Il presidente Antonio Cardile denuncia: -Qusta la situazione da quando il Wwf non è più l'ente gestore della riserva naturale-
Qualche settimana fa, poco prima che il sole e temeperature elevate lasciassero spazio a pioggia e maltempo, su segnalazione di un lettore, vi abbiamo dato notizia di alcune “infrazioni” che quest’estate, con scadenza quasi quotidiana, si sono verificate nella riserva naturale di Isole Bella, in località Taormina.
Nel dettaglio, come spiegato nell’articolo correlato in basso, il principale problema è costituito dai barconi turistici che, senza tener conto dell’ordinanza 146/2001 della Capitaneria di Porto di Messina, che vieta l’ingresso a motore di ogni tipo di natante all’interno della Baia, al fine di tutelare l’abiente e la purezza delle acque cristalline, si spingono a ridosso della battigia. Sulla questione interviene oggi il presidente provinciale del Codacons Sicilia Antonio Cardile che sottolinea com tali episodi si verifichino da quando il Wwf non è più l’ente gestore della riserva.
«Le cime semisommerse, utilizzate come ormeggi che da riva arrivano sino a mare – afferma Cardile – costituiscono un grave pericolo per i bagnanti che possono inciampare quando passeggiano in spiaggia o sul bagnasciuga nonché essere fonte di serie difficoltà, specialmente ai bambini, in acqua. Acqua che inoltre quest’estate non era più limpira ma anzi nel pomeriggio appariva velata da uno strato oleoso»
Gli unici momenti in cui i barconi delle escursioni entravano a riva a remi, spiega il Codacons – si verificavano quando i mezzi della Guardia Costiera erano presenti all’interno della Baia e solo allora la Baia dell’Isola Bella veniva restituita alla sua funzione di riserva naturale e non di porto.
Condizioni inaccettabili per l’associazione che tutela i diritti dei consumatori che, a breve, darà via ad un’azione legale volta ad ottenere il risarcimento danni a favore dei cittadini che, recatisi presso la Baia dell’Isola Bella, non hanno potuto godere pienamente delle spiagge e delle acque cristalline della Baia a causa del mancato controllo del rispetto dell’ordinanza 46/2001 della Capitaneria di Porto di Messina.
