Una lettrice ci invia due foto che testimoniano l’incuria a cui è lasciato il cimitero monumentale di Messina. Riproponiamo anche le poco qualificati fotografie scattate un anno fa al Famedio
Il Gran Camposanto è a pieno titolo un monumento di Messina. Monumento alla memoria, alla storia, ma anche, purtroppo, monumento all’incuria. L’ultima segnalazione ci arriva da una lettrice, Emilia Ammirato, che ci invia due foto che parlano da sole. Ma ci scrive anche qualche riga, che non può non far riflettere. La lettera ci offre l’occasione per riproporre parte del reportage fotografico realizzato da Dino Sturiale circa un anno fa al “famedio” del Camposanto, la tomba degli illustri ridotta nel peggior degrado (vedi fotogallery).
Così ci scrive Emilia Ammirato: «Il Gran Camposanto “monumentale” di Messina dovrebbe essere tra i più -belli d’Italia”, sempre che un luogo di -eterno- riposo possa di per sé essere bello. Io ci vado ormai ogni sabato da quasi undici anni, da quando è morto mio fratello di 32 anni per un infarto, e mi sorprendo sempre delle condizioni indecorose in cui versa il cimitero.
Ma desso credo si sia superato il limite: il finocchietto selvatico è diventato il padrone assoluto della zona chiamata -sezione 54- dove c’è la tomba di mio fratello, ovviamente. Capisco che la prima incuria nasca da chi non cura la lapide dei parenti, ma credo che anche il Comune debba garantire un servizio migliore.
Per motivi di privacy che credo debbano essere garantiti anche a chi li riposa ho cancellato dalle foto i nomi delle persone. Del resto, tutto il cimitero è ormai invaso da piante di tutti i tipi, i
capperi ad esempio sono dappertutto…
Mah… che dire…»
Già, che dire. Riposino in pace…
(in fotogallery le immagini scattate un anno fa da Dino Sturiale al -famedio- del Camposanto)
