Servizi Sociali a gestione familiare. Gli interventi di OrSa e Cisl

Servizi Sociali a gestione familiare. Gli interventi di OrSa e Cisl

Servizi Sociali a gestione familiare. Gli interventi di OrSa e Cisl

lunedì 10 Gennaio 2011 - 09:08

Il sindacato autonomo denuncia la situazione riguardante l’attuale gestione di Casa Serena: «Finora inaccettate le nostre richieste d’incontro». La Cisl chiarisce la propria posizione: «Non abbiamo mai usufruito di alcun beneficio, chi in passato lo ha fatto non ha più nulla a che fare con noi»

Il fitto sottobosco dei servizi sociali, o meglio della relativa gestione, chiama in causa anche le organizzazioni sindacali, in più occasioni accusate di aver contribuito, per propri interessi, ad aver favorito una gestione poco chiara di tutto il sistema. Sull’argomento intervengono OrSa e Cisl. Il sindacato autonomo focalizza l’attenzione sulla situazione di Casa Serena: «Siamo presenti da circa tre mesi nella struttura. Abbiamo potuto appurare, grazie alle denunce dei nostri iscritti, che la gestione del servizio sia di tipo familistico, dall’organizzazione del lavoro alla risoluzione dei problemi inerenti al servizio, per il quieto vivere necessita la giusta delega sindacale o il giusto santo in paradiso, e per evitare che la gestione paciosa venga turbata, istituzioni, azienda ed sindacati. si compattano per impedire l’accesso a soggetti “esterni”».

Secondo quanto denunciato dall’OrSa, l’azienda ha sempre glissato le richieste di incontro, anche informale: «Ciò – si legge nella nota siglata dalla rappresentante Francesco Fusco – è il chiaro sintomo di una gestione ermetica da tenere al riparo da occhi indiscreti e bocche denuncianti». Un atteggiamento che tuttavia non scoraggia i rappresentanti sindacali, i quali parlano anche di ritorsioni nei confronti dei propri iscritti: «Crediamo sia giunto il momento di dare il nostro contributo per dirimere la nebbia calata negli anni su questo settore, se ulteriori minacce dovessero verificarsi nei confronti degli associati all’OrSA non mancheremo di denunciare l’evento all’opinione pubblica e in tutte le sedi che riterremo opportune». Il sindacato lancia infine una proposta riguardante la costituzione di una commissione esterna a Palazzo Zanca che miri a riorganizzare i servizi sociali in termini di qualità ed efficienza, unica soluzione per rompere con le vecchie logiche del passato.

Sulla gestione dei servizi sociali intervengono oggi anche il segretario generale della Cisl di Messina, Tonino Genovese e il segretario generale della Cisl Fp Calogero Emanuele, che prima di tutto intendono però precisare la posizione del sindacato: «E’ stato affermato che nella spartizione degli interesse si devono includere, perché parte del ‘sistema’, anche i sindacati e segnatamente la Cisl. Invero, l’unico riferimento che si attribuisce a questa organizzazione risale ad anni lontani e coinvolge soggetti che nulla hanno più a che vedere con questa organizzazione da almeno tre lustri e che ci fanno sentire parte lesa piuttosto che parte integrante o partecipe di un ‘banchetto’ che aborriamo. Lo dimostra – affermano i segretari di Cisl e Cisl Fp – sicuramente la nettezza con cui sono state prese le distanze da questo ‘sistema’ gestionale».

«In questi mesi – ricordano ancora Genovese e Emanuele – la Cisl è stata impegnata nel confronto con l’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune, per il rinnovo degli affidamenti e quindi la predisposizione dei bandi di gara. Ma la scelta della politica, e non del sindacato, è stata quella di procedere alla proroga dei contratti in scadenza proprio per non sconvolgere il sistema ormai consolidato e garantito, e non certo per il sindacato. Le ulteriori proroghe – sostengono – non servono a bonificare e riqualificare il sistema, anzi alimentano ancor di più i contenziosi, le vertenze e i ricorsi agli ammortizzatori sociali in deroga. Quegli ammortizzatori che sino ad oggi hanno consentito di mantenere i livelli occupazionali e dare la possibilità ai lavoratori di assicurare il sostentamento alle proprie famiglie. Bisogna avere il coraggio delle scelte e per far questo la politica e le istituzioni preposte devono saper interpretare il ruolo ed il bisogno dell’utenza e della città».

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