La riflessione - La maledizione della prima luna

La riflessione – La maledizione della prima luna

La riflessione – La maledizione della prima luna

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domenica 12 Giugno 2011 - 07:51

«Dal nuovo museo agli svincoli, dallo stadio alle opere post-alluvione di Giampilieri, dalle buche per strada al ponte sullo Stretto, dal Palacultura al risanamento, dal water front al punto franco, dalla Messina-Palermo al raddoppio ferroviario passando per la metromare i tempi di realizzazione sono biblici, estenuanti, indefiniti ed indefinibili»

Ho ascoltato le parole amare di Lello Manfredi, organizzatore del concerto di Vasco Rossi, previsto il 26 giugno al San Filippo e cancellato in seguito al crollo di un muro dello stadio, avvenuto il 6 maggio scorso. Gli organizzatori stanno avviando contatti con i sindaci di Catania e Reggio Calabria per verificare se sarà possibile far svolgere lì il concerto, l’unico del sud, a settembre: “ In questo momento- spiegava nell’intervista Manfredi- non abbiamo nessuna certezza che entro settembre possa essere sistemato un muro di meno di 10 metri”. Manfredi è uno dei migliori organizzatori di eventi in Sicilia, è uno che ci mette la faccia, il lavoro, la passione, i soldi, e conoscendolo bene so quanto la cosa che più lo amareggia è proprio quel dover andare a casa dei vicini, Reggio o Catania,perché Messina non offre nessuna certezza (né tantomeno vaga probabilità) che un muro di 9 metri sia riparato in tre mesi, come dimostra il fatto che dal 6 maggio non è stato fatto assolutamente nulla. A Messina, oggi, non c’è neanche un cittadino che scommetterebbe un euro sulla risoluzione del problema entro settembre. Del resto, se per costruire lo stadio sono stati necessari quasi 20 anni (età media di quasi tutte le opere pubbliche messinesi),tra via-vai di imprese, sospensioni, ricorsi, perché mai dovremmo pensare che la riparazione del guaio avvenga in 90 giorni???? Per dignità vorrei sorvolare sul fatto che il muro non è crollato per un cataclisma naturale, per un terremoto, un nubifragio, una tempesta spaziale, ma è venuto giù perché è stato montato al contrario (o meglio, i pezzi di ferro sono stati montati al contrario), fatto questo che, oltre ad inorridire messinesi e non, ha giustamente spinto i vigili del fuoco a evidenziare che “si è verificato un evento che sembrava limitato al crollo di un concio del muro di contenimento di 9 metri, ma successivamente si è constatato che il crollo è suscettibile di interessare una porzione di 70 metri che presenta lo stesso errore costruttivo”. In parole povere, tutto il muro è stato costruito al contrario, quando facciamo danni li facciamo bene, con cura…..e ci stiamo 18 anni per costruire un errore. Bene scrive la Live nation srl, che sta organizzando il tour di Vasco: “sarà arduo a spiegare a 35 mila persone provenienti da tutta Italia che in Sicilia gli stadi vengono collaudati con i muri al contrario (!) e che in un mese l’amministrazione non pone in essere quanto necessario per rendere possibile l’evento”. Infatti sarà arduo spiegarlo ai 35 mila provenienti da tutta Italia, perché invece a noi messinesi il fatto non stupisce per nulla, ci siamo abituati. Nessuno si è mai illuso che dal 6 maggio, data del crollo, in più di un mese avremmo visto anche solo l’inizio dei lavori. In questa città accadono cose inspiegabili con la logica comune, non dico del cittadino di Como o Bolzano, ma persino con quella di Reggio Calabria che ha realizzato un lungomare in pochi mesi e sgomberato i campi rom in poche settimane. Dal nuovo museo agli svincoli, dallo stadio alle opere post-alluvione di Giampilieri, dalle buche per strada al ponte sullo Stretto, dal Palacultura al risanamento, dal water front al punto franco, dalla Messina-Palermo al