Atm, Conte risponde a Saja. Il direttore generale: «Il conto alla Banca Antonello serviva per evitare pignoramenti ed aggravi»

Atm, Conte risponde a Saja. Il direttore generale: «Il conto alla Banca Antonello serviva per evitare pignoramenti ed aggravi»

Atm, Conte risponde a Saja. Il direttore generale: «Il conto alla Banca Antonello serviva per evitare pignoramenti ed aggravi»

mercoledì 16 Giugno 2010 - 22:05

Il manager dell’azienda replica punto per punto alle dichiarazioni dell’ex consulente contabile, ricordandogli che “eventuali fatti di rilevanza penale riscontrati” andavano e vanno tutt’ora denunciati alla Magistratura

In casa Atm è sempre più caos. Alla vertenza sindacale in corso da mesi, che dovrebbe sfociare nello sciopero generale del prossimo 9 luglio, si è aggiunta, in queste ultime settimane, una guerra che coinvolge i piani alti dei quartieri generali di via La Farina. Con La Corte sempre più defilato, forse perché prossimo alle dimissioni, spetta al veterano dell’azienda, il direttore generale Claudio Conte, il compito di attaccare i ‘nemici’ dell’Atm – vale a dire i debitori, con in prima fila il Comune – e contemporaneamente quello di difendere se stesso e l’azienda per cui lavora da oltre 13 anni dalle bordate che arrivano dall’esterno e dall’interno.

A meno di 24 ore dalle dichiarazioni, pesantissime, dell’ex consulente contabile Gaetano Saja ( nominato dal Commissario straordinario Cristofaro La Corte), che ha espressamente parlato di danni finanziari ed incertezze scaturite da una « non regolare gestione finanziaria degli esercizi 2008 e precedenti» (vedi articolo correlato ) – è scattata immediata la replica del manager, che in una nota scritta di suo pugno fornisce il proprio punto di vista in merito “al sistema di contabilità della Ragioneria” e non risparmia frecciate all’ex consulente.

«I diversi C.d.A. succedutisi – si legge testualmente – hanno costantemente ritenuto di rispondere alla mia richiesta con la nomina di Esperti esterni in materia economico-finanziaria, loro fiduciari e, di conseguenza, indirettamente fiduciari anche del Comune di Messina. Le disposizioni da me sempre impartite alla Ragioneria Atm sono state sempre quelle di uniformarsi agli indirizzi degli Esperti che si sono succeduti nel tempo. Ragion per cui se il dott. Saja rileva oggi sostanzialmente l’assenza di una contabilità finanziaria, (in quanto l’Azienda si è sempre dotata di una contabilità di tipo economico-patrimoniale), delle due l’una: o quanti nel tempo hanno preceduto e si sono avvicendati al dott. Saja hanno “poca dimestichezza” con la materia, oppure è vero il contrario. Sta di fatto che qualche consulenza potrebbe essere stata forse di troppo».

Sempre in ordine alle esternazioni di Saja, Conte sottolinea che l’ex consulente «aveva ed ha tuttora l’obbligo di denunciare alla Magistratura gli eventuali fatti di rilevanza penale riscontrati, nella qualità rivestita. Diversamente – puntualizza il direttore generale – in presenza di imperfezioni di ordine operativo e/o amministrativo, egli doveva provvedere al ripristino della correttezza contabile, come da incarico ricevuto”. “Cosa che in parte ha fatto”, dice ancora Conte riferendosi espressamente al conto corrente ‘parallelo’ aperto presso la Banca Antonello Da Messina, ed improntato secondo l’ex consulente «su principi di contabilità privatistica».

A tal proposito, Conte spiega e giustifica: «Relativamente alla richiesta di aprire un conto corrente aggiuntivo (Antonello da Messina), da me ricevuta all’inizio della gravissima crisi di liquidità dell’Atm, va detto che la motivazione risiedeva nella condivisibile necessità di onorare tutti quei pagamenti che necessitavano di un flusso di denaro costante che, ove interrotto, avrebbe provocato danni immediati. Mi riferisco a pagamenti Enel, Telecom, spese di Economato, piani di rientro con fornitori che minacciavano azioni giudiziarie, ecc.. L’Atm ha potuto così evitare i pignoramenti, aggravi per spese legali, ecc., che oggi, con l’ulteriore aggravarsi della crisi di liquidità, stanno invece fioccando a ritmi vertiginosi (vedasi fra tutte la vicenda Alstom)».

«Rilevo – continua il direttore generale – che ho potuto ordinare l’estinzione di quel conto qualche mese dopo l’insediamento del dott. La Corte, per il miglioramento dei flussi di cassa che si registrarono col suo insediamento. In ogni caso, i relativi pagamenti erano (ed ovviamente sono tuttora) connotati da una rigorosa tracciabilità ed improntati a specchiata trasparenza, come lo stesso dott. Saja, ‘fiduciario’ dell’Azienda, ha più volte rappresentato».

Quanto alla situazione economicamente disastrosa dell’Atm, Conte invita a «non confondere la causa con l’effetto. La necessità di ricorrere obtorto collo a flussi di cassa ulteriori (ma trasparenti) – scrive – è da annoverare fra i “danni collaterali” prodotti dall’azione di “strangolamento” economico negli anni sopportata dall’Azienda ed ampiamente documentabile (assenza di contratto di servizio, bilanci “dimenticati” da quasi un decennio, Piano Tariffario che solo l’attuale Amministrazione Comunale ha adeguato, ecc., ecc., ecc.,). Riguardo, poi, la esatta situazione debitoria dell’Azienda che si dice variare di continuo secondo uno strano balletto di cifre – continua Conte – mi limito a dire che, anziché attingere a questo o quel pettegolezzo, sarebbe bastato rivolgersi a me o al Consulente Esperto Giuseppe Russo, che da mesi lavora in silenzio ma efficacemente nella direzione dell’allineamento dei conti per ottenere un quadro esatto nonostante la confusione generata dalla grottesca pretesa di cui si è detto prima di impiantare due sistemi contabili paralleli e non dialoganti fra loro».

L’ultima precisazione di Conte riguarda l’entità del debito, «sovraccaricato per trasparenza da oltre 11 milioni di euro per accantonamenti TFR, evidentemente necessari nel solo caso in cui tutti i lavoratori vengano contemporaneamente licenziati. Tutti sappiamo tuttavia – scrive Conte – che in tutte le aziende pubbliche e private, comprese le altre partecipate, tale voce esiste solo come posta di bilancio, essendo impensabile immobilizzare decine di milioni di euro in liquido a tal fine. Altra cosa è dal 2007 in poi, quando è subentrata la procedura del versamento progressivo agli enti a ciò deputati per legge».

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