Quasi terminata la fase degli espropri, al Genio Civile ultimi calcoli per la valutazione del rischio idraulico e sismico. L’ing Roberto Lisi: “Prima si comincia meglio è”
Facciamo un breve salto nel passato: un salto che ci riporta al 6 agosto del 2009. A Palermo l’assessore regionale Milone firma il decreto regionale per la realizzazione della discarica di Pace. Un impianto di pre-trattamento nel quale, secondo il progetto, dovrebbero essere effettuate operazioni di separazione della frazione secca da quella umida e procedere poi al successivo conferimento in discarica. La “vasca” potrà contenere circa 324 mila metri cubi di rifiuti, per uno smaltimento giornaliero che tuttavia, secondo le ultime stime, ha subito un leggere aumento passando da 280 mila kg a 320 mila kg di immondizia prodotta quotidianamente. La struttura permetterà al Comune un risparmio di circa 20 milioni euro annui, perché non sarà più necessario il trasporto di rifiuti in impianti “esterni”.
A distanza di quasi un anno, abbiamo fatto il punto della situazione con l’ing. Roberto Lisi, che ha personalmente seguito il complesso iter di approvazione del decreto, accompagnato da rinvii, attese e polemiche perché la discarica ricade in zona Zps (Zona a protezione speciale). Un ostacolo che l’amministrazione è riuscita ad “aggirare” perché il progetto è precedente alla legge che di fatto vieta “la realizzazione di nuove discariche o nuovi impianti di trattamento e smaltimento di fanghi e rifiuti nonché ampliamento di quelli esistenti in termine di superficie, fatte salve le discariche per inerti”.
Arriviamo dunque ad oggi. “Abbiamo quasi terminato la fase degli espropri dei terreni – afferma Lisi – molti dei quali di proprietà comunale. Per quanto riguarda il progetto, proprio in questi giorni il Genio Civile (che ha già fornito parere positivo prima delle firma del decreto ndr), sta effettuando gli ultimi calcoli riguardanti la valutazione del rischio idraulico e sismico. Concluso questo passaggio, procederemo dunque al sondaggio per valutare lo stato di zero ambientale del terreno, una procedura “di routine”, e poi finalmente si potrà partire”.
Una partenza che i vertici di Messinambiente sperano possa attuarsi nel più breve tempo possibile, anche in considerazione degli interventi che si stanno portando avanti in tema di raccolta differenziata. Difficile riuscire a “strappare” dagli uffici di via Dogali una previsione temporale, ma dopo qualche insistenza, l’ing Lisi accetta di “sbottonarsi” un po’: “Stiamo lavorando il più possibile per cercare di rispettare il traguardo di settembre, mese in cui ci auguriamo di poter procedere con la prima buca”.
