Numeri e analisi: il bilancio che riporta la pace tra De Luca e il consiglio

Numeri e analisi: il bilancio che riporta la pace tra De Luca e il consiglio

Francesca Stornante

Numeri e analisi: il bilancio che riporta la pace tra De Luca e il consiglio

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giovedì 20 Settembre 2018 - 05:16

Cosa c'è nel bilancio approvato ieri sera dall'aula, come si spendono i soldi dei cittadini, cosa non funziona, cosa l'amministrazione De Luca intende cambiare. E poi le posizioni dei consiglieri, gli spunti critici, le valutazioni e i toni distensivi del sindaco che dice grazie all'aula

«Io vi devo ringraziare, vi ringrazia la città perché questa sera avete approvato in tempi record questi atti, evidenziando tutti grande senso di responsabilità. Mi auguro che ci possano essere tante occasioni per lavorare con questo clima che non è di inciucio, ma di responsabilità. Mi avete dato modo di avere una conferma: questo consiglio comunale comunque è fatto da persone per bene. Io questa sera vedo una premessa a quella che potrebbe essere la chiusura di una fase di diffidenza dovuta alla non conoscenza. Io sono il sindaco e voglio ragionare con tutti, senza distinzioni, da sindaco».

Con queste parole, alla fine di un lungo discorso durato oltre mezz’ora, il sindaco De Luca ha detto grazie al consiglio comunale che ieri sera ha votato un bilancio di previsione di cui nessuno ha riconosciuto la paternità tecnica e politica ma che rappresentava l’atto necessario per andare avanti e riuscire a camminare verso un percorso attivo. Un bilancio di previsione fatto dall’amministrazione Accorinti, “adottato” dall’amministrazione De Luca e votato dal nuovo consiglio che, nonostante tutti gli scontri avuti con il sindaco, è stato presente quasi al completo e ha votato in modo compatto.

Una seduta articolata, un confronto che è andato avanti per ore e ricco di spunti soprattutto grazie al prospetto che il sindaco ha consegnato all’aula sul bilancio di previsione che è stato votato. Numeri che raccontano com’è stato costruito quel bilancio e che fotografano l’azione amministrativa della passata gestione. Numeri che sono serviti al sindaco per dire cosa ha intenzione di cambiare, cosa non ha funzionato, numeri che sono diventati anche una base di partenza e riflessione per tutti i consiglieri. (VEDI QUI).

«Sono una persona abituata, quando ci sono rischi, a prenderseli in prima persona e la mia storia lo certifica. Fino all’ultimo istante ho avuto modo di approfondire vari profili di un bilancio ponte che comunque è un’assunzione di responsabilità. Non mi sarei mai permesso di proporre all’aula un atto non votabile» ha detto il sindaco a un’aula che, come ha voluto sottolineare orgoglioso il presidente Claudio Cardile non aveva mai risposto in passato con una presenza così massiccia.

COME SI SPENDONO I SOLDI DEL BILANCIO?

«Abbiamo cercato di darvi uno spaccato di quello che è il bilancio di previsione che stiamo votando. Non è molto diverso da quelli approvati da quest’aula negli ultimi 5 anni» ha esordito De Luca.

Un bilancio che vale 747.889.981 euro e che è stato diviso tra spese correnti ed entrate che alimentano la spesa.

SPESE

Per il sindaco balza agli occhi la percentuale destinata ad alcune voci: manutenzione immobili comunali e manutenzione scuole per i quali si spende rispettivamente solo lo 0,2% e lo 0,1% dei 364 milioni di spesa corrente. Oppure i 55 milioni che si spendono nei servizi sociali: «Per quello che si spende in questo settore Messina dovrebbe essere la cittadella delle eccellenze» dice De Luca. Poi ci sono ben 83 milioni per i debiti fuori bilancio, 70 milioni per il personale, 21 milioni per il trasporto pubblico, 52 milioni per la gestione rifiuti che si scontrano con 1 milione scarso per manutenzione stradale.

