Covid 19. Marco, rimasto a Strasburgo: "La quarantena fa emergere l'inventiva"

Covid 19. Marco, rimasto a Strasburgo: “La quarantena fa emergere l’inventiva”

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Covid 19. Marco, rimasto a Strasburgo: “La quarantena fa emergere l’inventiva”

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mercoledì 15 Aprile 2020 - 13:25

Marco Provenzano ha scelto di restare a Strasburgo per non mettere a rischio la salute dei suoi cari. "La quarantena però può far emergere l'inventiva. Vince chi si adatta"

Marco Provenzano, ha 35 anni e da molti anni vive e lavora lontano da casa. E’ dottore di ricerca in Storia del cristianesimo antico presso l’Università di Strasburgo e chargé de cours d’italiano presso l’istituto universitario dell’Engees. Assistente professore d’italiano presso il Collège International de l’Esplanade di Strasburgo e del Collège Édouard Schuré di Barr. E’ rimasto a Strasburgo poiché in uno degli istituti dove lavora sono stati riscontrati diversi casi di Covid-19: mettersi in viaggio non sarebbe stato assolutamente un atto responsabile.

La necessità madre dell’invenzione

« Il vero creatore è la necessità, che è la madre della nostra invenzione » Questa citazione è tratta dalla Repubblica di Platone (II. 369c) ed è la frase che ho inviato via email ai miei studenti universitari di Strasburgo, città in cui vivo e lavoro dal 2013, dopo le disposizioni volute da Macron il 13 di marzo. L’affermazione di Platone mi è stata molto utile per spiegare loro che il non poter proseguire i corsi normalmente in sede universitaria, non avrebbe tolto nulla al valore del confronto cui eravamo da sempre abituati. Questo grazie soprattutto alla loro indubbia passione verso l’apprendimento ed a un’importante risorsa tecnologica: Google Meet. Un prezioso mélange che avrebbe reso ancora più forte la loro coesione come gruppo consentendo loro di realizzare un’ideale vicinanza fisica.

Vince chi si adatta

Davanti a un cambiamento repentino che costringe a rivedere radicalmente abitudini, stili di vita, modi di fare, è necessario usare dunque l’arma più potente di cui l’uomo dispone: l’ingegno, l’arte di arrangiarsi. Vince chi si adatta e chi ribalta in positivo quegli elementi che hanno alla base forti tinte negative. Certo, non è possibile paragonare alcun contatto reale a qualsivoglia rapporto virtuale. Tuttavia quest’ultimo può e deve rappresentare un assaggio, una buona parvenza di quello che è stato e di quello che sarà certamente tra non molto. Magari con sfumature più interessanti: per dirla alla Lessing (1729 – 1781) «l’attesa del piacere è essa stessa il piacere» (Minna von Barnhelm IV, 6).

La quarantena “positiva”

Io e i miei studenti, pertanto, grazie al supporto della “buona tecnologia”, abbiamo continuato a svolgere i nostri corsi rinforzando proficui legami d’amicizia. La quarantena può e deve essere, dunque, un momento in cui fare emergere l’inventiva umana, esprimendo magari i lati più giocosi del nostro carattere: per esempio, con amici e parenti abbiamo festeggiato eventi importanti – ma anche condiviso momenti ordinari – via social utilizzando di quest’ultimi quelle potenzialità divertenti a cui forse saremmo più reticenti in tempi ordinari.

Profonda riflessione

La quarantena può e deve essere un momento di profonda riflessione per valorizzare ogni bene che si pensava ovvio e di cui oggi siamo, per forza di cose, privi. È la valorizzazione del gesto ordinario, che scontato e banale sembra ma non è, che assumerà ben altro sapore quando tutto questo sarà una pagina di storia sfogliata.

Marco Provenzano

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