Tomasello raggiunto da avviso di garanzia insieme con il Direttore amministrativo Pino Cardile ed altri tre indagati. Sotto la lente d'ingrandimento della Procura l'assunzione a tempo determinato di nove precari e la mancata attivazione del Centro interdisciplinare di Chirurgia comparata
Il Rettore dell’Università di Messina, Franco Tomasello è indagato in due vicende con le ipotesi di reato di abuso d’ufficio e falso. Si tratta di due inchieste condotte dalla sezione di PG della Guardia di Finanza nelle quali è coinvolto anche il direttore amministrativo dell’Ateneo peloritano Pino Cardile con le stesse ipotesi di reato. Ad entrambi il sostituto procuratore Camillo Falvo ha inviato un avviso di garanzia e contestuale avviso di conclusione delle indagini.
La prima delle due inchieste riguarda l’assunzione a tempo determinato di nove precari che, secondo l’accusa, non possedevano i requisiti richiesti. In quest’indagine sono indagati per abuso d’ufficio anche l’ex direttore amministrativo dell’Ateneo Salvatore Bilardo, il dirigente dell’ufficio coordinamento di sviluppo Elio Vigorita, ed il capo area degli organi collegiali e servizi amministrativi e documentali dell’Università Maria Ordile. La vicenda risale al 2008 quando il Consiglio d’amministrazione dell’Università, così come previsto dalla finanziaria appena approvata dal Governo, avviò l’iter per la stabilizzazione di nove precari. I lavoratori dovevano essere in possesso di un fondamentale requisito temporale e cioè dovevano aver maturato un periodo di 36 mesi lavorativi, anche non continuativi, nell’ultimo quinquennio. Secondo quanto emerso dall’attività investigativa delle Fiamme Gialle gli indagati attestarono falsamente che i nove lavoratori precari erano in possesso di questo requisito temporale, facendo scattare la stabilizzazione a scapito di altri soggetti che avrebbero avuto diritto all’assunzione a tempo indeterminato. Non solo ma per essere sicuri di raggiungere l’obiettivo il Consiglio d’amministrazione dell’Università approvò alcune modifiche al regolamento in materia di stabilizzazione del personale a tempo determinato. Venne così eliminato il requisito temporale dell’ultimo quinquennio e così scattarono le assunzioni. Ma gli esclusi presentarono un esposto e partì l’inchiesta giudiziaria.
C’è poi la seconda vicenda in cui sono indagati solo il Rettore Franco Tomasello ed il Direttore amministrativo Pino Cardile con le ipotesi di falso e abuso. L’inchiesta, condotta sempre dal sostituto Camillo Falvo, riguarda l’istituzione ed attivazione del “Centro Interdisciplinare di Chirurgia comparata”. Per mettere in piedi questa struttura, in collaborazione fra la Facoltà di medicina e Chirurgia e quella di Medicina veterinaria, l’Ateneo di Messina aveva ottenuto nel 2005 uno stanziamento di 480.000 euro dal Ministero della Ricerca e dell’Università. Secondo l’accusa però Tomasello e Cardile con una relazione illustrativa nel maggio dell’anno scorso avrebbero indotto in errore il Senato Accademico. Fecero quindi dirottare le somme per finalità diverse da quelle indicate nel piano generale di utilizzo dei fondi comunicato al Miur nel 2005. Tutto questo, secondo la Procura, avvenne allo scopo di danneggiare il professor Giuseppe Cucinotta, responsabile e delegato per l’attivazione del “Centro interdisciplinare di Chirurgia comparata”. Cucinotta, infatti, nel gennaio 2006 aveva denunciato all’Autorità Giudiziaria lo stesso Tomasello e l’ex preside di Veterinaria Battesimo Macrì. Il Rettore e Macrì avrebbero esercitato pressioni su di lui perché aiutasse il figlio dell’ex preside di Veterinaria a vincere un concorso per professore di II° fascia. Cucinotta, che era membro interno della commissione di valutazione comparativa, denunciò tutto. Tomasello fu sospeso dalle funzioni per due mesi e Macrì nel luglio 2007 finì agli arresti domiciliari.
