Bolli falsi, procure palesemente alterate, documentazione irregolare. Sono gli indizi che hanno convinto il procuratore aggiunto Pino Siciliano ad aprire un fascicolo su un falso, quanto misterioso, personaggio che si muove nell’ambiente dei fallimenti. A far scattare l’inchiesta, che è alle primissime battute, è stata la segnalazione degli stessi giudici della Sezione fallimentare del Tribunale, che si sono trovati in mano, consegnati loro da parte di soggetti coinvolti nelle procedure di fallimento, documenti contraffatti e che recano diciture poco chiare, oltre che bolli mai adoperati dalle cancellerie della sezione. Il fine dell’operazione, ipotizzano i magistrati, potrebbe essere quello di convincere persone che cercano di recuperare i loro appartamenti o altri beni ricadenti nei fallimenti, a ricomparle o portare a miglior fine le eventuali vendite, aggirando i curatori, i giudici e le procedure di legge. In cambio, ovviamente, di una percentuale sulla somma recuperata. Che però il mediatore fittizio ha intascato in anticipo. Sull’identità e sulla professione del -falsario- non ci sono ancora indizi, ma la polizia giudiziaria è già al lavoro.
