Sicurezza sullo Stretto, l'OrSA scrive a Samiani: «Siamo davanti a un muro di gomma»

Sicurezza sullo Stretto, l’OrSA scrive a Samiani: «Siamo davanti a un muro di gomma»

Sicurezza sullo Stretto, l’OrSA scrive a Samiani: «Siamo davanti a un muro di gomma»

lunedì 14 Luglio 2008 - 07:38

Massaro: «Gli armatori godano di una silente impunità che consente loro di comprimere i costi»

La tragedia del Segesta, le cui responsabilità sono ancora da individuare con certezza, è ancora troppo recente, eppure le misure intraprese per incrementare la sicurezza sullo Stretto non hanno fatto registrare decisivi passi avanti. L’OrSA navigazione, attraverso una nota del suo segretario regionale Mariano Massaro, scrive al comandante della Capitaneria di Porto Antonio Samiani, perché « la denuncia all’opinione pubblica è l’ultimo strumento rimasto a nostra disposizione per tentare di abbattere il muro di gomma su cui rimbalza sistematicamente ogni richiesta di garanzia di sicurezza promessa a tutti i livelli istituzionali e mai concretizzatasi».

«E’ sensazione diffusa fra gli addetti ai lavori – scrive Massaro – che gli armatori godano di una silente impunità che consente loro di comprimere i costi al punto da compromettere non solo l’efficienza dei servizi ma fin’anche il diritto alla massima sicurezza. Non si spiegherebbe altrimenti la leggerezza con cui anche il vettore pubblico di traghettamento RFI gestisce il servizio con una flotta da terzo mondo armata con personale sempre più precario sottoposto ad orari di lavoro che oltrepassano di gran lunga i limiti imposti dalla vigente normativa sulla sicurezza. Reputiamo superfluo rammentarle i programmi ministeriali, sanciti in sua presenza, che prevedono iniziative volte a rendere sicura la navigazione nello specchio di mare più trafficato d’Italia. Come ben saprà, del contestatissimo piano per la sicurezza emanato dall’ex Ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi, si è realizzato solo il taglio alle tabelle d’armamento in navi vetuste che oggettivamente non possono vantare alcuna innovazione tecnologica in grado di sostituire l’uomo in tal misura».

«Per il resto – aggiunge Massaro – vige un inspiegabile stato di arrocco e l’assoluto silenzio delle istituzioni, compresa l’Autorità Marittima che lei rappresenta al massimo vertice. Nell’interesse dell’utenza che giornalmente attraversa lo Stretto e dei lavoratori marittimi che ci onoriamo di rappresentare le chiediamo di fornire alla cittadinanza precisi chiarimenti su quanto segue: quando sarà fruibile l’annunciata rotatoria che dovrebbe contribuire a regolamentare la navigazione nello Stretto? Il sistema VTS, per il quale si è riusciti a dimezzare gli equipaggi, è realmente attivo 24 ore su 24? E’ stato mai verificato con apposite esercitazioni se riesce ad essere valido strumento di prevenzione? O si limiterebbe a registrare le dinamiche di eventuali collisioni? La Capitaneria di Porto controlla costantemente se le navi armate con tabelle a 7 unità imbarcano solo 40 passeggeri, come stabilito dal Ministero dei trasporti? O questa regola è servita esclusivamente da copertura per consentire agli armatori il taglio di personale? Che fine hanno fatto le promesse Ministeriali di professionalizzazione e stabilizzazione del personale marittimo operante nello Stretto? A suo giudizio è pensabile innalzare concretamente i livelli di sicurezza utilizzando personale precario, ogni volta diverso, che non ha la possibilità né il tempo d’imparare le peculiarità delle navi, ogni volta diverse, su cui imbarca? Non pensa che sia pericolosamente “innovativo- consentire agli armatori di operare le pulizie delle navi con a bordo personale sprovvisto di libretto di navigazione? I requisiti Richiesti dalla Capitaneria di Porto di Messina per concedere l’imbarco da Ufficiale e Sott’ufficiale, sono quelli rigidi di un tempo o sono stati “semplificati- a discapito dei livelli di professionalità? La Capitaneria di Porto ha mai indagato sull’utilizzo smodato che gli armatori fanno del lavoro straordinario senza valutare il fattore fatica che risulta essere la maggiore concausa delle morti bianche nel nostro paese? Si è mai indagato per individuare i motivi per cui le navi Budelli e Reggio (ex Razzoli) sono continuamente al centro dell’attenzione a causa di ripetuti incidenti che solo per buona sorte non hanno fatto registrare l’ennesima tragedia? L’ormeggio al molo Norimberga delle navi del vettore privato non rappresentano un intralcio costante che in occasione di condizioni meteo marine avverse rendono quanto meno rischiose le operazioni di approdo nelle invasature ferroviarie?».

«Vista la prolungata assenza di confronto – conclude Massaro – avremmo tante altre domande da porle ma preferiamo concentrare l’attenzione sulle priorità con il legittimo auspicio di ricevere risposte chiare da uomo di mare, quale lei è. La sicurezza garantita solo sulla carta o, peggio, il rimbalzo delle responsabilità sull’omissione di quanto stabilito a suo tempo al Ministero dei Trasporti, non possono che produrre l’ennesima delle incompiute che hanno condannato la città all’eterna inefficienza».

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