raddoppio ferroviario passando per la metromare i tempi di realizzazione sono biblici, estenuanti, indefiniti ed indefinibili quasi incombesse una sorta di “Maledizione della prima luna” che blocca anime e corpi per almeno un decennio. Una settimana dopo il terremoto in Giappone abbiamo visto pubblicate su tutti i giornali le foto delle strade devastate dal sisma e perfettamente riparate e rese percorribili. Nessuno osa sperare tanto, non ce l’abbiamo nel Dna,ma perché dobbiamo continuare a dare quest’immagine di Messina all’Italia? Perché dobbiamo rassegnarci all’idea che il concerto di Vasco Rossi si farà a Reggio o Catania? Perché in 40 giorni non è stato fatta sul luogo della “catastrofe” almeno un’opera di puntellamento che desse speranza a chi ancora crede nella rinascita di questa città che sì, Vasco, potrà cantare sotto le stelle di fine estate? Professionalmente ho visto nascere il San Filippo. Fu progettato sul finire degli anni ’80 (sindaco Bonsignore, se non sbaglio), per attingere ai finanziamenti di Italia ’90. La prima pietra, udite udite, fu posta nel 1990. Il problema non fu tanto mettere la prima pietra, quanto le altre….. scelte con cura e parsimonia, una per una. Per inaugurarlo infatti sono stati necessari 14 anni. Partita inaugurale Messina-Juventus, il 17 agosto del 2004 ( a conferma che il 17 tanto bene non porta).Adesso, 7 anni dopo il taglio del nastro scopriamo che quei 14 anni non sono bastati a darci un impianto sicuro. Il San Filippo, purtroppo, oggi rappresenta il simbolo di Messina sotto ogni aspetto. Il sindaco ha ricordato che ci sono ben altre priorità del concerto di Vasco. Ed ha ragione. Ma quel muro montato al contrario in 14 anni di lavoro (e 4 di progettazione) rappresenta il simbolo di Messina, è l’immagine che rappresenta questa città agli occhi dell’Italia e ai nostri occhi. Non è un fatto di priorità quanto di “valore”. Quel muro rimasto così com’era dal giorno del crollo “è” Messina, è la foto di una città martoriata dal letargo, dall’incapacità di agire, ribellarsi, cambiare, dall’asservimento alle vecchie logiche, da una sorta di apatia di fronte all’ineluttabile, da anni ed anni ed anni ed anni trascorsi nel lasciar passare, nel lasciar accadere le cose, nel dire “ma sì, va bè, qualcuno ci penserà”. Assistiamo inermi all’addio di intere generazioni di figli che emigrano per lavorare e con lo stesso sguardo inerme assistiamo al franare delle colline, a lavori che non iniziano, a lavori iniziati che durano 20 anni, assistiamo con lo stesso sguardo alle città vicine che corrono, come se non si potesse far più nulla per iniziare a correre anche noi. Non è una priorità è vero, il San Filippo, di fronte alle aziende che chiudono, ai disoccupati, ai giovani che vanno via e a una città che muore, è vero, non è una priorità, ma è lo specchio di questa città: uno stadio che si sbriciola perché costruito male, uno stadio deserto perché il Messina è morto (o meglio agonizza da tre anni), costruito in un posto impensabile e improponibile. E’ lo specchio di una città dove nessuno ha più interesse ad investire e chi scommette (come Vasco e gli organizzatori) perde. E’ lo specchio di una città dove mentre tutto intorno “crolla” si moltiplicano incarichi ed esperti. Con un collega scherzando ieri mattina, nell’apprendere la nomina dell’ennesimo esperto, ci siamo detti che ormai manca solo “l’esperto alla pernacchia, o allo sputo in faccia”. Ma poi ci siamo detti, sconsolati, che di esperti alla pernacchia ed allo sputo in faccia in questa città ce ne sono fin troppi e siamo abituati anche a quello. E’ la “Maledizione della prima luna”. Mi spiace Lello Manfredi, ma il concerto di Vasco dovrai spostarlo a Reggio o a Catania, a meno che non conosci un rito vodou per liberare Messina dall’incantesimo che la sta uccidendo.

