Fallimento Corio srl, seconda condanna per la "regina" dei detective

Fallimento Corio srl, seconda condanna per la “regina” dei detective

Alessandra Serio

Fallimento Corio srl, seconda condanna per la “regina” dei detective

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mercoledì 21 Dicembre 2016 - 23:42

Quattro condanne per il fallimento, decretato nel 2009, della Coiro srl ex Vigilnot, la società di guardie giurate gestite dalla Coiro, già al centro del processo per la bancarotta de "Il detective"

E' arrivata nella tarda serata di ieri la sentenza del Tribunale di Messina alla fine del processo per il fallimento della Coiro srl, la società di vigilanza privata in cui era già confluita la Vigilnot, la sigla che assicurava la security a molti enti messinesi. La Corte (presidente Grasso) ha condannato Domenico Macrì, Antonino Romano, Daniela e Cristina Coiro, ritenuti responsabile di due distinte ipotesi di bancaratto documentale e patrimoniale.

Il Collegio ha deciso pene severe a per Daniela Corio e Antonio Romano, amministratrice di fatto e amministratore sukla carta, entrambi condannati ad anni 4, per i quali l'accusa aveva chiesto rispettivamente anni 3 e mesi 4 per la prima ed anni 2 per il secondo; Macrì, altro amministratore de facto, è stato condannato ad anni 2 di reclusione, a fronte di una richiesta di anni 3 della Procura. Per Corio Cristina, anche lei socia, il collegio ha disposto la condanna a anni 3 di reclusione. Gli imputati sono stati difesi dagli Avvocati Nino Cacia, Carmelo Raspaolo, Daniela Agnello, Alfio Ardizzone e Marcello Minasi.

Sostanzialmente ai quattro la Procura contesta di aver svuotato le casse della società di 60 mila euro, per sottrarli alle pretese dei creditori, e aver "confuso" le carte contabili per non permettere di ricostruire il patrimonio.

La ex Vigilnot fu dichiarata fallita nel 2009. Nel 2014 la Coiro è stata condannata in primo grado per il fallimento dell'altra sigla di guardie giurate e investigazioni private, la storica "Il detective".

"Si tratta di una pena assai severa che delude le aspettive della difesa – commenta l'avvocato Cacia – Non appena lette le motivazioni proporremo atto di appello con cui si dimostrerà la documentale estraneità della mia assistita daniela corio alle condotte ritenute in sentenza".

Alessandra Serio

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