-Il disastro è immenso e molto più grande di quanto si può immaginare-: seminario di studio sul terremoto del 1908 all'università

-Il disastro è immenso e molto più grande di quanto si può immaginare-: seminario di studio sul terremoto del 1908 all’università

Redazione

-Il disastro è immenso e molto più grande di quanto si può immaginare-: seminario di studio sul terremoto del 1908 all’università

giovedì 04 Dicembre 2008 - 20:04

Orgnizzato dal dipartimento di storia della facoltà di Scienze Politiche. Domattina gran finale al rettorato.

-Il disastro è immenso e molto più grande di quanto si può immaginare-: questa la vetrina del seminario sul terremoto Calabro-Siculo del 1908 in atto nei locali del rettorato dell’Università di Messina, presso la sede centrale dell’ateneo, organizzato dal dipartimento di scienze giuridiche, storiche e politiche della facoltà di scienze politiche.

-Posava la città ne li abbandoni de’l sonno. Un torvo Fato la sconquassò mezzo minuto e mille milioni di sogni e realtà altro stroncò-: con questa citazione a Domenico Puzzolo Sigillo del suo -Parlano i morti, Messina s.d.- si aprono le due giornate di studio molto intense e coinvolgenti coordinate da una segreteria organizzativa composta da Salvatore Bottari, Flavio Corpina e Diletta D’Andrea.

La vetrina -Il disastro è immenso e molto più grande di quanto si può immaginare- altro non è se non un’altra citazione, stavolta a Vittorio Emanuele III che scriveva così a Giovanni Giolitti cercando di esprimere tutto con phatos la vastità della catastrofe che distrusse l’area dello Stretto in modo principale, e molte altre zone circostanti di Calabria e Sicilia.

E’ una frase celebre, famosa, che suscitò commozione e solidarietà in molte parti del mondo.

Nel seminario di due giorni si studiano e si analizzano le realtà più nascoste e sconosciute sui fatti, i misfatti e i sotterfugi che ancora oggi, dopo cent’anni, danno un’aura di mistero all’evento di cui ricorderemo il centenario tra poco più di 20 giorni.

Ma non solo: tante curiosità di solidarietà e bontà, di sacrificio e identità, di generosità e dolore.

Ad aprire i lavori nella mattinata di giovedì il prof. Rosario Battaglia, direttore del dipartimento di storia Gaetano Cingari della facoltà di scienze politiche, con una relazione sul sisma del 1908 visto attraverso l’occhio dello storico.

Un intervento attento, equilibrato e approfondito che ha colpito negli studenti soprattutto nel momento in cui il professore ha denunciato in merito al rapporto tra lo stato e l’evento del sisma, un eccessivo interventismo da parte del governo che avrebbe esagerato a fare troppo, probabilmente in buona fede e con buone intenzioni, creando fin troppi danni. -Sarebbe stato meglio se ci avesse messo mano un pò meno- (lo stato n.d.r.)

Non male, per un socialista.

La mattinata, presieduta dalla prof.ssa di storia moderna Michela D’Angelo, è stata dedicata al macrotema dell’opinione pubblica con il contributo di John Dickie, studioso di Studi italiani all’Università di Londra, con la -pietas sovrana- nella costruzione dell’identità nazionale; un apprezzato intervento della prof.ssa Maria Teresa Di Paola sull’emergenza come fatto politico e il rapporto degli inglesi con l’area dello Stretto; in conclusione alla mattinata l’intervento di Andrea Moroni, ricercatore della fondazione dell’archivio storico del Corriere della Sera, che ha spiegato come l’Italia ha -vissuto- la tragedia dello Stretto attraverso le pagine del corriere.

Nel pomeriggio gli interventi sono stati dettati da Simona Colarizi dell’Università della Sapienza di Roma, e hanno visto come macrotema le terre distrutte.

Così Fosca pizzaroni, dell’archivio centrale di Stato di Roma, ha parlato dello stato liberale e della gestione dei sismi nella documentazione d’archiviio prima che la prof.ssa di storia contemporanea Luciana Caminiti (università di messina, facoltà di scienze politiche) che ha tenuto una relazione sul grande cuore della gente e sui comitati di soccorso tra beneficienza e sui bilanci; dopo di lei, Paolo Franzese, dell’archivio centrale di Stato di Roma, ha tenuto una relazione sull’evoluzione delle popolazioni terremotate: -da profughi a emigranti- Maria COncetta Dentoni, dell’università di Cagliari, ha parlatodei -miserrimi tra i miseri-, Don Bosco e Gabriella Spalletti Rasponi e, infine, il prof. Luigi Chiara (università di messina, facoltà di scienze politiche) è intervenuto sulla -voglia di vita: michelopoli-.

Nelle interessantissime relazioni c’è stato modo di spaziare nella storia, nelle cultura, nelle tradizioni e anche nell’architettura di Messina e dello Stretto.

Domani mattina, venerdì 5 dicembre, la chiusura dei lavori con le immagini del disastro, la tavola rotonda con una radiografia dell’Italia Giolittiana redatta su come quel governo ha gestito l’emergenza del terremoto e gli aiuti alle popolazioni colpite con il prof. Battaglia, la prof.ssa D’Angelo, la prof.ssa Colarizzi e John Dickie, prima della conclusione di Giuseppe Giarrizzo dell’Accademia dei Lincei.

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