Suicidio Parmaliana. Il fratello Biagio: «In silenzio politica e istituzioni»

Suicidio Parmaliana. Il fratello Biagio: «In silenzio politica e istituzioni»

Redazione

Suicidio Parmaliana. Il fratello Biagio: «In silenzio politica e istituzioni»

domenica 02 Novembre 2008 - 15:01

L'Associazione Nazionale vittime di mafia organizza un incontro, giorno 9 novembre, per “raccontare- Adolfo Parmaliana e denunciare l'indifferenza di cui è rimasto vittima

Silenzio. Possono istituzioni e politica, o almeno una buona parte di esse, rispondere all’appello disperato di un uomo che getta via la sua vita per la giustizia, con il silenzio? Se lo è chiesto e se lo continua a chiedere Biagio Parmaliana, fratello del professore Adolfo Parmaliana, che lo scorso 2 ottobre si è lanciato da un viadotto dell’autostrada A20 Messina-Palermo.

Il familiare del docente universitario scomparso, ha partecipato qualche settimana fa alla trasmissione in onda su Rai Uno “Sabato&Domenica-, interrogandosi sul perché di fronte ad un caso che ha destato interesse anche sul panorama nazionale, pochissimi tra rappresentanti politici e istituzionali locali hanno preso una posizione secca e decisa che quantomeno invitasse con forza a fare luce sul caso. Nel corso della trasmissione, (il cui estratto è visibile cliccando in basso sul video), si chiede giustizia per un uomo che si è tolto la vita convinto di essere perseguitato proprio da quella magistratura nella cui onestà e nel cui lavoro per tanti anni aveva fortemente creduto. Una tesi che forse fa salire la temperatura del termometro del malaffare, da sempre condannato da Parmaliana, che ha passato la sua esistenza a combattere contro un avversario forse troppo “grande- e disonesto prima di abbandonare il ring per morire da uomo libero. Un grido che deve essere accolto, un grido di disperazione, di stanchezza, di sete di verità lanciato anche attraverso il sito www.illume.it, ideato dallo stesso Adolfo Parmliana che spesso, come affermano gli amici, amava ripetere: «Solo il lume della ragione può dare luce all’uomo, fargli capire la vita aiutandolo a rischiarare il buio del suo cammino».

E come ricorda anche il fratello Biagio, il mondo dell’informazione ha fatto poco o nulla per supportarlo. E anche oggi, a tragedia avvenuta, sono poche le testate che hanno effettivamente fatto qualcosa per far capire quale fosse la “guerra- che Parmaliana, come tutti gli uomini di buona volontà, stava cercando di portare avanti. All’ “asciutta- narrazione di un episodio di cronaca riportato dagli organi di informazione, non ha purtroppo fatto eco un’analisi approfondita sul perché e sul per come Parmaliana, inascoltato e abbandonato a sé stesso, sia stato portato compiere un gesto così estremo. Una riflessione che invece, aldilà dalle conclusioni cui giungerà la Procura di Reggio Calabria (cui sono stati trasferiti gli atti e che si occuperà della vicenda sostituendosi a quella di Patti), deve trovare terreno fertile in quella parte “sana- della società civile.

È proprio la società civile che deve dunque far sentire la sua voce. Ecco perché l’Associazione Nazionale Vittima di Mafia ha organizzato per giorno 9 con inizio alle 16, un incontro che si terrà nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, proprio nel cuore di uno di quei palazzi “rimasti in silenzio- rispetto alla tragedia, in cui anche i cittadini, si spera in tanti, potranno manifestare la loro solidarietà e loro “indignazione- di fronte all’indifferenza di troppi.

Ad intervenire nel corso dell’assemblea pubblica, il cui inizio è fissato per le 17.30, coloro che hanno “vissuto- da vicino la sofferenza e in ultimo la rassegnazione di Adolfo Parmaliana accogliendone i pensieri più intimi, così come lo stesso professore scrive nella sua ultima lettera/testamento. A parlare e a confrontarsi con la gente, insieme al fratello Biagio, l’avvocato del docente Fabio Repici, che nei giorni successivi il suicidio ha lanciato una forte accusa nei confronti dell’intero corpo della magistratura, il senatore del Pd Giuseppe Lumia, uno dei pochi esponenti politici vicini alla battaglia del professore messinese. Immancabile poi la presenza di Sonia Alfano, presidente dell’associazione promotrice dell’incontro e figlia del giornalista Beppe ucciso dalla mafia, che ha esteso l’invito anche al parlamentare dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro e al giudice Giambattista Scidà.

Un incontro a cui più persone possibili sono invitate a partecipare per dare un segnale forte a chi continua ad operare e comandare sulle speranze della gente per bene, per non dimenticare il sacrificio e al contempo l’amore per la vita di Adolfo, rintracciabile negli occhi di chi gli vuole bene e a cui lui ne ha mostrato altrettanto, anche se quell’amore adesso è diventato buio, almeno sulla terra.

Emanuele Rigano – Elena De Pasquale

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