Il ministro Prestigiacomo torna nelle zone alluvionate. Sopralluogo nel pomeriggio

Il ministro Prestigiacomo torna nelle zone alluvionate. Sopralluogo nel pomeriggio

Il ministro Prestigiacomo torna nelle zone alluvionate. Sopralluogo nel pomeriggio

venerdì 27 Novembre 2009 - 11:42

La rappresentante del governo Berlusconi, accompagnata dal sindaco Buzzanca, farà ritorno a Giampilieri e nelle strutture alberghiere dove sono ospitati gli sfollati

Farà ritorno questo pomeriggio a Giampilieri e in alcune delle strutture alberghiere che ospitano gli sfollati, il ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo, in riva allo Stretto sin dal giorno successivo la tragica dell’alluvione del primo ottobre ma da allora mai tornata in città. La notizia, come da noi anticipato, ha trovato conferma ufficiale anche sul sito dell’ufficio stampa di Palazzo Zanca. La rappresentante del governo, siciliana di nascita, che nel corso di queste settimane ha più volte ribadito la necessità che tragedie come quella di Messina non si ripetano più, è tra coloro che ha sostenuto l’ipotesi di costruzione delle new town sul modello dell’Aquila, abbadonando così definitivamente i villaggi sud della città. Possibilità che, ad oggi, numerosi esperti, ivi compresi i rappresentanti dell’ufficio commissariale sul territorio avente come soggetti attuatore dell’ordinanza il sindaco Buzzaca e l’ing della Dipartimento regionale della protezione civile Cocina, hanno preferito escludere.

Per la Prestigiacomo, ieri ospite di Otto e Mezzo, trasmissione dell’emittente La7, la questione ambientale rimane una priorità: “Nonostante i tagli – ha affermato – c’e’ l’ impegno per mettere a punto opere concrete per il dissesto idreologico. Si sono sempre fatti – aggiunge il ministro – grandi annunci in tema di politiche ambientali a cui poi non sono seguite delle norme’. Con il piano straordinario nazionale per il suolo ‘in due anni stanzieremo quello che e’ stato fatto in dieci anni”. Per rimettere a posto tutto il territorio italiano, rileva il ministro ‘servirebbero 40 miliardi in base alle richieste che pervengono dal territorio, mentre si stima che le urgenze ammontino a 11 miliardi’. Nello specifico il piano mettera’ a disposizione 2,5 miliardi nei prossimi due anni, con cui si dovrebbe far fronte ad una lista di emergenze.

La situazione che nel pomeriggio il ministro si troverà di fronte sarà certo ben diversa da quella di un mese fa, quando volontari e uomini della protezione civile lottavano contro il tempo per cercare di aprire un varco tra le strade sommerse dal fango e dare così aiuto alle popolazioni isolate. Oggi infatti quelle strade sono nuovamente percorribili, ma tra i vicoli dei paesi che sono stati devastati dal fango aleggia ancora l’incubo del primo ottobre. Ecco perchè la politica piuttosto che -bocciare- dovrebbe pensare al promuovere la ricostruzione…

(foto Dino Sturiale)

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