Alla C.O.T. i primi trattamenti in epiduroscopia

Alla C.O.T. i primi trattamenti in epiduroscopia

Alla C.O.T. i primi trattamenti in epiduroscopia

venerdì 09 Maggio 2008 - 09:52

Una microsonda a fibre ottiche per curare il mal di schiena acuto e cronico ed evitare l'intervento chirurgico tradizionale

C’è una speranza in più per i pazienti affetti da mal di schiena acuto e cronico. Si chiama epiduroscopia e sino a qualche tempo fa, per sottoporsi a un trattamento di questo tipo, bisognava effettuare i cosiddetti viaggi della speranza. In alcuni casi si può evitare il trattamento chirurgico tradizionale. E’ stato avviato presso la Casa di Cura C.O.T. di Messina, l’utilizzo di una nuova tecnica mini invasiva per la diagnosi ed il trattamento del mal di schiena acuto e cronico. Consiste nella introduzione nello spazio peridurale (o epidurale) di una microsonda flessibile a fibre ottiche con la quale si può visualizzare, ispezionare ed eventualmente trattare le strutture anatomiche, i tessuti ed i nervi. Con questo tipo di tecnica si può in particolare valutare la presenza di tessuto cicatriziale, responsabile del dolore, aderente o nelle vicinanze dei nervi. La letteratura medica riporta casi in cui il trattamento mediante epiduroscopia ha ottenuto un sollievo del dolore superiore e più duraturo rispetto agli altri trattamenti antalgici sulla colonna.

Il trattamento, della durata complessiva di circa un’ora, viene eseguito in anestesia locale mediante una piccola incisione di meno di un centimetro a livello dell’osso sacro. Una volta giunti sulla radice nervosa dolente, si esegue un lavaggio con soluzione salina per cercare di allontanare il tessuto aderenziale o cicatriziale ritenuto la causa del dolore. Nel frattempo è possibile eseguire fotografie e filmati per documentare lo stato dell’area prima e dopo le attività, iniettare analgesici, ozono od altre soluzioni ritenute necessarie, utilizzare apparecchiature laser e strumenti microchirurgici e, in alcuni casi, mantenere un catetere peridurale per successive iniezioni di farmaco.

Si tratta quindi di un intervento a basso rischio di complicanze e dalle grandi possibilità di efficacia nella rimozione del mal di schiena. Può essere effettuato anche su pazienti già trattati chirurgicamente con scarso successo e quindi in molti casi va a sostituire i ben più complessi interventi chirurgici tradizionali sulla colonna.

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