I Ris non escludono di dover eseguire il test del Dna sui corpi senza vita per accertarne le generalità
Il procuratore capo Giudo Lo Forte ha annunciato l’apertura di un’inchiesta allo stato conoscitiva e senza indagati, sulla tragiche conseguenze del nubifragio della notte scorsa che ha devastato la zona sud provocando decine di morti. Il reato ipotizzato e’ di disastro colposo.
Titolare del fascicolo è il sostituto procuratore Francesca Ciranna che ha dato mandato ai Carabinieri di avviare l’attività di indagine.
Intanto sale il bilancio delle vittime. I deceduti di questa notte a Giampilieri superiore sono Francesco De Luca, 70 anni e Pasquale Bruno, 40 anni. Ma su quest’ultimo resta ancora il dubbio che possa esserci tra le macerie una persona con lo stesso nome di un’altra che ha invece chiamato dicendo di non essere in salvo.
Sono nove complessivamente i corpi dei cadaveri estratti senza vita dal fango a Giampilieri. Qui è stato ritrovato il cadavere di Martino Scibilia, 80 anni mentre la sua badante è stata estratta viva dalle macerie. Alle 15 identificato il cadavere di un ventottenne. Si tratta di Simone Neri e del sessantenne Letterio Maugeri. Senza nome ancora una donna di 70 anni, un’altra donna resa irriconoscibile e un uomo. Simone Neri pare abbia salvato otto persone prima di restare schiacciato dalle macerie di un palazzina crollata a Giampilieri.
A Scaletta il corpo di Salvatore Scionti 64 anni è stato estratto senza vita. L’uomo è stato riconosciuto dal figlio, identificato anche il cadavere trovato nell’auto sotto il ponte di Scaletta: si tratta dell’agente della Polfer Roberto Carullo, 42 anni, travolto da un grosso masso trasportato dal fango mentre ritornava a casa dal lavoro. Sempre a Scaletta estratto il cadavere del ventiseienne Onofrio Sturiale. Trovate senza vita anche la settantacinquenne Concetta Cannistraci e la sua badante Concita Barbera, e la quarantaduenne Santina Porcino. Restano ancora senza volto due uomini trovati sulla spiaggia e altri due individuati dai Carabinieri a bordo di una motovedetta e recuperati in mare dai Vigili del Fuoco.
Per l’identificazione dei cadaveri sono al lavoro gli uomini del Ris suddivisi in squadre da quattro unità. Ogni cadavere viene fotografato, e non e’ escluso che si proceda al test del Dna nei casi piu’ complicati.
