L’aumento dell’Imu finisce in Tribunale: Comune e Iacp le due parti in causa

L’aumento dell’Imu finisce in Tribunale: Comune e Iacp le due parti in causa

Danila La Torre

L’aumento dell’Imu finisce in Tribunale: Comune e Iacp le due parti in causa

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mercoledì 12 Dicembre 2012 - 18:44

L’Istituto Autonomo Case Popolari ricorre contro l’ente, giudicando le aliquote a suo carico illegittime. Secondo il legale Gazzara, il Comune pretenderebbe una somma di oltre 400 mila euro che non gli spetterebbe

Mentre i cittadini si preparano, malvolentieri, a mettere mani al portafoglio per pagare la seconda rata dell’Imu, l’ultimo giorni utile sarà lunedì prossimo, l’imposta municipale scatena una guerra legale tra Comune e Iacp, che sarà combattuta nelle aule del Tribunale ammnistrativo.

L’Istituto Autonomo Case Popolari, rappresentato dal legale Pasquale Gazzara, ha infatti presentato ricorso contro il commissario straordinario Luigi Croce , oggi a capo dell’ente, e contro il Consiglio comunale, nella persona del presidente Pippo Previti, chiedendo l’annullamento della delibera del Consiglio comunale 70/C, approvata il 27 settembre scorso e relativa al Regolamento per l’applicazione dell’Imu, e in particolare del’art.10 del suddetto Regolamento; della delibera del Consiglio comunale n.72/C del 23 ottobre scorso sull’approvazione delle aliquote e della detrazioni Imu per l’anno 2012; della delibera di Giunta n.625 del 6 luglio 2012 sulla “Presa d’atto dello schema di Regolamento per l’applicazione dell’Imu”; e di ogni altro atto presupposto, conseguente e/o comunque connesso.

Secondo l’avvocato Gazzara, le aliquote imposte all’Iacp sarebbero illegittime e frutto di un «eccesso di potere per illogicità manifesta; per carenza di istruttoria; per difetto di motivazione». Tesi che il legale dell’Istituto autonomo case popolari suffraga citando la Costituzione e la normativa vigente, al solo obiettivo di dimostrate che Palazzo Zanca ha sbagliato e rischia di causare un danno economico ingiustificato alle casse dell’Iacp.

L'inghippo avrebbe origine dall’art.10 del Regolamento sull’applicazione dell’Imu, in virtù del quale «per le unità immobiliari appartenenti alle cooperative edilizie a proprietà indivisa, adibite ad abitazione principale dei soci assegnatari, nonché per gli alloggi regolarmente assegnati dagli istituti autonomi per le case popolari, si applica la detrazione prevista per l’abitazione principale. Resta ferma l’applicazione dell’aliquota base. Il versamento va effettuato interamente a favore del Comune, in quanto non trova applicazione la riserva a favore dello Stato».

Con delibera 72/C del 23 ottobre, il Consiglio comunale ha approvato le aliquote e le detrazioni IMU per l’anno 2012, aumentando l’aliquota base nella misura massina prevista e pari all’0,3%, stabilendo, quindi, l’aliquota base nella misura massima dello 1,06%. In base al suddetto art.10 del regolamento sull’applicazione Imu, l’Iacp di Messina, ferma restando la detrazione di 200 euro prevista dalla legge, dovrebbe versare l’intera imposta, anche quella parte (0,38%) a cui lo Stato ha rinunziato, dopo apposita modifica legislativa, al Comune di Messina. «E’ evidente – scrive nel ricorso l’avvocato Gazzara – come tale norma sia palesemente illegittima e posta in essere in violazione» della normativa vigente.

Il legale chiarisce ancora che «con la norma regolamentare impugnata, il Comune supererebbe il limite di aliquota ad esso riservato dal legislatore, introducendo surrettiziamente in suo favore una aliquota superiore a quella prevista dalla legge per gli immobili di proprietà dell’Iacp», che «può variare dallo 0,08% se l’ente applica la riduzione massima dello 0,3%, sino ad un massimo dell0 0,68%, se il Comune applica l’aumento massino dello 0, 3% salvi, ovviamente, tutti i casi intermedi».

Attraverso il proprio avvocato, l’Istituto Autonomo Case Popolari sollecita, quindi, al Tar l’ immediata sospensione del provvedimento nell’attesa della definizione del merito del giudizio, con una motivazione molto chiara: «il pagamento al Comune di Messina dell’aliquota del 0,38% e pari, nello specifico, ad oltre 400 mila auro, cui lo Stato ha rinunziato al fine di non minare la capacità economica degli IIAACCPP, impedisce all’istituto di poter far fronte economicamente a quelli che sono i compiti ad esso assegnati dalla Legge, in particolar modo alla manutenzione ordinaria e straordinaria degli immobili di cui è proprietario».

Data la «situazione di estrema gravità ed urgenza», che non può attendere l’udienza fissata dopo il 17 dicembre (termine ultimo per pagare l’Imu), Gazzara invita i giudici amministrativi ad adottare una «misura cautelare» provvisoria che possa immediatamente « privare di effetti i provvedimenti impugnati, evitando che la loro esecuzione possa tradursi in un irreversibile danno per il ricorrente istituto». (Danila La Torre)

2 commenti

  1. e no è! l’iacp deve pagare gli assenteisti quindi non può pagare anche l’imu.ma ha ragione la LItizzetto: non rompete il caxxo. e pagate

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  2. Brutta ed imprevedibile batosta questa che potrebbe incidere in modo rilevante sulle entrate attese dal Comune di Messina nell’ottica del piano di risanamento finanziario in corso di realizzazione.

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