“Il principe rosso Alessandro Tasca Filangeri di Cutò un socialista dimenticato”: all’Università presentazione del libro di Anna Maria Corradini

“Il principe rosso Alessandro Tasca Filangeri di Cutò un socialista dimenticato”: all’Università presentazione del libro di Anna Maria Corradini

“Il principe rosso Alessandro Tasca Filangeri di Cutò un socialista dimenticato”: all’Università presentazione del libro di Anna Maria Corradini

mercoledì 12 Gennaio 2011 - 14:29

L’opera ripercorre le vicende di un “eroe” della nobiltà siciliana e sarà illustrata sabato 22 gennaio, alle ore 10, alla presenza dell’autrice

Sarà presentato sabato 22 gennaio alle ore 10, nell’Aula Magna dell’Università di Messina il libro di Anna Maria Corradini dal titolo “Il Principe Rosso Alessandro Tasca Filangeri di Cutò un socialista dimenticato”.

Dopo i saluti del rettore, Francesco Tomasello e del presidente dell’Associazione “Alessandro Tasca Filangeri di Cutò” sezione di Messina, Giuseppe Amedeo Mallandrino, il dibattito sarà introdotto e coordinato dal docente universitario di Diritto del lavoro, Maurizio Ballistreri.

Alla presenza dell’autrice, interverranno il docente di Storia contemporanea nelle Facoltà di Lettere e Filosofia e di Economia, Santi Fedele ed i giornalisti e scrittori Sergio Palombo e Giuseppe Ruggeri.

Una delle figure più singolari ed autorevoli dell’aristocrazia siciliana del XIX e il primo trentennio del XX secolo è uscita finalmente dall’oblio.

Alessandro Tasca Filangeri di Cutò è stato ricordato nell’interessante volume biografico di Anna Maria Corradini, giornalista pubblicista e responsabile dell’Archivio storico della Provincia regionale di Palermo, vedova di Bent Parodi di Belsito, noto intellettuale e filosofo delle religioni, già presidente dell’Ordine regionale dei giornalisti di Sicilia e della Fondazione “Famiglia Piccolo di Calanovella” di Capo d’Orlando, scomparso nel dicembre 2009.

Alessandro Tasca Filangeri di Cutò, il -principe rosso-, come fu soprannominato, per le sue idee socialiste fu un personaggio complesso, anticonformista, trasgressivo, sempre pronto ad avversare ogni forma di banalità e mediocrità del pensiero e dell’azione. Il paradosso del suo comportamento sta nel fatto che egli fu, contemporaneamente, un socialista convinto ed un possidente aristocratico. Sperperò tutto il suo patrimonio, forse in modo sconsiderato, secondo il comune buon senso, per combattere lo sfruttamento e le prevaricazioni nei confronti delle classi operaie, deboli e sfruttate nel contesto sociale tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento.

Nel 1902 Alessandro Tasca finì in carcere per avere diffamato un avversario politico. All’Ucciardone si fece riservare tre celle comunicanti che addobbò con tendaggi, tappeti, quadri, mobili di valore mentre una gran quantità di persone, in carrozza o a piedi, girava attorno al carcere per dimostrargli solidarietà.

Quando uscì, venne eletto al Parlamento nazionale dove rimase per sedici anni. Affiliato alla Massoneria di Palazzo Giustiniani, apparteneva ad una famiglia di origini normanne che aveva vissuto l’esperienza federiciana, aveva partecipato alle Crociate e che nel Settecento frequentava familiarmente Caserta, tanto da ospitare nel palazzo avito di Santa Margherita di Belìce i Reali di Napoli, Maria Carolina di Asburgo Lorena e Ferdinando di Borbone, alla loro seconda fuga dalla capitale.

Morì in miseria nel 1943 dopo anni di stenti.

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