Rosaria Brancato

7 commenti

  1. …bell’articolo! ma penso…io ho 40 anni, manco da Messina da 11, ci vorrei tornare a vivere e ci sto provando (lasciate perdere tutti i miti del nord perfetto…non ne vale la pena),voto dall’età di 18…ecc. e comunque sento sempre le stesse discussioni; ma il male peggiore della città è che negli ultimi 20 anni al comune, provincia, università cmq enti locali in genere, ci stanno sempre i soliti “ignoti” o “ignobili” di Dx o Sx che sia e magari ogni tanto si invertono il pensiero politico; mi chiedo ma chi ..azz..li voto a sti signori!?…io non di sicuro, tantè che per non leccare il c+++++++ a nessuno ho fatto la valigia. Non è che forse ai Messinesi sotto sotto tutto ciò stia bene?…
    Poi leggo di No pontisti, di manifestazioni con tanto di “sdraiamento”(passatemi il vocabolo, ma non sono una cima in grammatica) contro il nucleare ed altre pagliacciate simili, perchè tutte queste “coscenze” invece non si impegnano fattivamente a cambiare tutti i politici messinesi…ma no, forse non conviene se no va a quel paese il “clienterismo” che impera nella nostra città. Mah…forse non è Messina che sta morendo, forse sono i messinesi che non sono mai stati vivi.

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  2. GIUSEPPECHIOFALO 12 Giugno 2011 10:18

    cara Rosaria hai ragione ma quello che devo pure dirti è che ormai i nostri concittadii sono assuefatti..non s’indignano piu’ purtroppo.Nei giorni scorsi ho segnalato l’imbroglio del Pilone di una Amministrazione che rifiuta i soldi e la gestione normale delle cose da parte di una onlus messinese perchè ha dirigenti che o sono asserviti al potee politico o non conoscono le leggi..E potrei anche segnalare il caso di un dirigente assunto atempo senza neanche la Laurea magistrale in dispregio ad ogni normativa sull’accesso al “posto pubblico”..e potrei pure continuare..ma quel che mi duole segnalare è che queste cose succedevano pure prima di Buzzanca e tutti quelli come me che speravano in n “cambio di passo”..sono rimasti delusi…Cosa ci resta da fare?Lottare da soli contro il muro di gomma??Oppure rassegnarci?Io non mi rassegno..continuerò a lottare anche per quei cittadini che oggi “sonnecchiano”…

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  3. più che dire che lo stadio è stato iniziato da bonsignore (come se la colpa fosse la sua) perché non fate i nomi di quei geni (molti ancora hanno a che fare col comune e hanno nel tempo continuato a fare danni) che hanno scelto i luoghi, progettato questo pseudo-stadio e diretto i lavori? oltre ovv alla ditta che lo ha costruito. grazie