«Quando abbiamo detto che questo bilancio ha un problema strutturale lo dicevamo perché non è compatibile con le esigenze della città di Messina» ha detto De Luca che poi è passato all’esame delle entrate.

ENTRATE

«Questo bilancio è malato perché se guardate le tipologie di entrata troverete che il bilancio è per il 60% a finanza derivata e per il 40% a entrate proprie. E’ come se il federalismo fiscale non fosse mai arrivato per il Comune di Messina. Se lo Stato o la Regione impazziscono il Comune di Messina fallisce. I trasferimenti di Stato e regione dovrebbero essere risorse aggiuntive mentre vanno a finanziare il 60% delle spese correnti. Questo bilancio non ha alcuna prospettiva».

SERVIZI A DOMANDA INDIVIDUALE

E’ sempre stata una nota dolente per i conti di Palazzo Zanca. «Non è possibile spendere 1,5 milioni per il mantenimento degli impianti sportivi per incassare solo 50 mila euro. C’è un’associazione a delinquere, è una situazione di una gravità inaudita. Oppure com’è possibile che spendiamo 1,8 milioni per Casa Serena senza incassare nulla? Possibile che nessuno paga? Bisogna intervenire con urgenza».

I CONSIGLIERI

Tanti gli interventi che si sono registrati. Dal Pd Antonella Russo avrebbe voluto parlare di questo bilancio con il sindaco Accorinti, ma ha voluto attenzionare alcuni di questi numeri: «Ci sono per esempio solo 200 mila euro di tassa di soggiorno e credo che sia una vergogna, solo 100 mila euro di Cosap mentre tanti commercianti vorrebbero mettersi in regola con il suolo pubblico, mi preoccupa l’entrata Amam perché è stato inserito meno di quanto era stato previsto nel piano di riequilibrio e se leggo la spesa per elezioni le chiedo di non dimettersi perché costano al Comune il 25% in più di quanto si spende per la manutenzione nelle scuole».

Dai 5Stelle ha parlato Andrea Argento dicendo che il gruppo adesso attende con interesse l’operazione verità sui conti che il sindaco ha preannunciato.

Per i Dr ha preso più volte la parola il consigliere Piero La Tona che ha chiesto risposte su alcuni dei numeri inseriti in bilancio, un bilancio definito “orfano, inutile, tardivo, inefficace, inefficiente”.

Da LiberaMe, Massimo Rizzo ha puntato sulla spesa più grossa che riguarda i debiti fuori bilancio: «Questa è la fotografia diuna famiglia che non preventivare le sue spese, una famiglia che insegue l’imprevisto, ma quel che è peggio è che la cifra è così alta che significa che questo è stato il modo di amministrare».

Poi la sferzata di Felice Calabrò: «Il bilancio è un atto fondamentale di ogni amministrazione perché va a pianificare tutte quelle che dovranno essere le attività. Sui prossimi bilanci effettivamente vedremo come sta operando l’amministrazione De Luca. Il bilancio che ci viene presentato viene da un modo di amministrare che io contesto, che i miei colleghi negli anni passati hanno bocciato e dunque l’apertura di credito che il Pd vuole dare con il voto di astensione si pone in una prospettiva che ci vedrà partecipi. Finiranno questi giorni della dolcezza. Quando arriverà il bilancio politico di questa amministrazione saremo pronti al confronto».

Libero Gioveni ha chiesto notizie su ciò che accadrà se verrà decretato il fallimento di Messinambiente, Benedetto Vaccarino sugli impianti sportivi.

L’appello di Biagio Bonfiglio di LiberaMe: «Il 30 agosto il sindaco disse che l’idea che si era fatto di noi era pessima. Oggi si parla di maggioranza bulgara. Non additi più il consiglio comunale come irresponsabile».

Francesca Stornante

Un commento

  1. caro Cateno e sigg.consiglieri,questo è quello che sapeva fare il tibetano ed i sui discepoli.La colpa non è sua ma di chi ha votato un incompetente.Ingoiate il rospo e cambiate strada ,se ne siete capaci.

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