perché, sin dalla presentazione, dissi che al centro del progetto ci sono i tifosi e gli sportivi. Senza di loro che sport è?”.

Non c’è il rischio di guardare troppo avanti? “Abbiamo l’obiettivo di portare sempre più gente allo stadio – conclude Manfredi -. Gran parte del merito è della squadra, ma un pizzico è anche dello staff che lavora per questo. Il nostro lavoro è diverso da quello dello staff tecnico: loro lavorano sul campo, partita per partita, cercando di raggiungere anzitutto la salvezza e poi eventualmente altro; noi, invece, possiamo anche pensare ai prossimi impegni. Mi piace lavorare per ottenere il massimo, poi ci si potrà riuscire o meno ma è importante dare tutto sé stessi”.

(Marco Ipsale)