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  4. HO LETTO UNA DELLE TANTE VERITA’, CHE POI IN FONDO RACCHIUDE TUTTE LE VERITA’ CHE CONTINUANO A PERSEGUITARE IL NOSTRO COMUNE VIVERE. HO VOLUTO SCEGLIERE DUE FRASI DETTE DA CHI HA SCRITTO PRIMA DI ME, CHE CREDO VOGLIANO SIGNIFICARE TUTTO E OGNI COSA GIA DETTA E REITERATA, LE FRASI ESTRAPOLATE SONO:…” NON E’ UNA PRIORITA’ MA E’ LO SPECCHIO DI QUESTA CITTA’ …… FORSE NON E’ MESSINA CHE STA MORENDO, FORSE SONO I MESSINESI CHE NON SONO MAI STATI VIVI …… QUESTE SONO LE DUE FRASI, E FACCIO I MIEI COMPLIMENTI A CHI LE HA SCRITTE. VORREI ANCHE DIRE CHE QUALCOSA SOTTO CI DEV’ESSERE, PERCHE’ NON POSSO CREDERE COME UNA REALTA’SIMILE ALLA NOSTRA DOTATA DI BELLEZZE NATURALI E PAESAGGISTICHE VENGA LASCIATA MORIRE. MA SE DOMANI SVEGLIANDOCI, NESSUNO DI NOI USA IL CELLULATE, NESSUNO FA IL PIENO DI BENZINA, NESSUNO PAGA IL CANONE, NESSUNO VA A VOTARE …. ED ALTRO ANCORA, CHE VI ASSICURO NON CI RECHEREBBE TANTO DANNO PERSONALMENTE …. PENSATE CHE QUALCUNO SI ACCORGEREBBE DI NOI?…. HO ACCOMPAGNATO DELLE PERSONE DEL NORD A FARE LE LORO VACANZE DALLE NOSTRE PARTI, UNA PERSONA MI HA DETTO: IO QUI’ CI VORREI MORIRE…. IO GLI HO RISPOSTO CHE NOI MESSINESI LO STIAMO GIA’ FACENDO…. E CONCLUDO COME SCRISSI IN UN MIO VECCHI MONOLOGO DIVERSTENTE, DEDICATO ALLA NOSTRA CULTURA SICILIA : …DOPO TUTTO NOI ALTRI SICILIANI SIAMO NATI PER SOFFRIRE …. E CI SIAMO RIUSCITI!!!!…..BACIAMO LE MANI A TUTTI……..

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  5. A Messina si protesta per il ponte, per impedire ai lidi ed alle discoteche di restare aperti di notte, facendo fuggire i giovani in massa a Catania, con i conseguenti pericoli, si protesta contro eventuali approdi per il diporto,,,ect.
    Per relizzare infrastrutture a Messina passano decenni, per i corsi ed i ricorsi politici ma anche di cittadini.

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  6. Ma con chi ve la prendete e con quale coraggio contestate ciò che voi stessi, giornalisti della carta stampata, giornali on line e televisivi avete, nel tempo, con i vostri atteggiamenti, alle volte, non obiettivi e lineari, sostenuto ed edificato in questa città condividendone le responsabilità con la classe politica dominante?. Ieri la “Gazzetta del sud ” così titolava due articoli di cui il primo ” In frantumi la credibilità di un’intera città (Messina)” ed il secondo ” Palazzo Zanca e quell’inclinazione a collezionare “figuracce” in Italia” Esiste una legge della natura che dice ” si raccoglie quello che si semina” Badate che in tutto questa la cittadinanza non c’emtra, semmai è parte lesa.,

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  7. Cara Rosaria,
    a me dispiace che una delle migliori giornaliste messinesi che io abbia mai conosciuto si sia piegata all’esigenza di assolvere questa Amministrazione comunale e chi ne è a capo dalle sue responsabilità in merito alla vicenda del SanfilippoGate (lo chiamiamo così?). Più in generale, pare che in riva allo Stretto preevalga ormai un sentimento che non è più di rassegnazione, ma di mera complicità con il padrone di turno: che se mai un padrone ce l’aveste, peraltro, il muro – di 9 metrio di 70 che sia – farebbe di tutto per metterlo a posto. Messina ha “altre priorità”? Certo, tutte quelle che Buzzanca e i suoi predecessori si sono guardati bene dal risolvere, comunque attenzione: le ripercussioni negative sull’immagine di Messina non sono neppure cominciate, e non limitiamoci alla rassegna stampa regionale o alle tv cittadine. Tra un mesetto – se il miracolo non avviene come è già stato scritto che non avverrà – ne riparliamo.
    A presto,
    Alex

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