L'Impregilo conferma che i lavori per il Ponte inizieranno nel 2010, ma denuncia un -iter burocratico complesso e stancante-, e punta sempre di più all'estero

L’Impregilo conferma che i lavori per il Ponte inizieranno nel 2010, ma denuncia un -iter burocratico complesso e stancante-, e punta sempre di più all’estero

L’Impregilo conferma che i lavori per il Ponte inizieranno nel 2010, ma denuncia un -iter burocratico complesso e stancante-, e punta sempre di più all’estero

venerdì 28 Agosto 2009 - 18:01

Parla l'amministratore delegato Alberto Rubegni: -in Italia è tutto un pò più complicato che altrove-

I lavori per la realizzazione del Ponte sullo Stretto dovrebbero iniziare tra pochi mesi: a confermarlo è la stessa Impregilo, che però bacchetta: “in Italia c’è troppa burocrazia che rallenta tutto, noi puntiamo sempre di più all’estero”.

Alberto Rubegni, amministratore delegato dell’Impregilo, ha confermato oggi in una conferenza stampa che l’inizio dei lavori per la realizzazione del Ponte sullo Stretto è ormai imminente. I lavori preeliminari per la realizzazione della grande opera dovrebbero partire già nel 2010 come Pietro Ciucci aveva già dichiarato pochi mesi fa, sottolineando che nel mese di gennaio 2010 sarebbero iniziati i lavori su terra, nelle due sponde dello Stretto, per la realizzazione del Ponte.

Rubegni oggi ha spiegato che l’Impregilo “ha già firmato, ad aprile, un accordo con la società concessionaria ‘Stretto di Messina spa’, con un nuovo programma e nuove tempistiche che si trova ora sottoposto all’accettazione del ministero competente”.

L’ad dell’Impregilo ha però annunciato che al termine del triennio 2010-2012 il mix di ricavi aziendale vedrà l’Italia in un ruolo sempre più marginale. Le attività interne peseranno infatti per “il 28%-29% rispetto all’attuale 37% mentre la quota estera salirà oltre il 70% (ora al 63%)”. Rubegni ha spiegato che “ci si sposta sempre di più nei mercati esteri per avere un pò più di certezza dei diritti: qui da noi è diventato un pò più complicato”.

La scelta di ridefinire il mix dei ricavi si spiega con l’eccessiva burocrazia che nel nostro Paese ostacola la realizzazione dei grandi investimenti pubblico-privato.

Per l’Impregilo un esempio sono le difficoltà incontrate a Napoli con la vicenda dei rifiuti. “Con dicembre abbiamo la ragionevole aspettativa che la parte tecnica del termovalorizzatore di Acerra sarà conclusa e del problema di Napoli rimarrà solo la parte giuridica”.

In Italia, Rubegni spiega che “l’Impregilo attende nuove commesse che partiranno nel 2010: il ponte sullo Stretto, la Tem e la Pedemontana e forse l’Alta velocità. Ma non credo che avranno la stessa velocità che hanno le nostre commesse all’estero. Qui l’iter burocratico è più complesso e stancante”.

All’estero, invece, l’azienda si sta preparando per aggiudicarsi un altro lotto da 4-500 milioni di euro del Canale di Panama, dopo essersi aggiudicato l’allargamento del Canale per complessivi 3,2 miliardi di dollari.

Intanto prosegue l’espansione nei territori dell’Arabia Saudita. In particolare, ha spiegato Rubegni, “l’ascesa del prezzo del greggio ci fa sperare che nei Paesi che vivono dal petrolio possano avviare piani di investimenti abbastanza importanti”. Pensa ad esempio ad un impianto di dissalazione che verrà finanziato con fondi statali dal governo saudita oppure dalla messa a gara del primo lotto di un dissalatore a Dubai. A tutto questo si aggiunge il fatto che con l’aumento dell’oro nero “escono opportunità importanti per impianti idroelettrici”.

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