Laface solidarizza e chiama in causa le Istituzioni locali
A mali estremi estremi rimedi. Una plateale protesta è stata inscenata stamattina dal Comitato Pendolari dello Stretto, da Dimensione Trasporti e dalla Lega Autonomie locali. I viaggiatori tra le sponde hanno bloccato a Reggio Calabria l’aliscafo Tindari. Il motivo del blocco, fanno sapere i Comitati, è quello di far rimettere in funzione l’aliscafo Selinunte, già riparato ma fermo per «raffreddori brezneviani» a Messina.
Ma le cause della protesta risalgono nel tempo, sono radicate nella politica della mobilità sullo Stretto: «I pendolari dello Stretto – scrivono i Comitati in un comunicato di stamattina a firma dei presidenti Pietro Interdonato, Domenico Caia e Rosario Ansaldo Patti -, sono stremati dai gravissimi disagi quotidiani imposti loro da un vertice aziendale inetto, complementare all’armatore privato, stanchi di non poter viaggiare liberamente da una sponda all’altra e bloccati a terra dalla capienza dell’aliscafo; nonostante le reiterate richieste di essere ascoltati per le gravissime problematiche quotidiane».
«Con questa nota – continuano le organizzazioni -, noi del Comitato Pendolari, di Dimensione Trasporti e della Lega Autonomie locali, rispettosi solo dalla ordinata evoluzione degli eventi positivi, vogliamo evidenziare che nella sostanza si è nettamente d’accordo con i ma, anche perché la battaglia da noi intrapresa è solo una battaglia di civiltà, per riscattare le nostre Comunità da 40 anni di arroganza e malapolitica, delegando per la forma e la risoluzione dell’incancrenito problema, la Deputazione nazionale, siciliana e calabrese, affinché vengano portati alla luce tutti i misfatti avvenuti nei decenni scorsi, allorquando inizia il declino irrefrenabile di Rfi, che ha comportato la deriva del trasporto ferroviario siciliano e calabrese.»
Sulla vicenda è intervenuto anche il vicepresidente provinciale di Alleanza nazionale, Giuseppe Laface, a sostegno dei manifestanti. Colpevole la politica, secondo Laface, di essere stata sorda alle richieste dei viaggiatori. «La reazione dei pendolari che occupano l’aliscafo – scrive il vicepresidente -, certamente censurabile, appare come l’atto esasperato di cittadini che vedono, giorno dopo giorno, mortificato il loro diritto alla mobilità e non sentono -vicine- le Istituzioni. I pendolari oggi vedono lontane le Istituzioni, che appaiono tuttora inermi di fronte al costante arretramento di Rfi ed alle nuove stringenti disposizioni ed alle nuove tariffe del Gruppo Franza.»
Laface ricorda, inoltre, che il Tavolo Interistituzionale degli Enti Locali dell’Area dello Stretto costituito presso la Provincia di Messina e che vede la partecipazione anche della Provincia di Reggio Calabria e dei Comuni di Messina, Reggio e Villa S.G., non si è più riunito.
In attesa della costruzione della Metropolitana del Mare, un mezzo che potrà risolvere molti dei problemi dei pendolari, Laface conclude, «le Istituzioni Locali e la deputazione devono immediatamente intervenire a sostegno delle ragioni dei pendolari ed ottenere che vengano garantiti, in particolare da parte del vettore pubblico, gli standard minimi ed accettabili di trasporto in favore dei pendolari».
