Il 5 marzo l'assemblea dei soci ne stabilirà la messa in liquidazione.
La minaccia di nuvoloni neri all’orizzonte è sempre più forte per Feluca e i suoi diciassette dipendenti. Mercoledì è prevista l’assemblea dei soci che dovrebbe mettere definitivamente i sigilli alla società mista, con all’ordine del giorno la sua messa in liquidazione.
Così i segretari di Cgil e Cisl, Franco Spanò e Maurizio Bernava, e di Fiom e Fim, Vincenzo Sgrò e Enzo Cambria, scrivono al prefetto Francesco Alecci, unica speranza rimasta per la felice risoluzione di questa vicenda.
«Ci troviamo costretti a ricorrere, ancora una volta, alla sua disponibilità – scrivono i sindacalisti –chiedendole un ulteriore intervento mirato a fare rispettare gli impegni assunti nell’ultima riunione tenuta in Prefettura da parte dei soci di parte pubblica (Comune di Messina e Provincia) della Feluca S.p.a.. Come abbiamo avuto modo di segnalare telefonicamente nei giorni scorsi e come evidenziato nella lettera dei dipendenti e della rappresentanza sindacale aziendale inviatagli nella giornata di venerdì, ci risulta che a tutt’oggi nessuna decisione è stata assunta dai soci in merito al rilancio dell’attività della stessa società, del mantenimento dei livelli occupazionali e della definizione del piano dei servizi per l’anno in corso».
«Ancora una volta registriamo – continuano – preoccupati ed esterrefatti, che da parte del Comune di Messina in modo particolare viene disatteso quanto concordato mentre si continuano a lasciare al proprio destino le sorti della società e dei lavoratori impiegati. Visto che nessuna atto è stato assunto dal Commissario straordinario del Comune, che i lavoratori continuano a garantire i servizi alla città nonostante non percepiscano lo stipendio dal dicembre scorso, che per il prossimo 5 Marzo è stata già riconvocata l’assemblea dei soci che comporterà la messa in liquidazione della società, le chiediamo di riconvocare le parti per un immediato tentativo di definire un percorso condiviso da realizzare con azioni concrete e finalizzate ad evitare le gravi implicazioni sociali ed amministrative che tale situazione ha già determinato».
