Salvatore Ginagò dovrà scontare nove anni di reclusione. Avrebbe favorito detenuti nel carcere di Reggio Calabria
Lo hanno incastrato alcuni collaboratori di giustizia che hanno raccontato agli inquirenti dei suoi favoritismi. Salvatore Ginagò, 47 anni, messinese, ex sovrintendente della Polizia Penitenziaria, dovrà scontare 9 anni di reclusione per corruzione e concorso in spaccio di droga.
Lo hanno arrestato gli agenti della Squadra Mobile che lo hanno prelevato nella sua abitazione al rione Gazzi e rinchiuso nel carcere che si trova a pochi metri da casa sua. Ginagò è stato raggiunto da ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria.
I fatti contestati risalgono all’inizio degli anni ‘90 quando il sovrintendente di Polizia Penitenziaria era in servizio nel carcere di Reggio Calabria.
Alcuni pentiti, compreso il collaboratore messinese Salvatore Bonaffini, hanno raccontato che Ginagò più volte li avrebbe favoriti.
In particolare durante i colloqui fra i detenuti ed i familiari il sovrintendente favoriva il passaggio di sostanze stupefacenti, telefoni cellulari, lettere e macchine fotografiche.
La sospensione dal Corpo di Polizia Penitenziaria scattò per Ginagò nel 1996 e in seguito l’ex sovrintendente è stato raggiunto da una condanna definitiva a 3 anni e mezzo per associazione mafiosa e corruzione. I fatti sono analoghi a quelli che hanno portato ieri all’arresto di Ginagò e si riferiscono ai tempi in cui l’uomo era in servizio nel carcere di Augusta.
