Da Messina a Roma, Massaro segr. naz. OrSa: "Siamo l'ariete del sindacato"

Da Messina a Roma, Massaro segr. naz. OrSa: “Siamo l’ariete del sindacato”

Rosaria Brancato

Da Messina a Roma, Massaro segr. naz. OrSa: “Siamo l’ariete del sindacato”

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sabato 08 Febbraio 2020 - 09:10

Tra i pionieri del sindacato in Sicilia, a fine gennaio è stato eletto segretario nazionale confederale

Si chiama Orsa, si legge “ariete”. Entrambi sono animali che sanno lottare e Mariano Massaro, eletto a fine gennaio nel congresso di Rimini segretario nazionale confederale dell’OrSa, si considera proprio così. “Siamo arieti, è l’unico modo per entrare. Siamo un sindacato di lotta che però sa benissimo quando è il momento di sedersi al tavolo delle trattative”.

Pioniere dell’OrSa

Dell’Orsa è un pioniere, tra i primi in Italia e in Sicilia, ha contribuito a costruirla pezzo per pezzo ed a porre le basi di quella che oggi è una confederazione. In alcune regioni il sindacato è presente in tutte le categorie (tranne Funzione Pubblica), in altre, un po’ a macchia di leopardo, i singoli settori sono in fase di costruzione.

Nata come organizzazione sindacale che riuniva gli autonomi, oggi l’OrSa può contare su 15 mila iscritti in Italia (in Sicilia sono 1.500). Le categorie più “forti” sono i trasporti, marittimi, scuola, sanità.

“Siamo un’alternativa”

Ho iniziato a rappresentare l’Orsa nel ’96- racconta Massaro- Ricordo che all’inizio con Francesca Fusco abbiamo avviato un gran lavoro nei settori in cui non eravamo firmatari di contratto. Per me lei è stata un braccio destro, ha una straordinaria capacità di analisi. Per le nostre lotte pur di toglierci dalla piazza ci facevano sedere ai tavoli…….Adesso, 25 anni dopo siamo diventati firmatari di contratto in più categorie e siamo pronti a firmarne altri. I lavoratori vedono in noi l’alternativa. Il sindacato tradizionale difende chi ha già un lavoro, noi abbiamo iniziato lottando per i precari, per chi il lavoro non ce l’ha o ha pochissime tutele. Siamo l’ ariete del sindacato”.

Dalla Cgil all’OrSa

Massaro sindacalmente nasce nella Cgil, nella Fiom. Poi, quando inizia a lavorare nelle Ferrovie dello Stato passa alla Fit Cgil, ma lascia il sindacato quando va via Tiziano Minuti. “Per me era un simbolo. Così sono rimasto fermo un paio d’anni, fin quando non ho incontrato l’Orsa, che era un contenitore di sindacati autonomi. Mi è piaciuta la grande libertà che viene lasciata alle federazioni. Non c’è una visione gerarchica”.

I primi settori d’intervento sono stati i trasporti, i precari, gli operatori impegnati nella scerbatura e gli addetti alla mensa del Policlinico. Pian piano l’OrSa si è allargata alle diverse categorie, strutturandosi in confederazione.

L’elezione di gennaio

Quando sono stato eletto a fine mese il primo pensiero è stato: cosa ho combinato?- sorride- Non è stata una scelta facile, ho chiesto garanzie. Non per me, ma per la crescita del sindacato. Voglio che sia sostenuto economicamente il territorio dove andremo ad espanderci, là dove ancora non ci sono tutte le federazioni. Certo, so che adesso dovrò adattarmi alle dinamiche burocratiche e per me sarà un problema…. Ma adesso deve essere chiaro che c’è una confederazione ed un segretario confederale. Voglio svolgere il ruolo in modo concreto. Autonomia non vuol dire anarchia ed i territori hanno bisogno di essere sostenuti”.

Sicurezza e lavoro

Due le priorità da affrontare: la sicurezza sui posti di lavoro, che in realtà è la prosecuzione di quanto fatto finora e l’eliminazione della precarietà secondo il principio lavorare meno, lavorare tutti. Se gli chiediamo quale sia uno dei ricordi più belli racconta quanto accadde nei giorni della protesta dei precari delle Ferrovie, quando scattò l’occupazione. I precari furono denunciati e condannati a pagare 1.500 euro di multa.

Le battaglie in Ferrovia

Ricordo che andai a Roma ed all’allora segretario dell’Orsa Armando Romeo raccontai cos’era accaduto- spiega- Lui rispose: continuate la lotta perché le multe le pagherà il sindacato. Era il 2004. Così è stato, abbiamo raggiunto, sia pure parzialmente, un risultato. E le multe le ha pagate l’OrSa”.

C’è poi un altro ricordo, quando l’ex presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo, dopo 15 giorni di occupazione della sede Atm contro il mancato pagamento di sei mesi di stipendi, si presentò a Messina con i soldi. “Non andò al comune- racconta Massaro– perché non era in buoni rapporti con il sindaco Buzzanca, ma venne da noi e ci disse: ho i soldi che verserò al Comune”.

Il moderno caporalato

Quanto ai rimpianti l’amarezza maggiore è il non essere riusciti a fare quella che lui definisce: formazione sindacale. Capita che si affrontino insieme con i lavoratori dure battaglie e che poi, raggiunto il traguardo, si perda la tensione iniziale, magari a favore di una ricerca di privilegi. O semplicemente si smetta di lottare. La vera emergenza da affrontare oggi è la precarizzazione globale: “Oggi i precari sono cresciuti in modo esponenziale. Le agenzie interinali rappresentano il moderno caporalato istituzionale e il sindacato ha le armi spuntate”.

Barricate e tavoli

Nel suo profilo facebook ha la foto di Che Guevara, si definisce ideologicamente di estrema sinistra: “l’ideologia serve a indicarti la strada, ma oggi non puoi applicare il marxismo in Occidente. Allora devi fare in modo di spostare il sistema il più a sinistra possibile. Le barricate non devono essere fini a sé stesse, quando occorre devi sapere stare al tavolo delle trattative, che è utile quanto la lotta”.

Lo scontro con Uil e Cgil

Adesso che è segretario nazionale farà la spola con Roma e continuerà anche a lavorare. Intanto a Messina è rovente il fronte sindacale con Uil e Cgil. I sindacati si sono trovati su fronti opposti sull’amministrazione De Luca e soprattutto nella gestione Atm non sono mancate scintille.

Abbiamo sbagliato tutti, ci sono responsabilità di tutti noi- commenta amaro- L’Atm si è trasformata in un campo di scontro tra tifoserie accorintiane o deluchiane. Abbiamo perso un’occasione. Sul Salva Messina l’OrSa ha firmato gli atti sull’Atm, perché De Luca ha detto quello che abbiamo detto noi per 5 anni. Ma ad esempio sui servizi sociali abbiamo firmato solo la presa d’atto. Ci accusano di essere pro-De Luca. Io parlo da sindacalista e dico: politicamente è la mia antitesi, ma lui sa amministrare, ascolta tutti e conosce le carte. Sindacalmente lo affrontiamo vertenza per vertenza”.

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