Servizi sociali. La parola passa ai sindacati dei pensionati: poveri ed anziani vittime del sistema clientelare

Servizi sociali. La parola passa ai sindacati dei pensionati: poveri ed anziani vittime del sistema clientelare

Servizi sociali. La parola passa ai sindacati dei pensionati: poveri ed anziani vittime del sistema clientelare

mercoledì 12 Gennaio 2011 - 12:56

I rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil chiedono più servizi, maggiore efficienza e trasparenza: a Messina la spesa destinata alla protezione sociale è solo dell’11%

Numeri che danno il senso dello sfacio che caratterizza le gestione dei servizi sociali a Messina e nei tanti comuni che ne compongono la provincia. A fornirli sono i rappresentanti sindacali dei sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Locorotondo, Muscolino e Catania, che analizzano la situazione, denunciano inadempienze e cinismo di amministratori politici ed avanzano proposte di cambiamento.

Messina ha un’alta percentuale di anziani (25,6) e un forte squilibrio intergenerazionale; ha un altrettanto alto numero di non autosufficienti, di diversamente abili, di invalidi ( 8.841; 4780; 6559) e, purtroppo, una diffusa povertà, derivante dalla mancanza di lavoro e dall’importo basso delle pensioni (Il 48,2% non superano i 500 euro, un ulteriore 27,4% non superano i 700 €). La fascia ad essere maggiormente interessata da povertà e disabilità diffuse sono proprio gli anziani.

La seconda considerazione avanzata dai sindacati, riguarda gli scarsi livelli di spesa per la protezione sociale: per i bisogni di tutela, disagio e supporto agli strati deboli, nelle città che più si avvicinano a Messina come numero di abitanti ma che hanno un numero di anziani e disabili più contenuto, si spende il 20,3 del bilancio a Verona e il 22,5 a Padova. A Messina soltanto l’11% ( spesa pro capite € 203,61; 219,85; 105,93). Peggio ancora, affermano i sindacati, fa il distretto socio sanitario (per il quale i finanziamenti sono regionali).

La riflessione finale è invece riservata alle modalità di gestione dell’intero settore. “A Messina – si legge nella nota dei sindacati – non esiste uno strumento semplice dal quale apprendere quali servizi sociali sono disponibili, chi ne ha diritto, come accedervi. I servizi sono segreti. Se non conosci “qualcuno” nel palazzo, se non hai un santo al quale rivolgerti e restare “obbligato”, sei escluso. Se si supera questo scoglio con la raccomandazione, è facile ottenere la promessa ma non il servizio perché il numero dei destinatari è limitatissimo (gli anziani soli che non possono permettersi la badante sono quasi 25mila e di essi soltanto una piccolissima parte hanno generica assistenza; pressoché priva di controlli). Altrove i servizi essenziali sono garantiti a tutti; ovviamente i poverissimi non pagano e gli altri partecipano con quote rapportate al reddito”.

Locorotondo, Muscolino e Catania che nei prossimi giorni proseguiranno gli incontri con le amministrazioni dei comuni superiori ai diecimila abitanti, avanzano richieste ben precise: carta dei servizi, più risorse, priorità ai servizi essenziali, legalità nelle procedure, gestione trasparente e controlli sulla qualità.

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