Tre i fermati,una quarta persona è ancora ricercata
Un agguato realizzato con incredibile ferocia. Il ferimento di V. E. S., 20 anni, pregiudicato, è maturato in un contesto criminale violento e determinato. Il giovane, infatti, formava, insieme ai suoi attentatori, Giuseppe Cannavò, 22 anni, di Camaro San Luigi, Giuseppe Marotta, 42 anni, residente in Via Roosvelt a provinciale, Giovanni De Luca, appena 19 anni, del Rione Cannamele, una banda ben nota alle Forze dell’Ordine, dedita a reati contro il patrimonio. Il movente dell’azione punitiva contro V. E. S. sarebbe stato un contrasto nella gestione dell’attività del gruppo, soprattutto rapine e furti.
Questa la ricostruzione dell’agguato fatta dalla Squadra mobile di Messina: il commando, insieme a un quarto, ancora ricercato, hanno intercettato il ragazzo mentre con un ciclomotore si trovava sulla Circonvallazione all’altezza della chiesa di Pompei. Bloccatolo, lo hanno tramortito con un colpo di cric e lo hanno caricato su una lancia Y. Hanno raggiunto i Colli San Rizzo, vicino Musolino, e lì sarebbe stato, secondo la polizia, proprio il più giovane, De Luca, a colpirlo ripetutamente al collo, prima con un taglierino, poi con un coltello.
Il ragazzo è stramazzato a terra e a quel punto, convinti che fosse morto, i tre lo hanno abbandonato, un centinaio di metri sotto la caserma della Forestale, coperto con tavole, foglie e cartoni. La loro intenzione era di tornare in un secondo momento per bruciare il corpo, ma il ragazzo, nonostante la grave emorragia, è riuscito a raggiungere il ciglio della strada, dove è stato notato e soccorso da una guardia forestale.
Per sua fortuna di lì a poco è passato un medico del 118, che è riuscito a bloccare la fuoriuscita di sangue, salvandogli la vita. Arrivata la polizia, V. E. S. ha raccontato cosa era accaduto ed è stato trasportato all’ospedale Papardo, dove, sottoposto ad intervento chirurgico, ha avuto ben 70 punti di sutura.
Foto da trekearth.com