Atm: un puzzle difficile da ricomporre ma i sindacati spingono per la strada del rilancio

Atm: un puzzle difficile da ricomporre ma i sindacati spingono per la strada del rilancio

Atm: un puzzle difficile da ricomporre ma i sindacati spingono per la strada del rilancio

martedì 25 Maggio 2010 - 09:51

I rappresentanti dei lavoratori attendono la “chiamata” del sindaco Buzzanca, sollecitato anche dal prefetto Alecci. Il rilancio dell’azienda non passa solo dal pagamento degli stipendi

Una corsa disperata contro il tempo. Dieci giorni, non uno di più non uno di meno, per trovare soluzione ad una vertenza senza fine e ad un rilancio mai avvenuto. Il futuro del trasporto pubblico cittadino finora garantito dall’Atm pur se con livelli di qualità ed efficienza che rasentano il fondo, rischia ora più che mai di essere appeso ad un filo. I sindacati chiedono all’unanimità di essere ricevuti al più presto dal sindaco: lo stesso fa il prefetto invitando il primo cittadino a dare risposte entro il termine previsto (quello appunto di dieci giorni) per evitare che la città possa ripiombare nel caos del “tutti a piedi”. Le sigle sindacali, come previsto infatti dalla legge 146/90 sull’interruzione di un servizio pubblico, hanno dato il via alle procedure di raffreddamento, passaggio obbligato prima del definitivo stop dell’attività.

E tuttavia questa volta il problema va ben oltre il “semplice” pagamento degli stipendi che rimane comunque tra le priorità. Il “nodo” stipendi altro non è se uno dei tanti nodi da sciogliere, la punta di un iceberg cresciuto a dismisura con il passare degli anni a causa dei debiti accumulati e mai saldati. Il destino dell’azienda, partecipata del comune, è chiaramente legata a doppio filo con i conti dell’amministrazione: da non dimenticare che entro il 30 giugno, il consiglio comunale sarà chiamato a votare per il bilancio previsionale 2010 e, stando così le cose, più che parlare di approvazione sarà necessario parlare di una battaglia all’ultimo centesimo, anzi all’ultimo debito. Per rinfrescarvi la memoria, vi invitiamo a dare un’attenta lettura ad alcune delle cifre che ben raccontano la situazione economica dell’Atm e che potrete visualizzare cliccando sull’articolo correlato in basso: numeri che parlano di una crisi che quest’anno ha compiuto il suo undicesimo anno di età a causa di una continua e costante sproporzione tra entrate ed uscite. Dal 1999 ad oggi è cambiato poco anzi nulla, si è andati avanti a via di rassicurazioni e promesse, cercando di far quadrare conti impossibili.

Dall’amministrazione non ci sono ipotesi certe sulla strada da seguire, diverse però in compenso sono quelle avanzate dai sindacati già da diverso tempo: tra queste la possibilità di un trasferimento di immobili del comune all’azienda, nello specifico il parcheggio cavallotti e i locali dell’Atm di via La Farina, l’internalizzazione di tutti i servizi (gli appalti affidati a ditte esterne toccano anche i 3 milioni di euro), una riorganizzazione del personale sfoltendo, se necessario, l’organico attraverso strumenti di pre-pensionamento. E poi ancora una migliore ripartizione delle quote ottenute dai servizi di Ztl e naturalmente la consegna degli undici milioni di euro che si attendono dalla regione per il chilometraggio del tram.

Per definire meglio i contorni della situazione è dunque necessario attendere la “chiamata” del primo cittadino: una chiamata che i sindacati ritengono indispensabile e non più rinviabile, in considerazione anche delle sollecitazioni giunte dal Palazzo del governo, utile a testare la reale volontà dell’amministrazione nel rilancio aziendale. Piccoli pezzi di un puzzle non facile da rimettere insieme ma che per i sindacati è necessario tentare di ricomporre.

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