Forza d'Agrò. Area archeologica di Scifì, bisogna scavare ancora

Forza d’Agrò. Area archeologica di Scifì, bisogna scavare ancora

Forza d’Agrò. Area archeologica di Scifì, bisogna scavare ancora

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giovedì 13 Aprile 2017 - 09:47

Ripercorse con un puntuale power point le tappe dalla scoperta del sito (30 anni addietro) alle recenti brevi indagini con geoscanner dello scorso settembre

“Si dovrà continuare a scavare, soprattutto sotto la collinetta a sud, per avere idee più chiare sul sito archeologico di Scifì”. Ad affermarlo è la professoressa Grazia Spagnolo che nel 2002 collaborò all’ultimo scavo a Scifì, frazione di Forza d’Agrò, che ha ripercorso con un puntuale power point le tappe dalla scoperta del sito alle recenti brevi indagini con geoscanner dello scorso settembre.

Spagnolo è intervenuta in un evento organizzato presso la basilica di S. Pietro di Casalvecchio Siculo dalla sede comprensoriale Area Jonica Messina di Archeoclub. Un incontro-memoria per celebrare il trentesimo anniversario della scoperta del sito e fare il punto sui risultati raggiunti ed i prossimi obiettivi da fissare. Ha aperto l’incontro Filippo Brianni, neo presidente della sede Ar-cheoclub, il quale ha delineato lo scopo dei lavori ed ha tracciato la cronistoria del sito, da quell’11 aprile 1987 quando lo studioso Giu-seppe Lombardo comunicò la scoperta al Consiglio comunale di Forza d’Agrò, di cui faceva parte. Lombardo annunciò allora che un frammento di muro casualmente emerso durante dei lavori per la rea-lizzazione di un vigneto potevano appartenere ad una struttura roma-na, probabilmente il primo monastero dei santi Pietro e Paolo d’Agrò, innestato in epoca bizantina su una precedente struttura pagana.

La sordità delle istituzioni ed il rischio che il vigneto soppiantasse la sto-ria, indusse Lombardo ad acquistare il terreno per consentire gli studi. Da allora, un breve saggio di scavi nel 1995, uno nel 1997 e l’ultimo, più corposo, nel 2002, confermarono la datazione indicata da Lombardo e la presenza di un evento alluvionale che travolse il sito. Le indagini finora svolte sembrano ricondurre i ruderi ad una struttura di epoca romana, certamente importante per le poche tracce già emerse (dimensioni muri, presenza di una torretta fortificata, potenziale estensione del o dei fabbricati) che però non consentono ancora di chiarire del tutto natura e funzione del sito. Secondo la prof.ssa Spagnolo sarà necessario un intervento di messa in sicurezza delle strutture esistenti, per evitare crolli, e proseguire gli scavi. Un ricordo dell’insegnante Giuseppe Lombardo è stato tracciato dalla nipote, studentessa di Lettere, Giulia Lombardo, la quale si è soffermata sulla figura di nonno-maestro dello scopritore del sito.

Sono intervenuti anche: il sindaco di Casalvecchio Siculo, Marco Sa-etti, che ha collaborato all’iniziativa ed ha auspicato l’individuazione di strumenti per consentire la prosecuzione degli scavi; l’ex presidente di Archeoclub, Santino Mastroeni e l’ex presidente Lions Club Le-tojanni-Valle d’Agrò, Ketty Tamà, la quale ha posto l’accento su al-cuni studi di Lombardo contenuti nel suo libro “Scifì, da Omero ad oggi”, auspicando l’individuazione delle torrette di guardia che met-tevano in comunicazione la Valle d’Agrò con Naxos. Secondo Brianni, “è stata una giornata importante per la memoria; lo potrà essere anche per il futuro soltanto se si riuscirà a dare un’accelerazione al percorso di studio e di scavo a Scifì”.

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