Il ministro Fabio Mussi (nella foto) torna sullo scandalo dei test d’accesso nelle facoltà di Medicina. -Liberiamo gli atenei da corrotti e corruttori- è la parola d’ordine di Mussi che intende andare a fondo alla vicenda che vede coinvolti alcune Università italiane, compresa quella di Messina. Domani Mussi riceverà l’elenco degli studenti indagati a Bari mentre oggi da Catanzaro sono stati trasmessi a Roma gli atti di annullamento della prova. L’inchiesta, dunque, procede speditamente anche perchè da tutta Italia continuano a fioccare segnalazioni di irregolarità e ricorsi. A Messina il sostituto procuratore Antonino Nastasi ha cominciato a vagliare la documentazione acquisita dalla Guardia di Finanza nella facoltà di Medicina. Graduatorie e risposte ai test sono finite sulla scrivania del magistrato che ha già appurato una nuova anomalia. Su 17 studenti che in Italia hanno ottenuto un punteggio superiore a 70 ben otto si trovano a Messina. Ebbene questi supercervelli nella prova del 4 settembre si trovavano tutti nell’aula tre del Policlinico. E fra i candidati c’erano anche degli ultrasessantenni che, secondo quanto denunciato da alcuni candidati, avrebbero semplicemente aiutato delle persone a rispondere ai test. Oggi il ministro Mussi, che ha incontrato l’Alto Commissario Anticorruzione nella Pubblica Amministrazione, Achille Serra, ha auspicato -che i responsabili siano puniti e che gli studenti continuino a denunciare le irregolarità-. Quindi ha ricevuto una delegazione dell’Unione degli universitari che ha chiesto l’annullamento della prova in tutta Italia e l’abolizione del numero chiuso. Anche a Messina l’Udu ha avviato una raccolta di firme per sostenere queste ragioni.
