Ruggeri nel mirino dell’Orsa: «Si dimetta»

Ruggeri nel mirino dell’Orsa: «Si dimetta»

Ruggeri nel mirino dell’Orsa: «Si dimetta»

martedì 02 Marzo 2010 - 10:53

Duro il sindacato sulla gestione del personale dell’Ato3: «Impiega i dipendenti a suo piacimento, ha creato una “piccola squadretta di bravi esecutori”. Poca trasparenza nei suoi atti: non ci vuole ricevere».

La “guerra” tra l’Orsa e il presidente dell’Ato3 Antonio Ruggeri finisce all’Ufficio provinciale del lavoro. E si inasprisce con l’ultimo botta e risposta: una lettera di Ruggeri con la quale non si riconosce il sindacato come “interlocutore accreditato” e la replica dell’Orsa, che chiede le «responsabili dimissioni» del presidente dell’Ato3. Ad alzare il tono l’ultimo episodio. Il 24 febbraio scorso l’Orsa aveva inoltrato a Ruggeri formale richiesta di accesso ad alcuni atti amministrativi «riguardanti vari profili di organizzazione del lavoro della Società d’Ambito a capitale pubblico dallo stesso amministrata». Tra questi, erano stati chiesti gli atti di mutamento della qualifica dei lavoratori, delle mansioni, di nomina del personale addetto all’ufficio di segreteria e relazioni con il pubblico, di nomina del capo struttura tecnica e atto di conferimento dei relativi poteri, gli ordini di servizio riguardanti il personale con qualifica di sorvegliante impegnato nell’ambito dei lavori oggetto dell’ordinanza commissariale per l’emergenza Giampilieri e gli atti sul conteggio delle ore di straordinario relative sempre a Giampilieri, i contratti di consulenza e collaborazione sottoscritti dal 1 gennaio 2009 ad oggi.

Non è un caso che l’Orsa abbia richiesto proprio “questi” atti. Il sindacato sostiene che «è notorio, ormai, come Ruggeri non digerisca affatto l’impiego di procedure contrattuali e di legge nei rapporti con i dipendenti, preferendo impiegarli a suo piacimento con disposizioni orali e mai attraverso ordini di servizio in forma scritta. Sembra, da più fonti, che Ruggeri, in barba al rispetto di qualifiche e competenze, abbia avuto l’ardire di crearsi tra i dipendenti la “sua piccola squadretta di bravi esecutori” delle azioni caratterizzanti la sua strategia aziendale (quale non si capisce) dietro, si dice, il corrispettivo costituito da un innalzamento di livello contrattuale o dalla concessione di ore di lavoro straordinario senza alcuna regolamentazione (tanto sono pagate dai contribuenti messinesi). Vi sarebbero, altresì, dipendenti che pur non avendo una qualifica specifica, sono talmente “fedeli ed efficienti” da ritrovarsi a ricoprire ruoli e svolgere funzioni di alta amministrazione come se fossero dei dirigenti altamente specializzati. Addirittura, ve ne sarebbero alcuni esentati dalla registrazione attraverso badges dell’orario di entrata e di uscita dalla sede di lavoro con libertà di arrivare a piacere, come se non si trattasse di lavoratori subordinati. Non è chiaro, inoltre, attraverso quali disposizioni di servizio singole unità della società siano state impiegate nell’ambito dei lavori costituenti oggetto dell’ordinanza commissariale per l’emergenza Giampilieri e con quali mansioni. E, soprattutto, se, quando, e come tali ore di lavoro (si parla di più 600 ore di straordinario) verranno pagate».

Accuse pesantissime, che sarebbero state al centro dell’incontro richiesto dall’Orsa e da Ruggeri fissato, in un primo momento, proprio per questa mattina. Ma oggi stesso all’Orsa è giunta una nota, protocollata il 26 febbraio, che comunica al sindacato che «… 1) codesta organizzazione sindacale non è accreditata come interlocutrice di questa società perché non firmataria del CCNL di categoria; 2) codesta organizzazione sindacale non ha diritto alla costituzione delle RSA; 3) è legittimo il nostro rifiuto di operare le trattenute a favore di codesta organizzazione sindacale». Nella lettera Ruggeri afferma anche che l’Orsa avrebbe approfittato della sua disponibilità e della sua educazione, tenendo un comportamento arrogante e vessatorio nei confronti della sua persona. Non si fa attendere la replica del sindacato: «Ruggeri sta compiendo un errore marchiano, il suo comportamento costituisce una condotta antisindacale in piena regola e per questo ci rivolgeremo all’Ufficio provinciale del lavoro. Ruggeri ha perso una opportunità per riscattare parzialmente, almeno sotto il profilo del senso di responsabilità, il totale fallimento della sua gestione sulla quale non vi è alcuna trasparenza. Piuttosto tenta di nascondersi e scappare, così come su altro fronte sta facendo con i lavoratori delle cooperative sociali. Infatti nonostante la sede dell’Ato3 sia stata occupata giorno e notte, il presidente, manifestando il senso di responsabilità di un ragazzino, ha preferito non farsi vedere come se il fatto non fosse il suo. E pensare che il compenso di questo “manager” lo paga la collettività». Il duro attacco dell’Orsa non può che concludersi così: «La riorganizzazione dell’ATO3 prevista dalla riforma regionale può partire solo dalle ceneri del passato e dalle responsabili dimissioni del presidente Antonio

Sebastiano Caspanello

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