I sindacati autonomi annunciano battaglia per porre fine alla “ scellerata gestione dell’ATM” e attaccano le altre organizzazioni sindacali
Giovanni Bugio e Giovanni Conti, rispettivamente di Rappresentanza sindacale unitaria e di Rappresentanti sindacali dei lavoratori, sono i firmatari di un documento particolarmente duro, nei toni e nel contenuto, indirizzato al commissario straordinario dell’Atm, Cristofaro La Corte e al Direttore Generale, Claudio Conte.
Ancora una volta – scrivono- siamo costretti a denunciare un atteggiamento omissivo dell’azienda relativo agli accordi sottoscritti con le organizzazioni sindacali; come sempre accade, dopo riunioni no stop e fiumi d’inchiostro versati nel tentativo di donare un’immagine di efficienza all’ATM, l’azienda puntualmente depone in archivio gli accordi e persiste nella gestione volta a soddisfare dinamiche di nepotismo dettate da un sistema voluto da certa politica e certo sindacato che operano esclusivamente per arricchire l’enorme serbatoio clientelare in cui si è trasformata l’ATM.
Secondo i due sindacalisti “basta leggere gli accordi sottoscritti lo scorso 29 gennaio per notare i paradossi con cui è costretta a convivere l’azienda sull’orlo del crac. I Rappresentanti dei Lavoratori, decisi a tutelare con ogni mezzo l’ATM, hanno vestito un ruolo innaturale, quasi in antitesi con la tutela dei lavoratori, per chiedere una nuova organizzazione del lavoro volta ad individuare i tanti, troppi, imboscati in ruoli inventati ad personam e reinserirli nel ciclo produttivo.
Si era chiesto a gran voce – si legge ancora nel documento- di rafforzare la lotta al portoghesismo destinando alla controlleria lavoratori con prametro 129 e 138 e dipendenti con parametro 151, qualificati per la verifica dei titoli di viaggio e autorizzati a verbalizzare i trasgressori, ma nonostante l’apparente condivisione della Direzione Generale i citati lavoratori restano comodamente seduti negli uffici, impiegati in ruoli indefiniti che certamente non incrementano i livelli di produzione. Per non parlare delle carriere lampo di alcuni sedicenti rappresentanti sindacali che sfruttano le posizioni di responsabilità per creare proseliti e rafforzare il potere decisionale di cui godono che si pone in netta antitesi con la mission del sindacato.
Secondo Conti e Bugio “è veramente giunto il momento di dire basta a questa scellerata gestione che ha reso l’ATM zimbello della città ed esempio di scialacquo di risorse pubbliche, la gran parte dei lavoratori sono disposti al sacrificio pur di risanare l’azienda e salvare il posto di lavoro, a fronte di tale senso di responsabilità la dirigenza non può rispondere assecondando le bramosie clientelari di certa politica e certo sindacato che credono di vivere eternamente in tempi di vacche grasse. In azienda ci sono centinaia di lavoratori in scadenza di contratto, è presente un indegno dumping contrattuale che consente salari diversi per dipendenti che svolgono lo stesso servizio, gli interessi passivi dei debiti contratti con inaudita superficialità stanno rosicchiando ogni lembo produttivo dell’azienda e a fronte di tutto questo si lavora ancora per favorire gli amici e gli amici degli amici che a monte di arcane segnalazioni vengono dislocati in posizioni di delicata responsabilità senza possedere la qualifica adatta e la benché minima competenza.
A prescindere dalla posizione delle varie Organizzazioni Sindacali – concludono i due rappresentanti sindacali- RSU/RLS regolarmente eletti sono decisi ad andare in fondo alla vertenza dell’organizzazione del lavoro a costo di denunciare gli illeciti alla Procura della Repubblica ed alla Corte dei Conti, l’ATM è in crisi profonda e la crisi non si risolve con lecogestione politico/sindacale, c’è l’esigenza di nuove professionalità, chi ha causato il disastro non può gestire il rilancio”.
