Almeno una persona avrebbe assistito all'incidente costato la vita al bimbo rumeno. Mirko trasportato a Catania per mancanza di posti negli ospedali messinesi
Vi sarebbero dei testimoni che hanno assistito all’incidente costato la vita a Mirko, il bimbo rumeno di 4 anni travolto ieri mattina da un’auto all’incrocio tra via Santa Cecilia e via Natoli. Si tratterebbe di alcuni commercianti che ora saranno sentiti dagli uomini della sezione Infortunistica della Polizia Municipale. Secondo il loro racconto Mirko stava attraversando la strada, insieme con in genitori, quando è sopraggiunta la Renault Twingo condotta da G.L.R. 54 anni. A quel punto qualcosa è successo. Forse il bambino ha accelerato o si è attardato, fatto sta che l’auto lo ha investito e la donna non si sarebbe accorta subito dell’incidente. Proprio le urla dei commercianti hanno attirato la sua attenzione ma ormai Mirko era stato trascinato per alcuni metri. Nonostante tutto presentava solo una ferita alla testa. Solo all’ospedale Piemonte, dove la stessa donna lo ha accompagnato con i genitori, i medici si sono resi conto che presentava alcune lesioni interne. A quel punto si è deciso di ricoverarlo ma, a quanto pare, non c’erano posti disponibili negli ospedali messinesi. Da qui la decisione di trasportarlo in elisoccorso al Cannizzaro di Catania ma non è ancora chiaro la ragione per cui sia stato necessario arrivare fino al Papardo visto che al Policlinico ed all’ex ospedale militare vi sono delle piste attrezzate per gli elicotteri. Poi Mirko è morto durante il trasporto a Catania. Ora ci sono due inchieste aperte. Una dalla Procura etnea che dovrà disporre gli atti urgenti come l’autopsia. L’altra affidata al sostituto della Procura di Messina, Franco Chillemi, che dovrà chiarire sia le responsabilità dell’incidente che altre che potrebbero emergere soprattutto riguardo il trasporto del piccolo a Catania. Intanto, come atto dovuto, l’investitrice è stata iscritta nel registro degli indagati con l’ipotesi di reato di omicidio colposo. La donna non è stata ancora sentite dalla Polizia Municipale perché in stato di choc dopo aver appreso della morte del bambino.
Il corpo di Mirko si trova ancora nell’obitorio dell’ospedale Cannizzaro e a Catania sono rimasti anche i genitori. La famiglia era giunta dalla Romania ormai da diversi anni e Mirko era nato a Messina. Alloggia nel campo nomadi abusivo sorto nella zona di Maregrosso all’altezza di via Santa Cecilia e come molti altri Rom vive di elemosina.
