Cedav e Comune per il progetto -La voglia di vivere-

Cedav e Comune per il progetto -La voglia di vivere-

Cedav e Comune per il progetto -La voglia di vivere-

martedì 18 Settembre 2007 - 14:46

Nella chiesa di Santa Maria Alemanna, approfondimenti e dibattiti sull'importante iniziativa sociale

Il Cedav e il Comune presentano alle 16, all’interno di Santa Maria Alemanna, nell’ambito del progetto “La Voglia di vivere-,un approfondimento sul tema “Frontiere urbane: I crocevia delle nuove forme di schiavitù-. Interverranno il sindaco, Francantonio Genovese, gli assessori alle politiche sociali, Pippo Rao ed al decentramento ed all’integrazione multietnica Alfredo Crupi; l’avv. Carmen Currò, presidente del Centro Donne Antiviolenza di Messina (CEDAV- Onlus) introdurrà e coordinerà i lavori. Prenderanno parte all’incontro il sociologo Francesco Carchedi; il Questore di Messina, Santi Giuffrè; Rosalia Melita, coordinatrice del progetto “La Voglia di Vivere-; Claudio Aloisi della coperativa Azione Sociale; Francesco Pati, responsabile Santa Maria della Strada; suor Gabriella D’Agostino della Caritas diocesana di Messina; Alessia Pesaresi, responsabile regionale della comunità di Sant’Egidio; Dino Calderone dell’associazione nazionale Oltre le Frontiere- Onlus; Carmen Cordaro, dell’associazione Arci Circolo Thomas e Baktrom, presidente Ferizaj. L’iniziativa, realizzata con il partenariato del Comune, del Cedav e della Cooperativa Azione Sociale, ha come obiettivo l’assistenza ed il sostegno delle vittime, soprattutto minori, di reati di riduzione o mantenimento in schiavitù e di tratta di persone, affinché possano uscire dall’insieme delle situazioni che contribuiscono ad escluderli, attivando servizi di accoglienza e di assistenza, consolidando il lavoro di mediazione culturale e sostenendo l’integrazione scolastica. L’iniziativa, finanziata dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con la Legge 228/03 – art. 13, richiama un desiderio che troppo spesso è mortificato in tutti quei soggetti che vivono una marginalità ora legata ai flussi migratori, ora a nuove schiavitù, quali la tratta a sfondo sessuale, lo sfruttamento sul posto di lavoro (lavoro nero) e le diverse forme di accattonaggio sempre più diversificate. Queste marginalità si consumano “nei luoghi non luoghi- quali ad esempio i semafori per i minori; i marciapiedi per le donne; le campagne per i lavoratori in nero. Sono le nuove “prigioni- senza sbarre, sono i crocevia in cui si consumano forme di schiavitù a danno dei più deboli, degli invisibili: guadagni moltiplicati su tradizionali forme di profitto, anche attraverso l’utilizzo di bambine e bambini. Nel corso della conferenza stampa svoltasi nei giorni scorsi sono stati forniti i dati raccolti da un censimento sulla “strada- che evidenzia il consistente numero di soggetti che vivono una marginalità ora legata ai flussi migratori, ora a nuove schiavitù, quali la tratta a sfondo sessuale, lo sfruttamento sul posto di lavoro e le diverse forme di accattonaggio sempre più diversificate.

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